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Covid-19, tutte le fake news dall’inizio della pandemia
Fatti, non parole. Un motto degno del giornalismo vero, dell’informazione obiettiva e oggettiva che non si presta a notizie procurate da fonti inattendibili ma che invece verifica, ispeziona ed elabora. Se ne corso di questa pandemia c’è stato un grande problema, questo è stato rappresentato dall’infaticabile macchina della comunicazione. Come avremmo potuto viverne senza? Del resto, è stato proprio un giornalista a informare il mondo intero che un virus pericoloso era comparso a Wuhan, in Cina, sin dal dicembre del 2019. La notizia è confermata l’11 gennaio del 2020 con la prima vittima in Italia e il 13 successivo con il primo decesso in Thailandia. Nuovi casi, sempre di più, si sviluppano in Europa e negli Stati Uniti d’America, fino al momento in cui l’Organizzazione mondiale della Sanità dichiara lo stato di emergenza globale. Tutto il pianeta si ferma, i presidi ospedalieri sono al collasso e la comunicazione viaggia su più binari. Tanti. Troppi. Della verità delle notizie, della verosimiglianza, della prossimità alla verità e – non meno – delle fake news.
Ha fatto molto discutere l’omelia pronunciata da un sacerdote di Cesena incentrata sulla falsa notizia dei vaccini che contengono feti abortiti. Sin da subito il mondo della scienza è intervenuto nel dibattito venutosi a creare intorno a questa bufala smentendo i contenuti della predica e chiarendo che si tratta di una fake news ormai datata. L’ultima “bufalavirus” arriva proprio da Milano e riporta un episodio avvenuto in un supermercato dove un medico di base, recatosi per fare la spesa, tra le corsie ha incontrato un suo paziente che ha assistito negli ultimi giorni perché positivo al Covid. Preoccupato – si legge – si rivolge al direttore dell’esercizio commerciale che prontamente, tramite comunicazione con gli altoparlanti, chiede al paziente positivo di presentarsi in cassa o al punto accoglienza. Ebbene, poco dopo si presenta lui insieme ad altre persone. È bastato qualche clic per far viaggiare la notizia nel mare magno dei social network e su qualche, meno accorta, testata giornalistica online. Se non fosse che si trattasse di una bufala, una storia falsa, di una leggenda metropolitana che ha allarmato pur non essendo retta da fondamenta.
Bufale e disinformazione sono molto pericolose quando riguardano la salute e spesso non è facile distinguerle tra milioni di informazioni. Proprio partendo da questo assoluto pericolo che subito dopo l’insorgere della pandemia, il Ministero della Salute, sui canali istituzionali della comunicazione, ha fatto chiarezza sulle false notizie e le mezze verità maggiormente diffuse, smentendole alla luce delle evidenze disponibili.
Ma quali sono state le fake news più battute nel corso dell’emergenza sanitaria ancora in atto?
- Fare gargarismi con la candeggina, assumere acido acetico o steroidi, utilizzare oli essenziali e acqua salata protegge dall’infezione da nuovo coronavirus.
- Bere acqua o bevande calde uccide il virus.
- La vitamina C previene il Covid-19.
- Mangiare tante proteine aumenta l’efficacia del sistema immunitario.
- C’è correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G.
- Non è vero che i fumatori rischiano più degli altri di ammalarsi di Covid-19.
- Il virus è sensibile all’alcol, quindi se bevo alcolici non mi ammalo di Covid-19.
- Mangiare peperoncino protegge dal nuovo coronavirus.
- È possibile disinfettare mani o aree della pelle con i raggi UV.
- Gli extracomunitari sono immuni al Covid-19 grazie al vaccino contro la Tubercolosi.
- La Tachipirina cura l’infezione da nuovo coronavirus.
- Per sapere se si è contagiati dal nuovo coronavirus basta pungersi un dito e guardare il colore del sangue: se anziché rosso vivo è scuro il contagio è avvenuto.
- Applicare la vaselina intorno alle narici, intrappola il virus così non entra nel naso.
Per arginare il rischio di una informazione non vera, è nata AssoHealth, la prima associazione nazionale che riunisce le agenzie di comunicazione specializzate sul fronte sanitario che lavorano a favore di una comunicazione guidata dai principi della divulgazione scientifica. Al momento attuale, in cui tutti siamo chiamati ad affrontare sfide ritenute impensabili fino a qualche anno fa, tanto il sistema sanitario, quanto il giornalismo necessitano di un sistema fondato sulla chiarezza e sull’etica. Ormai da tempo, ovvero dall’avvento di Internet e delle piattaforme social, il regno delle fake news amplia di continuo i propri confini. È per questa ragione che occorre diventare arcieri di una comunicazione responsabile e consapevole al fine di sciogliere equivoci, sospetti e falsità che potrebbero generare timori non certo positivi in un percorso ancora tutto in salita.