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Diagnosticare l´Alzheimer: la ricerca compie un altro passo in avanti
La demenza di Alzheimer è una malattia cronica, progressiva e irreversibile del cervello caratterizzata da declino della memoria, dell´apprendimento, della capacità di ragionamento e da altri sintomi fra cui stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.
L´Alzheimer è la demenza più diffusa e, secondo i dati dell´Osservatorio Demenze dell’Iss, in Italia ne soffrirebbero circa 600 mila persone.
La malattia ha un inizio subdolo, le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare a non riconoscere nemmeno i familiari e necessitare di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. Nel 99% dei casi la demenza di Alzheimer si manifesta in persone che non hanno una chiara familiarità di malattia. Infatti è solo nell’1% dei casi che un´alterazione genetica ne determina la trasmissione da una generazione all’altra.
I questionari standardizzati utilizzati per misurare la cognizione e i test genetici hanno percentuali di accuratezza di circa il 70%, mentre i risultati di uno studio presentato all’incontro annuale della Radiological Society of North America dal C.A. Raji, professore di radiologia presso la Washington University School of Medicine, hanno rivelato che grazie all´ausilio della DTI è possibile diagnosticare la malattia di Alzheimer con un´accuratezza del 95%.
DTI è l´acronimo inglese di Diffusion Tensor Imaging (Imaging con tensore di diffusore, in italiano), una tecnica di neuroimmagine non invasiva (al soggetto viene solamente richiesto di restare immobile durante la scansione per evitare artefatti da movimento) che consente di visualizzare il movimento delle molecole d’acqua lungo i tratti di sostanza bianca del cervello (che possiamo immaginare come i cavi telefonici del cervello). Quando questi “cavi” non sono ben collegati, possono verificarsi problemi cognitivi.
Misurare l’integrità della materia bianca attraverso questa tecnica potrebbe favorire una diagnosi e un intervento precoci, rallentare il decorso della malattia o addirittura ritardarne l’insorgenza.