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Covid-19: in arrivo i farmaci antivirali
Aumento di contagi in Italia e in Europa. Prosegue la campagna vaccinale: l’Italia è il Paese in Europa con la più alta copertura vaccinale. Merck e Pfizer presentano le pillole antivirali sperimentali contro il virus Sars-CoV-2
Aumentano il numero dei contagi da Covid-19 in Italia e in Europa. Secondo l’ultimo monitoraggio della Cabina di regia Ministero della Salute-Iss, in Italia si è registrato un aumento dei contagi e dei ricoveri e delle terapie intensive. L’indice Rt torna sopra l’1 per la prima volta dal 27 agosto e si attesta a 1,15, contro lo 0,96 della scorsa settimana. Su anche l’incidenza, a 53 casi per centomila (contro 46 per centomila di sette giorni fa), sopra la soglia di rischio di 50 per centomila. Sopra la soglia epidemica anche l’indice di trasmissibilità sui ricoveri ospedalieri.
Come affrontare la “quarta ondata”?
Contro la variante delta, ormai dominante in Europa, “il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria con la dose di richiamo nelle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali – si legge nel report settimanale – rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta da varianti emergenti”. “È opportuno realizzare un capillare tracciamento e contenimento dei casi, mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”.
In salita, nell’ultima settimana di monitoraggio, l’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari e nelle terapie intensive. “Il tasso di occupazione in terapia intensiva – sottolinea l’Iss – è al 4,0% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 4 novembre) vs il 3,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 28/10). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 5,3% vs il 4,5% al 28/10”.
Nell’ultima settimana tutte le Regioni risultano classificate a rischio moderato, in aumento quindi rispetto al precedente monitoraggio quando erano 18 su 21 (comprese le due province autonome di Trento e Bolzano). Ben 15 Regioni riportano un’allerta di resilienza, nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.
A destare preoccupazione è anche l’andamento di crescita dell’epidemia di Covid-19 in Europa, che per l’Organizzazione mondiale della sanità “è di nuovo al centro” della pandemia di Covid-19. Per l’OMS le diseguaglianze nella copertura vaccinale nei diversi Paesi e l’allentamento delle misure preventive hanno riportato l’Europa ad “un punto critico”. Tutti i 53 Paesi del continente, stanno affrontando “una minaccia reale di ripresa del Covid o lo stanno già contrastando”, ha avvertito Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’Oms, che ha esortato i governi a reimporre o mantenere le misure di prevenzione e distanziamento sociale. “Con l’ampia ripresa del virus – ha detto – chiedo a tutte le autorità sanitarie di riconsiderare con attenzione la possibilità di allentare o revocare in questa fase le misure di contenimento del Covid”.
“Se continua così, potremmo avere un altro mezzo milione di vittime a causa del Covid in Europa e Asia entro il primo febbraio del prossimo anno e 43 Paesi europei dovranno affrontare una pressione estrema sui posti letto in ospedale” ha affermato il direttore per l’Europa dell’Oms. “I vaccini stanno facendo quello che hanno promesso: prevenire le forme grave della malattia e specialmente la mortalità… Ma sono la nostra arma più potente solo se usati insieme ad altre misure sociali e di sanità pubblica” ha avvertito Kluge.
In Europa sono diversi i governi che intendono imporre nuove restrizioni per arginare la diffusione del virus e pensano all’obbligo del Green pass, lasciando l’ipotesi di nuovi lockdown generali come ultima carta da giocare. La situazione appare drammatica nell’est europeo, in particolare in Russia, Bulgaria e Polonia, dove i livelli di vaccinazione della popolazione sono bassissimi. E anche in Germania risuona un forte allarme dove si sta assistendo a una “pandemia di non vaccinati ed è enorme”, ha affermato il ministro della Salute Jens Spahn, mentre l’Associazione degli Ospedali tedeschi ha lanciato l’allarme sul crescente carico di lavoro nelle unità di terapia intensiva. Oltre il 66% della popolazione tedesca è vaccinata, ma a preoccupare Spahn è il fatto che un numero considerevole di persone di età compresa tra i 18 e i 59 anni non lo sia. Per arginare la quarta ondata, le autorità stanno pensando di introdurre il green pass sui luoghi di lavoro seguendo l’esempio dell’Italia.
