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Il cuore: il ritmo del battito cardiaco e la sua coordinazione
Siamo arrivati all’ultimo approfondimento sul cuore e sulle sue funzioni: esaminiamo ora come il muscolo cardiaco può contrarsi ed avere un ritmo di contrazione continuo è regolato.
Come citato nel precedente articolo abbiamo scoperto che il tessuto muscolare è diviso in due tipi, il tessuto muscolare propriamente detto cardiaco e il miocardio specifico.
Il miocardio specifico è un tessuto di conduzione nervosa, ovvero è deputato alla trasmissione di impulsi elettrici e ha quindi una diramazione e punti di snodo precisi.
Il punto di partenza dei nostri stimoli elettrici è il nodo seno atriale, localizzato tra l’ingresso della vena cava superiore e la zona superiore dell’atrio destro. Da qui ci sono diramazioni verso entrambi gli atri, che confluiscono in un’altra porzione di tessuto localizzata tra i due atri e il setto che divide i ventricoli, precisamente all’interno dello scheletro cardiaco. Questo snodo si chiama nodo atrioventricolare. Il fascio di His conduce l’impulso elettrico cardiaco dal nodo atrioventricolare ai ventricoli: alla base di questi fasci ci sono due diramazioni espanse che coprono entrambi i ventricoli, chiamate fibre del Purkinje.
I nodi sono dei pacemaker naturali, hanno dunque una capacità intrinseca di produrre potenziali d’azione e quindi di veicolare la contrazione dei muscoli cardiaci.
La frequenza del nodo seno atriale è di circa 80 battiti al minuto, mentre quella del nodo atrioventricolare leggermente inferiore.
A controllare in maniera centrale e superiore il battito cardiaco però è il sistema nervoso autonomo, che risponde comunque sia quello centrale. Il sistema ortosimpatico tramite i nervi cardiaci porterà ad un aumento del battito mentre il sistema parasimpatico tramite i nervi vagali abbasserà il battito.
Il battito cardiaco è dunque autonomo e viene definito normale dai 60 ai 80-90 battiti al minuto (bpm) a riposo.
Quando invece abbiamo alterazioni del battito, non giustificate, in maniera disomogenea, parliamo di aritmie.
Problematiche di un aumento o di diminuzione del battito legate ad un vasto panorama di alterazioni più o meno gravi vengono classificate come segni in aritmie cardiache. Esse sono dovute a :
- Modificazioni della frequenza e della regolarità del ritmo sinusale
- Variazione della sede del centro segnapassi dominante
- Disturbi della propagazione dell’impulso
La classificazione è basata sulla sede d’origine del disturbo, che distingue le aritmie in:
- tachicardia sinusale
- aritmie ectopiche
Le possibili cause sono di diverso tipo: possono essere congenite o acquisite nel corso della vita, dovute ad esempio da ipertensione arteriosa, ischemia cardiaca, infarto del miocardio. Oppure dovute a problematiche extracardiache, come ipertiroidismo,abuso di alcol e droghe, fumo e intossicazione da farmaci. Come sintomi più frequenti ci sono la tachicardia e la bradicardia, difficoltà a respirare, ansia, capogiri, debolezza, dolore al petto ed affaticamento.