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Covid-19, via l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. È il primo segnale di allentamento delle restrizioni?
Riflettori puntati sull’ipotesi mantenere l’obbligo del green pass nei mesi estivi
Dall’11 febbraio non sarà più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto in tutta Italia. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. È prevista per oggi la firma dell’ordinanza da parte del ministro della Salute Roberto Speranza per eliminare la restrizione anche nel caso in cui una regione dovesse entrare in zona gialla, arancione o rossa. Una decisione in linea con l’andamento della curva epidemiologica che vede un calo dei contagi da Covid-19.
“Siamo ancora in una fase di lotta contro il Covid – ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza – anche se nelle ultime settimane finalmente vediamo qualche segnale incoraggiante: negli ultimi 7 giorni, in particolare, abbiamo avuto una decrescita dei contagi di circa il 30%, che è un dato assolutamente inedito rispetto alle 9 settimane precedenti in cui c’era stata una crescita molto marcata. Questa fase nuova che si sta aprendo è stata resa possibile da una campagna di vaccinazione straordinaria”, ha precisato Speranza, ricordando che “siamo ormai oltre il 91% delle persone sopra i 12 anni che ha avuto una prima dose, e questo ci sta mettendo nelle condizioni di gestire in modo molto diverso rispetto al passato la stagione del Covid”.
Con questo nuovo provvedimento cambia il calendario delle scadenze delle misure adottate per fronteggiare la pandemia da Covid-19. Il sottosegretario Costa ha parlato anche dello stato d’emergenza che scade il 31 marzo. “L’obiettivo del governo è che non venga prorogato dopo il 31 marzo e confido che ci siano le condizioni per non prorogarlo”.
Per quanto riguarda il Green pass, il sottosegretario Costa ha parlato di una possibile data di progressivo allentamento da metà marzo. “Faccio un ragionamento semplice e di buon senso”, ha spiegato: “Il Green pass è stato molto utile per incentivare la vaccinazione e allora dobbiamo tenere presente che è fondamentale somministrare la terza dose perché è quella che ci protegge maggiormente dalle conseguenze gravi dalla malattia. E allora – ha detto Costa – se consideriamo che nel nostro Paese circa 48 milioni di cittadini sono vaccinati e 35 milioni hanno ricevuto la dose booster, significa che abbiamo circa 13 milioni di dosi da somministrare”. “Se procediamo con questo ritmo – ha sottolineato – è facile pensare che per metà marzo avremo completato la dose booster a 48 milioni di concittadini. Da lì sicuramente inizierà una nuova fase e, così come abbiamo introdotto gradualmente le restrizioni, con la solita gradualità inizieremo un allentamento delle misure”.
Di un progressivo allentamento delle restrizioni con riferimento ad uno stop del green pass con la fine dello stato di emergenza ne ha parlato anche il sottosegretario Pierpaolo Sileri intervenuto a 24Mattino, sulle frequenze di Radio24, facendo riferimento al tema della “gradualità”.
“Credo nella gradualità. Osserviamo i numeri che ci saranno nel mese di febbraio e al momento stanno andando bene. Va poi monitorata la comparsa di eventuali nuovi varianti, anche se io dubito che possa essercene una più veloce di Omicron che sia anche più cattiva”. Poi ha aggiunto Sileri “con la gradualità che ci consentirà la circolazione del virus, verranno prese le decisioni nella direzione di un alleggerimento delle restrizioni”.
Sull’ipotesi di prolungare l’utilizzo del certificato verde nei mesi estivi sono intervenuti gli esperti.
Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, “se il Green pass è stato messo per far vaccinare la gente, e io l’ho sempre sostenuto per questo, allora dovrebbe esaurire il suo compito, se invece il Green pass è stato messo per altro allora devono spiegare ai cittadini la ragione per cui l’hanno messo. Io da medico, oltre il 31 marzo non lo sostengo. Quindi sarà una decisione politica, non sanitaria e dovranno spiegarlo agli italiani. Però a quel punto non ci sarà soltanto chi c’è stato fino ad oggi in piazza, ma ci saranno tutti perché non avranno più nessuno che li difende” ha detto all’Adnkronos Salute.
“Se si tratta di prorogare il Green pass per prendere un aereo, un treno o per entrare in un ospedale o in una Rsa mi pare corretto – ha specificato – ma se si tratta di estendere il Green pass così come è oggi che anche per andare a prendere un pacchetto di sigarette o un caffè devi mostrarlo, mi pare un mostrare i muscoli che non so a cosa serva. Se al 31 marzo siamo arrivati a far vaccinare il 90% degli italiani che sommati a quelli che hanno fatto la malattia naturale e sono guariti, vuol dire avere quasi un 97% di immunizzati, e per quelli più a rischio che sono gli over 50 gli abbiamo messo l’obbligo vaccinale per cui non possono andare a lavorare se non si vaccinano, mi si deve spiegare la ragione per cui si continua con il Green pass”.
