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Covid-19: oltre ai polmoni, danni significativi a cuore e reni
Nonostante la fase acuta della pandemia sembri ormai superata, il Covid-19 continua a essere oggetto di numerose ricerche scientifiche che svelano preoccupanti effetti collaterali del virus.
Un recente studio condotto dall’Università di Padova ha svelato che il Covid-19 non colpisce solo i polmoni, ma ha anche effetti significativi su cuore e reni, riscontrando microtrombosi nei piccoli vasi di questi organi.
Questo studio, pubblicato nel Journal of Hepatology, è stato coordinato dall’Università di Padova e ha visto la collaborazione di ricercatori delle Università di Yale (USA) e Birmingham (UK), oltre a varie Aziende Ospedaliero-Universitarie italiane, tra cui Padova, Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Asst Bergamo Est Seriate e Fatebenefratelli Sacco di Milano.
La principale causa di mortalità da Covid-19 era stata inizialmente attribuita alla sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) causata dall’insufficienza respiratoria ipossica.
Tuttavia, sono state anche segnalate trombosi dei piccoli vasi, o microtrombosi, che hanno causato gravi compromissioni funzionali non solo ai polmoni, ma anche al cuore e ai reni. In alcuni casi, microtrombosi sono state osservate anche nel fegato. Sebbene il coinvolgimento epatico fosse comune nei pazienti affetti da Covid-19, il significato di queste alterazioni rimaneva incerto.
Il professor Paolo Simioni, coautore dello studio e direttore del Dipartimento di Medicina a Padova e della Clinica Medica Prima, ha spiegato: “A livello cellulare, il nostro studio ha dimostrato che la microtrombosi della vena porta è sostenuta da una risposta indotta dall’infezione da SARS-CoV-2. Questa risposta colpisce un tipo di cellula vascolare chiamata ‘pericita’, situata all’esterno del vaso, dove forma una guaina di rivestimento attorno all’endotelio. Una volta infettate, queste cellule attivano la secrezione di mediatori della coagulazione, tra cui il Fattore Tissutale e il Fattore di von Willebrand, che sono responsabili da un lato dello stato di ipercoagulabilità locale, con conseguente trombosi, e dall’altro della dilatazione delle piccole arterie polmonari, portando a una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue arterioso.”
Le implicazioni di queste scoperte sono significative. Innanzitutto, evidenziano la necessità di rivedere l’approccio terapeutico al Covid-19, considerandolo non solo come una malattia respiratoria, ma come una condizione multisistemica. Questo cambiamento di prospettiva è cruciale per sviluppare trattamenti più efficaci e mirati. Ad esempio, la prevenzione e il trattamento della microtrombosi potrebbero diventare una componente fondamentale della gestione clinica dei pazienti affetti da Covid-19.
Inoltre, lo studio sottolinea l’importanza di monitorare attentamente i pazienti per identificare e trattare tempestivamente le complicazioni non respiratorie del virus. Questo potrebbe includere esami più approfonditi del cuore, dei reni e del fegato, nonché una maggiore attenzione ai sintomi che potrebbero indicare problemi in questi organi.
Le scoperte fatte dal team di ricerca aprono anche nuove direzioni per ulteriori studi. Comprendere meglio il ruolo delle periciti e dei mediatori della coagulazione nella patogenesi del Covid-19 potrebbe portare a nuove terapie che riducono il rischio di trombosi e proteggono la funzione degli organi. Queste terapie potrebbero non solo migliorare i tassi di sopravvivenza, ma anche ridurre le complicanze a lungo termine che alcuni pazienti sperimentano dopo aver superato l’infezione acuta.
In conclusione, questo studio rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione del Covid-19 e delle sue conseguenze sistemiche. La ricerca continua a svelare la complessità di questa malattia, e ogni nuova scoperta ci avvicina a trattamenti più completi ed efficaci per tutti i pazienti colpiti dal virus.