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Demenza senile – Un problema sociale nel mondo occidentale
La demenza senile è diventata un serio problema sociale nel mondo occidentale nel corso degli ultimi decenni, sia a causa dell’aumento percentuale della popolazione anziana dovuta questa, all’allungamento costante della vita, sia per la più alta incidenza dei disturbi vascolari.
La demenza senile è una sindrome che colpisce il 30% circa delle persone che hanno superato i 65 anni di età. È stata riscontrata una percentuale minore, circa il 5%, in quelle persone che hanno invece superato gli 85 anni. La demenza senile è una malattia progressiva, che porta nel tempo la persona colpita ad avere una diminuzione delle facoltà di linguaggio, di memoria e di logica.
Non esiste un tempo standard stimato per la progressione della demenza senile, a influire su questo processo sono diversi fattori. È difficile indicare quali individui sono più a rischio di sviluppare durante l’anzianità la demenza senile. Le statistiche indicano che la donna, anche a causa della maggior durata della vita, ha una tendenza superiore rispetto agli uomini. Altri ancora hanno ipotizzato anche il grado di istruzione.
Man mano che la demenza procede, i disturbi di memoria si fanno più evidenti, e il soggetto sbaglia e/o dimentica nomi e persone .
Al disorientamento, nel tempo, segue inoltre lo smarrimento nei luoghi, aumentando così sempre
più, la confusione mentale .
Questi fattori combinati insieme, hanno portato alla conclusione che le cellule che compongono il cervello quando muoiono non lasciano spazio ad una “nuova generazione”, ma lasciano un vuoto. Questa incapacità di riformarsi porta ad una progressiva perdita della memoria, difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno e difficoltà di linguaggio.
La demenza senile tuttavia è la conseguenza di altre malattie. Quasi il 60% delle persone colpite da questa sindrome hanno la malattia di Alzheimer. Anche questa patologia, progressiva porta con il tempo ad una perdita della memoria molto elevata, dimostrando un atrofia celebrale. Sono capaci di ricordare fatti avvenuti anche 40 anni prima con un incredibile lucidità, dimenticandosi cos’è successo il giorno prima. Non è raro quindi vedere una persona con la malattia di Alzheimer parlare della sua gioventù come se fossero passati pochi giorni.
La demenza senile è una malattia degenerativa che non può essere curata. Tuttavia, esistono tre diverse terapie che permettono di rallentare il corso della demenza senile, che, in ogni caso, non potrà essere fermato completamente. Grazie alle cure e farmaci per la demenza senile il paziente avrà la possibilità di proseguire normalmente la sua vita più a lungo, sentendo meno il peso della propria malattia.
Questi farmaci hanno la capacità di, per la loro composizione, rafforzare la memoria in alcuni casi ed in altri di rallentare il processo della morte di alcune cellule cerebrali.
Oltre le cure ed ai farmaci per la demenza senile, ci sono altre cose che i famigliari del paziente dovrebbero sapere. Spesso tutti i sintomi caratteristici della demenza senile vengono aggravati dallo stile di vita del paziente. Se la persona viene lasciata sola, viene messa in disparte, non si sente capita e nessuno vuole più comunicare con lei, crederà con maggior intensità che le cose che vede e sente sono la realtà. Per tanto se vogliamo davvero aiutare i nostri cari, affetti da demenza senile, dovremmo dedicare loro del tempo, programmare accuratamente le loro giornate e non farli mai sentire “un peso”.
La degenza in un struttura medica andrebbe evitata , ove spesso le famiglie cercano di risolvere il problema con l’aiuto di una badante a tempo pieno ma questo non sempre è possibile pero,’ andando il costo ad incidere notevolmente sul bilancio familiare.
E’ qui’ che ci possono essere di grande aiuto le forme di assistenza sanitaria domiciliare e ambulatoriale ad oggi molto carenti nel nostro Paese.
Alcune indagini rilevano che nella maggior parte dei casi ad occuparsi dei malati sono gli stessi familiari, dedicando a questo mediamente 7 ore al giorno. Bisognerebbe quindi poter costituire una valido sostegno integrativo assistenziale che potrebbe contribuire ad un valido apporto alla sanità nazionale, ma soprattutto alle famiglie, spesso non in grado di fronteggiare le esigenze psichiche ed economiche determinate dalla situazione.
Si potrebbe, ad esempio,creare una gestione all’interno di strutture sanitarie già esistenti, con le quali poter cooperare nell’integrare spazi o ambienti che possano accogliere il malato nelle ore più centrali della giornata, impostando una sorta di “Asilo” per malati di demenza senile, dove il personale, non solo di volontariato, possa far fronte alle esigenze del paziente e nello stesso tempo delle famiglie.
Fino ad ora non sono stati fatti molti sforzi da parte delle strutture nazionali preposte, basti pensare che si continuano a tagliare fondi per le spese sanitarie costringendo alla chiusura le piccole e medie strutture che fino a ieri avevano dato importanti contributi a pazienti affetti anche da malati con queste patologie.
In questo contesto la mutualità, potendo offrire servizi domiciliari, ha delle soluzioni da offrire ad integrazione del servizio sanitario nazionale e nell’interesse dei malati e delle loro famiglie.