Per Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, “prolungare il sistema del Green pass vuol dire semplicemente prendere le debite precauzioni fino a che non potremo dichiarare finita la pandemia. Mi sembra ragionevole che questo strumento possa essere mantenuto fino a che non saremo in maggior sicurezza. Credo che si debba valutare prima cosa succederà in autunno”.
“Posso immaginare che si voglia insistere per arrivare a una copertura della terza dose più ampia possibile. E secondo me serve ancora mantenere il sistema del Green pass perché siamo in una fase di calo ma non siamo ancora usciti dall’emergenza” Ha detto all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano. È chiaro che questa norma – ha aggiunto – sta creando disagio sociale e pesanti contestazioni dalla minoranza rumorosa e questo è sicuramente un elemento che dovrà valutare la politica. Ma dal punto di vista sanitario ha un senso prorogarlo per avere questo elemento di garanzia delle terze dosi”.
Per Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute e professore di Igiene all’università Cattolica di Roma, è “giustissimo” prorogare il sistema del Green pass oltre l’estate. “Dobbiamo ricordare che se siamo oggi in questa situazione di miglioramento dei dati Covid. Ciò è dovuto a due elementi: le vaccinazioni e il certificato verde. Se vogliamo proseguire sulla strada che ci permette di fare ormai quasi tutto, dobbiamo mantenere questi due importanti perni su cui si è fondata la nostra strategia”.
Se in Italia si sta discutendo sull’allentamento delle misure anti covid in altri Paesi del mondo la decisione è già stata presa.
In Gran Bretagna dallo scorso 27 gennaio non c’è più l’obbligo di indossare le mascherine e il Green pass sanitario non è più necessario per accedere ai locali e partecipare ai grandi raduni.
In Francia niente più mascherine all’aperto dal 2 febbraio. Revocati anche i limiti di presenze nelle sale dei concerti e agli eventi sportivi, mentre il lavoro da casa non è più obbligatorio, anche se resta raccomandato. “A febbraio la Francia toglierà la maggior parte delle restrizioni introdotte per contenere la pandemia grazie al nuovo pass vaccinale”, ha spiegato il primo ministro francese Jean Castex. Il 16 febbraio prevista anche la riapertura dei nightclub chiusi da dicembre.
Anche la Danimarca ha detto addio alle misure e alle restrizioni anti covid. Dal 1° febbraio via l’obbligo di indossare le mascherine e di esibire il Green Pass non è più in vigore, mentre sono stati di nuovo autorizzati gli eventi e la frequentazione delle discoteche. Solo chi entra nel paese sarà chiamato ad esibire una prova della vaccinazione.
Anche la Norvegia ha deciso di mettere fine a gran parte delle misure restrittive anti Covid. Rimane però in vigore l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi, sui trasporti pubblici e in altri luoghi affollati. Le restrizioni, ha spiegato il premier Jonas Gahr Stoere, potrebbero essere reintrodotte in futuro, così come rimane consigliato il distanziamento sociale.
L’Austria ha annunciato un graduale allentamento delle misure anti-covid di fronte alla ridotta pressione sugli ospedali malgrado l’alto numero di nuovi casi covid. A partire dal 5 febbraio il coprifuoco in vigore è scattato a mezzanotte invece che alle 22. Dal 12 non sarà più necessario mostrare la prova del vaccino o di un test negativo per entrare nei negozi al dettaglio. Dal 19, chi non è vaccinato potrà tornare a frequentare bar, pub e ristoranti a condizioni di avere un test negativo.
Se non si presenteranno altre varianti del covid, più pericolose e più trasmissibili, la Germania a marzo potrebbe rimuovere gran parte delle restrizioni contro il covid, Israele da domenica scorsa ha cancellato l’obbligo di Green Pass per gran parte dei luoghi pubblici, compresi ristoranti, alberghi e cinema. La prova di essere stati vaccinati o guariti dal Covid continuerà ad essere richiesta per l’accesso ad eventi affollati, come matrimoni o feste. Secondo quanto deciso dal governo, inoltre, non c’è più l’obbligo di effettuare un test per i viaggiatori in partenza dal Paese, mentre il test negativo è ancora necessario per i viaggiatori in arrivo.