I Farmaci antivirali di Merck e Pfizer contro il virus Sars-CoV-2
Mentre prosegue la campagna vaccinale anti-covid, dove l’Italia risulta essere il Paese in Europa con la più alta copertura vaccinale, un’altra la soluzione per combattere il virus Sars-CoV-2, è quella di rendere quanto prima disponibili i farmaci antivirali. È da sottolineare che la pillola anti-covid non sostituisce il vaccino, ma entrambi sono azioni strettamente legate.
La prima azienda farmaceutica a sviluppare la pillola anti covid è stata il colosso farmaceutico americano Merck. L’agenzia regolatoria del farmaco britannica (Mhra) ha approvato lo scorso 4 novembre – in anticipo su chiunque altro in Europa – il Molnupiravir, prima pillola indicata per il trattamento del Covid a essere registrata.
La medicina, realizzata e illustrata nelle settimane scorse da Merck Sharp & Dohme in partnership con Ridgeback Biotherapeutics, potrà essere prescritta a chiunque sia testato positivo al Covid e abbia almeno un fattore di rischio legato a un possibile contagio grave come l’obesità, una cardiopatia, il diabete o in genere un’età superiore ai 60 anni. Per la Mhra, il Molnupiravir è un farmaco “sicuro ed efficace”, in grado di ridurre il pericolo di ricovero in ospedale per persone colpite da forme anche moderate di Covid-19 che abbiano parallelamente condizione di rischio extra. Esso agisce interferendo nella replicazione interna all’organismo del coronavirus. La somministrazione, nei casi previsti, è consigliata il più rapidamente possibile dopo un test positivo, e comunque entro 5 giorni.
Si tratta di una medicina destinata a “cambiare le cose per i pazienti più vulnerabili e immunodepressi, ai quali questo trattamento rivoluzionario potrà essere prescritto presto”, ha dichiarato Sajid Javid, ministro della Sanità del governo di Boris Johnson dopo il via libera dell’agenzia britannica del farmaco (Mhra) all’uso della ‘pillola anti Covid’ molnupiravir realizzata dall’azienda farmaceutica Merck.
Anche Pfizer ha presentato la sua pillola antivirale sperimentale che, secondo l’azienda produttrice, riduce dell’89% il rischio di contrarre il Covid in forma grave e quindi le possibilità di ricovero o di morte tra gli adulti. Lo riferisce la Reuters.
Presentando la richiesta per l’uso di emergenza all’autorità sanitaria Usa (Fda) Pfizer ha precisato che il suo farmaco deve essere somministrato in combinazione con un antivirale, il ritonavir. Il trattamento combinato consiste in tre pillole somministrate due volte al giorno.
Lo studio Pfizer su 1.219 pazienti ha esaminato i ricoveri o i decessi tra le persone con diagnosi di Covid da lieve a moderata con almeno un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie gravi, come come obesità o età avanzata e ha rilevato che lo 0,8% di coloro che avevano ricevuto il farmaco entro tre giorni dai primi sintomi è stato ricoverato in ospedale e nessuno è morto entro 28 giorni dopo il trattamento.
I risultati degli studi presentati dalla casa farmaceutica Usa sembrano superiori a quelli osservati con la pillola molnupiravir di Merck & Co Inc, che ha dimostrato il mese scorso di dimezzare la probabilità di morte o ricovero. Merck ha già firmato 9 accordi per la vendita di più di 3 milioni di pillole. Secondo la Reuters, il Molnupiravir è attualmente sottoposto al vaglio dell’Agenzia americana per gli alimenti e i farmaci (Fda) per il rilascio delle autorizzazioni.Tuttavia, la Gran Bretagna ha già preso accordi per l’acquisto di 480 mila trattamenti.
Ad aver confermato interesse per il farmaco della Merck sono anche l’Australia per 300 mila dosi, la Francia per 50 mila, l’Indonesia e la Malesia per 150 mila, le Filippine per 300 mila, Singapore e Sud Corea per 20 mila e la Thailandia 200 mila.
Gli Stati Uniti puntano invece all’acquisto di 1,7 milioni di dosi della cura Pfizer, al prezzo di 700 dollari l’unità e la Gran Bretagna ha passato un ordine per 250 mila dosi.