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Dal lido per persone con disabilità al G7 di Assisi sull’inclusione

La storia di ‘Insieme a te’. Intervista alla presidente Debora Donati
Inclusione, accessibilità universale e diritto di ogni persona alla piena partecipazione alla vita sociale. Sono questi i concetti principali posti al centro del G7 che in autunno ha popolato le vie e le piazze di Assisi aprendosi per la prima volta al pubblico e trovando una giusta sintesi nella sottoscrizione della carta di Solfagnano. Alla storicità di questo evento, partecipato a livello ministeriale dai Paesi G7 che si sono confrontati sui temi dell’inclusione e della disabilità, ha contribuito anche l’Associazione ‘Insieme a te’. Presieduto da Debora Donati l’ente faentino ha partecipato attivamente all’organizzazione dell’evento inaugurale su sollecitazione della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli che ha voluto a capo dei volontari la fondatrice dell’Associazione che nel 2018 ha aperto, a Punta Marina Terme, uno stabilimento balneare dedicato alle persone con gravi disabilità, insieme a suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei. L’obiettivo comune? Cambiare la prospettiva e passare dall’inclusione alla valorizzazione delle persone, garantendo il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica dei nostri Paesi.
Debora Donati come nasce questa esperienza?
Era l’estate del 2023 quando la Ministra Locatelli ha visitato la nostra struttura balneare che ormai da alcuni anni, grazie alle giuste attrezzature, ai tanti volontari impiegati e al sostegno delle istituzioni locali, accoglie gratuitamente centinaia di persone con disabilità. Da quel momento è nata una relazione di confronto che si è sviluppata in occasione di alcuni importanti eventi nazionali incentrati sulla disabilità e, a seguire, ad Assisi dove, oltre a ‘Insieme a te’, sono state coinvolte tante associazioni.
Che tipo di organizzazione c’è stata?
Il tutto è nato esattamente un anno prima. Settimanalmente ci incontravamo a Perugia per dettagliare ogni singolo aspetto logistico. È stata una vera esperienza formativa, oltre che un impegno importante considerando che, insieme a suor Veronica, ho coordinato tantissimi volontari. Non ero sola, al mio fianco si trovavano i ragazzi di ‘Insieme a te’ chiamati ad affrontare diverse problematiche per la prima volta. Questo ha consentito loro di rompere alcune paure verso le disabilità importanti vincendo una bella sfida.
Lo scopo è di rendere la disabilità una questione di tutti e a portata di tutti. È così?
La nostra attività principale è di sensibilizzare tutte le ragazze e i ragazzi che si mettono in contatto con noi e al servizio della disabilità. Abbiamo inoltre stretto una collaborazione con gli studenti di Medicina dell’Università di Bologna che nella nostra spiaggia dei valori devono, necessariamente, abituarsi alla persona prima che a un paziente, come avviene in un contesto ospedaliero. L’obiettivo comune è cambiare la prospettiva e passare dall’inclusione alla valorizzazione delle persone, garantendo il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica dei nostri Paesi. Lavoriamo molto sul valorizzare la persona e le rispettive famiglie.
Nonostante questa bella esperienza, sul fronte della disabilità l’Italia ha tanto su cui lavorare. Da dove cominciamo?
C’è tanto da lavorare in ambito scolastico. Quando parliamo di valorizzazione della persona dovremmo pensare che a ciascun bambino con disabilità iscritto ai servizi scolastici o dell’infanzia dovrebbe essere assegnato un insegnante dedicato che nasce per fare sostegno e non per altre motivazioni legate alla graduatorie. L’insegnante di sostegno ha un ruolo particolare che consiste nell’aiutare i bambini e i ragazzi che hanno delle disabilità fisiche o psichiche o che in qualche modo hanno bisogno di un sostegno maggiore. Questa figura deve poter contribuire alla formazione e alla maturazione del ragazzo con un approccio umanistico e aiutandolo ad integrarsi non solo nella scuola ma anche nella società. Oggigiorno esso diventa importante non solo per lo studente che ne ha bisogno ma per tutta la classe. Se valorizziamo l’insegnante di sostegno, rendendolo al pari di tutti gli altri, diamo più valore e centralità all’alunno. A questo, poi, deve sommarsi una continua formazione. A titolo di esempio, tutti i volontari che arrivano nella nostra struttura balneare sono chiamati a seguire corsi di primo soccorso, con pedagogisti e logopedisti. Lo stesso percorso dovrebbe essere seguito dalle professionalità a cui affidiamo i nostri ragazzi.

Debora Donati
‘Insieme a te’ dialoga con le scuole?
Ci sono diversi progetti da noi promossi. Di recente abbiamo presentato la quarta edizione del concorso annuale dedicato alle scuole primarie di Faenza e dell’Unione della Romagna Faentina. Dopo il successo delle precedenti edizioni, quest’anno il concorso si intitola “Un mare di ruote a colori” e invita i bambini a creare copriraggi artistici per le ‘Sole Mare’ le speciali sedie a rotelle utilizzate per accompagnare le persone con disabilità in acqua. Inoltre, dopo anni di concorsi dedicati ai più piccoli, quest’anno abbiamo pensato di ampliare i nostri orizzonti coinvolgendo anche le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, dedicando loro un bando apposito dove possano esprimere al meglio le loro potenzialità anche rispetto alla loro età. Tutti questi progetti hanno l’obiettivo di promuovere una diversa visione della disabilità e dell’inclusione e di rendere accessibile la disabilità, a partire dal concetto stesso.
L’esperienza dell’associazione da lei presieduta nasce da un’esperienza familiare e dalla disabilità di suo marito Dario. Proprio dal suo sogno è nata la spiaggia dei valori nota ormai a livello nazionale. È questo un servizio che si basa sull’assistenza. In che modo?
Noi ci occupiamo di malattie neuromuscolari. Ogni tipo di disabilità ha richieste diverse Oggigiorno l’assistenza è un grosso problema e diventa uno scoglio insormontabile a casa dove la responsabilità di queste famiglie aumenta in modo significativo e in tanti si sentono letteralmente lasciati a se stessi, spesso a causa di una certa carenza di figure professionali. Torniamo dunque al tema della formazione costante di tutte le persone che gravitano nella cerchia di amici e nella famiglia della persona con disabilità. Alla spiaggia dei valori l’assistenza è di casa, per questa ragione dal 2018 ad oggi abbiamo accolto oltre 1400 persone. Tutti gli ospiti, che usufruiscono gratuitamente dei servizi, sono accompagnati in acqua da volontari attraverso una passerella che fornisce l’accesso fino al mare.
L’assistenza rimane sempre a carico dei famigliari o delegati. Sono sempre presenti una segretaria per l’accoglienza e due oss per turno più gruppi di campi di servizio giovani e volontari. A quest’area si somma poi la spiaggia aperta a tutti gli altri. La disabilità non riguarda la singola persona ma è un tema che deve interessare ciascuno di noi.
