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DDL 1241, primo sì al Senato: nuove regole per liste d’attesa, personale e salute mentale

Intervista a Luciano Dragonetti, Presidente di Mutua MBA: “Il DDL 1241 segna un passaggio cruciale verso un Servizio Sanitario più equo. Ora serve una sinergia strutturata con la Sanità Integrativa”
L’approvazione da parte del Senato, lo scorso 15 aprile, del Disegno di Legge Atto Senato 1241 – seppur modificato rispetto alla versione originaria – rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di riforma della sanità pubblica italiana. Il provvedimento introduce una serie di misure per il governo nazionale delle liste di attesa, incentivi per le regioni virtuose, contrasto al fenomeno dei gettonisti, valorizzazione della telemedicina e potenziamento della salute mentale. In questo scenario, il ruolo delle Società di Mutuo Soccorso e della sanità integrativa appare sempre più strategico.
Abbiamo chiesto un commento a Luciano Dragonetti, presidente di Mutua MBA.
Presidente Dragonetti, come valuta l’approvazione in prima lettura del DDL 1241 da parte del Senato?
La ritengo una tappa importante nel processo di rinnovamento del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Questo disegno di legge affronta, finalmente, con un approccio organico e multilivello, alcune delle criticità più sentite dai cittadini: dalle liste d’attesa ai disservizi, fino alla carenza di personale. È un segnale chiaro di attenzione da parte delle istituzioni, ma rappresenta anche una chiamata alla corresponsabilità per tutti gli attori del sistema, inclusi quelli del Terzo Settore. Tuttavia, alcuni dubbi sulla gestione delle Regioni ci sono e sono convinto si possano amplificare.

Luciano Dragonetti
La mia personale sensazione è che siamo di fronte ad un passaggio determinante anche se appare limitante per le regioni, forse qui ci si aspetta una maggior chiarezza per il futuro. Disporre finalmente di un sistema centralizzato per il monitoraggio e il coordinamento delle liste d’attesa può consentire un salto di qualità nella programmazione sanitaria. Ma non basta introdurre strumenti: sarà fondamentale garantirne l’effettiva operatività e trasparenza. In questo senso, anche il Registro delle Segnalazioni Online rappresenta un elemento innovativo di cittadinanza attiva. Non posso però ignorare come l’istituzione della SINGLA nel decreto liste d’attesa ha suscitato preoccupazioni e forti critiche da parte di diverse regioni, principalmente per timori di ingerenza nelle proprie competenze e per la presunta mancanza di finanziamenti.
Nel DDL si parla anche di incentivi e sanzioni. È d’accordo con questa logica premiale?
Molte regioni hanno percepito l’istituzione della SINGLA e alcune delle misure previste dal decreto come un’indebita ingerenza del governo centrale nelle materie di organizzazione sanitaria, che sono di competenza regionale, partendo quindi dalla necessaria chiarezza sui limiti e le autonomie sono d’accordo su un sistema volto a premiare le regioni virtuose e prevedere correttivi per le situazioni critiche può contribuire a ridurre le disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure. Occorre però tenere in considerazione anche i diversi livelli di finanziamento regionale, invasione delle competenze ed i rischi dell’eccessiva centralizzazione. Serve una governance nazionale forte, ma anche una responsabilizzazione concreta a livello locale. Non dimentichiamo che dietro ogni ritardo c’è una persona in attesa di diagnosi o trattamento e che l’azione tempestiva slava la vita.
Il provvedimento valorizza anche strumenti come la telemedicina. Come può contribuire la sanità integrativa in questo contesto?
La telemedicina è una delle strade più promettenti per rispondere alle esigenze di accesso e continuità assistenziale, non sostituisce la figura del medico ma anzi si inserisce nel percorso diagnostico e può contribuire alla diminuzione delle liste di attesa. Noi è da 10 anni che parliamo di Telemedicina e devo dire che oggi altre Società di Mutuo Soccorso, come Mutua MBA, hanno iniziato ad integrare l’offerta pubblica con servizi di televisita, second opinion e prevenzione a distanza. L’accessibilità alla medicina deve essere perseguita anche dai Fondi Sanitari, una diffusione organizza di questo sistema può solo che contribuire a far respirare il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Credo che questo sia il momento di rafforzare il dialogo tra pubblico e sanità integrativa per costruire un ecosistema che metta davvero al centro la persona.
Il DDL prevede anche il potenziamento della salute mentale e nuovi modelli di assunzione per il personale sanitario. Un segnale atteso?
Sì, è un segnale necessario e atteso. La Salute è benessere fisico e psichico e per troppo tempo ci si è concentrati solo sulla salute del corpo. Il benessere psicologico è parte integrante della salute in ogni fase di vita delle persone che possono, se in completo equilibrio, contribuire al miglioramento dell’intera società. Siamo quindi d’accordo al potenziamento dei dipartimenti di salute mentale cosi come l’apertura a forme contrattuali più flessibili per il reclutamento di personale, che possono accelerare i tempi di risposta del sistema sanitario. Anche noi in Mutua MBA abbiamo inserito azioni di Sollievo Psicologico da 7 anni ma occorre fare di più ed ancora una volta i Fondi Sanitari possono essere il veicolo di questi nuovi servizi e prestazioni.
L’approvazione del DDL 1241, pur essendo ancora in itinere, segna una direzione ma ci sono ancora dei punti da chiarire verso i quali le regioni si stanno facendo sentire. Certamente la volontà è di andare verso un sistema sanitario più integrato, efficiente e accessibile. Come sottolinea Luciano Dragonetti, questa è l’occasione per “dar vita a un’organizzazione più robusta, agile e strategicamente orientata”, capace di affiancare il SSN e contribuire, insieme, alla tutela della salute come bene comune.
