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Covid-19 e variante Pirola: cosa sappiamo finora

3 Ottobre 2023

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato la variante Pirola come “variante sotto osservazione”. Ciò significa che l’OMS sta monitorando da vicino la variante per determinare se ha il potenziale di causare un’ondata di COVID-19.

La variante Pirola, o BA.2.86, è una variante altamente mutata del virus SARS-CoV-2, responsabile della malattia COVID-19. È stata identificata per la prima volta in Danimarca a fine luglio 2023 e da allora si è diffusa in altri paesi, tra cui Israele, Stati Uniti, Sudafrica e Regno Unito.

Al 30 settembre 2023, la variante Pirola è stata identificata in oltre 100 paesi, tra cui l’Italia. In Italia è stata isolata a Brescia dal team di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia.

Caratteristiche

La variante Pirola presenta oltre 30 mutazioni, di cui alcune nella proteina spike, la proteina che il virus utilizza per infettare le cellule. Queste mutazioni potrebbero renderla più trasmissibile o in grado di evadere l’immunità da vaccino o da precedente infezione. Al momento, i dati disponibili sulla variante Pirola sono ancora limitati. Tuttavia, i primi studi hanno suggerito che potrebbe essere leggermente più trasmissibile delle varianti Omicron BA.5 e BA.4, che sono attualmente dominanti a livello globale.

Inoltre, alcuni studi hanno suggerito che la variante Pirola potrebbe essere in grado di evadere in parte l’immunità da vaccino o da precedente infezione. Tuttavia, la maggior parte degli esperti ritiene che i vaccini e i richiami rimangano efficaci nel prevenire gravi malattie, ospedalizzazione e morte da COVID-19.

Sintomi

I sintomi della variante Pirola sono simili a quelli delle altre varianti di COVID-19. I sintomi più comuni includono:

  • Febbre
  • Tosse
  • Stanchezza
  • Dolori muscolari
  • Mal di testa
  • Congestione nasale
  • Nausea e vomito
  • Diarrea

Prevenzione

Le misure di prevenzione per la variante Pirola sono le stesse delle altre varianti di COVID-19. Queste misure includono:

  • Vaccinarsi e fare il richiamo
  • Indossare la mascherina in luoghi affollati o chiusi
  • Mantenere la distanza sociale
  • Lavarsi frequentemente le mani

Secondo uno studio italiano non ci sono prove che questa variante possa essere altamente preoccupante.

“Il monitoraggio continuo delle nuove mutazioni” di Sars-CoV-2 “rimane cruciale. Attualmente, nonostante l’identificazione di 102 mutazioni puntiformi specifiche, non ci sono prove sostanziali per classificare BA.2.86 o ‘Pirola’ e i suoi discendenti come varianti altamente preoccupanti. In effetti, la presenza prolungata di BA.2.86 contrasta con il consueto trend di varianti potenzialmente pericolose, che in genere vengono identificate rapidamente. Lo sviluppo di nuove mutazioni nelle varianti emergenti è un evento standard, guidato da deriva genetica, facilitando l’adattamento del virus al suo ospite”. Così le conclusioni di uno studio italiano in pubblicazione, che ha analizzato la nuova variante BA.2.86.

“La mutazione E484K, trovata in BA.2.86 e BA.2.86.1 – spiegano gli autori – è situata all’interno del legame del recettore (Rbd) e in precedenza ha attirato l’attenzione grazie alla sua associazione con varie preoccupazioni significative. In particolare – precisano i ricercatori – la mutazione E484K è stata rilevata in più virus, 94 varianti, come il ceppo B.1.351 del Sud Africa e il ceppo P.1 del Brasile. Le varianti che portano questa mutazione sembrano mostrare una maggiore capacità di sfuggire alle risposte del sistema immunitario, che comprendono anticorpi generati da precedenti infezioni o vaccinazioni. Questo implica che i virus con la mutazione E484K potrebbero possedere un potenziale intrinsecamente maggiore per l’evoluzione. Sono documentate reinfezioni che coinvolgono varianti con la mutazione E484K e quindi – rimarcano gli autori – vanno ulteriormente intensificate le indagini sulla protezione duratura conferita dal sistema immunitario”.

È importante rimanere aggiornati sulle ultime informazioni sulla variante e continuare a seguire le misure di prevenzione.

Cosa dicono gli esperti

Per Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, la presenza della variante Pirola “non è un elemento di preoccupazione, come non lo è stata nessuna altra variante isolata fino a oggi. Anche in Usa dove Pirola è dominate non mi pare ci sia stato un aumento della gravità dei casi, ma una curva che è salita e poi rapidamente scesa. È la storia delle varianti, l’abbiamo imparata: hanno un interesse scientifico quindi congratulazioni al collega di Brescia, Arnaldo Caruso, ma devono rimanere argomento di puro interesse scientifico e non diventare un tema di discussione al bar o nei talk show. Lasciamole agli scienziati, perché ogni volta che è apparsa una variante nuova c’è chi ha fatto allarmismo, ma oggi basta ‘al lupo al lupo’”.

Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma: “Una delle nostre preoccupazioni era che questa variante fosse in grado di ‘evitare’ i test antigenici. Ora, con l’isolamento a Brescia, avremo un vantaggio rispetto a questo fronte e anche su altre considerazioni”.

Il commento di Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano

sul primo isolamento di Pirola in Italia a Brescia è sulle mutazioni nella proteina Spike perché “possono influire sulla contagiosità e quindi Pirola è assolutamente candidata a diventare prevalente”. “In questa fase – spiega Pregliasco – il virus di Covid, per poter continuare la sua opera, deve in qualche modo aumentare la propria capacità diffusiva in un contesto di immunità ibrida” conferita da infezioni e vaccinazioni. “E quindi queste tantissime variazioni sulla Spike facilitano senz’altro la possibilità di diffusione”.

Tags: coronavirus, Covid, covid-19, mutazione E484K, oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, Pirola, prevenzione, Vaccinarsi, vaccino, variante Pirola, varianti di COVID-19
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Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in Scienze Politiche e dal 2001 è iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il Master in Gestione e Marketing di imprese in TV digitale, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Successivamente, ha ampliato le sue competenze specializzandosi con il Master in Marketing & Communication Management presso 24ORE Business School. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione dedicato alla Sanità Integrativa.

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