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Cure palliative, urgente rivedere la Rete anche a livello regionale
La rete delle cure palliative va rivista e riformata uniformandola a livello regionale e identificando i requisiti minimi per l’accreditamento e l’adozione di modelli organizzativi omogenei. È questa la certezza condivisa dal Ministro della Salute Roberto Speranza in riferimento all’articolo 32 della Costituzione Italiana che tutela la salute come diritto fondamentale. “Il nostro obiettivo – fa sapere il Ministro – è quello di avvicinare quei principi luminosi della nostra Costituzione alla vita reale delle persone. Rafforzare le cure palliative significa garantire il diritto fondamentale alla salute agli individui e alle famiglie nel momento in cui sono più fragili. Le risorse che mettiamo sulla salute sono il più straordinario investimento sulla qualità della vita degli italiani. Un primo segnale arriva dalla legge di bilancio 2020. Il messaggio di fondo è quello di un Paese che pone la questione salute come fondamentale. Serve un Patto-Paese sulla Salute per gestire le grandi sfide come l’aumento delle malattie croniche e l’innovazione tecnologica. Il mondo delle cure palliative è uno dei punti da cui partire perché naturalmente incline ad alleanze tra società civile, medici e istituzioni”.
Ogni anno l’Europa registra 560 malati adulti ogni 100 mila abitanti che necessitano di ricevere cure palliative nell’ultimo periodo di vita. La Legge 15 marzo 2010/38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” ha sancito in Italia il dovere etico di offrire al malato e alla sua famiglia il diritto ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore. Alla Legge va il merito di aver ridefinito in modo rigoroso i modelli assistenziali, creando due Reti distinte tra terapia del dolore e cure palliative, semplificando le procedure di accesso ai medicinali impiegati nella terapia del dolore e indicando i percorsi formativi di qualificazione e aggiornamento delle figure professionali. In quest’ottica ha rappresentato, per prima in Europa, una legge-modello.
Ma quanto funzionano le Reti Locali di cure palliative e i percorsi di cura rivolti alle persone in condizioni di cronicità complesse e avanzate? Lo studio Demetra I, realizzato a cura delle fondazioni “Floriani” e “Guido Berlucchi”, ha monitorato il percorso dei malati in condizioni di cronicità avanzate e complesse, e delle loro famiglie, presi in carico da una delle strutture che compongono le Reti Locali di Cure Palliative. Il cammino, intrapreso già con lo Studio osservazionale ARIANNA (2012-2015), ha dimostrato come un modello di cure integrato tra Cure Primarie e Unità di Cure Palliative Domiciliari, basato su identificazione precoce, valutazione multidimensionale e strumenti ICT condivisi, consenta di rispondere in modo adeguato ai bisogni dei malati con patologie evolutive e limitata aspettativa di vita, ampliando la popolazione che può beneficiare di cure palliative.
Nel 2020, informa il Ministero della Salute, la seconda fase dello studio valuterà l’applicazione di un percorso integrato per la presa in carico delle persone con patologie croniche complesse, in fase avanzate e con bisogni di cure palliative, in un ambito territoriale definito dove opera una Rete di Cure Palliative, coinvolgendo Reparti Ospedalieri, Strutture Residenziali (RSA) e un ampio numero di Medici di Medicina Generale (MMG). Le evidenze mostrano come i pilastri in grado di soddisfare questa complessità siano, dunque, la continuità assistenziale, il care-management e la cooperazione, in un sistema a rete, tra tutti gli interessati coinvolti nella filiera, supportati, se possibile, dalle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT).