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I dieci miti sulla mente da sfatare (prima parte)
È vero che uomini e donne hanno cervelli diversi? O che bastano 10.000 ore di pratica per diventare esperti in qualcosa? O ancora che alcune persone non possono fare a meno di tradire perché dipendenti dal sesso? È giunto il momento di sfatare i 10 miti più famosi sul comportamento umano e la mente. In questo articolo vedremo i primi quattro.
- L´ORDINE DI NASCITA INFLUISCE SULLA NOSTRA PERSONALITÀ?
Che si sia nati per primi, per secondi, per ultimi o se siamo figli unici.. tranquilli, l´ordine di nascita non ha alcun effetto su come la nostra personalità di svilupperà. È un falso mito quello che vorrebbe i primogeniti volitivi, dominanti o coscienziosi. Né che i fratelli più giovani siano meno conformisti e convenzionali rispetto ai primogeniti. Non esistono evidenze per l’effetto ipotizzato dell’ordine di nascita su specifici tratti di personalità. Unica eccezione la scoperta da parte di un team di ricercatori tedesco che i primogeniti pare abbiano un QI leggermente più alto rispetto al resto dei fratelli, con un aumento medio di circa 1,5 punti di QI in media, per ogni posizione di nascita più anziana. Ma nulla di conclusivo: infatti uno studio recente su un campione indonesiano non ha trovato alcun legame tra ordine di nascita e intelligenza.
- ESISTE LA DIPENDENZA DA SESSO?
Ma è proprio vero che il sesso può creare dipendenza? No. Non esiste infatti alcuna “dipendenza dal sesso” nell’attuale Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5).
Se un’abitudine rientri nella categoria della dipendenza può essere valutata sulla base di sei criteri. L’oggetto in questione, sia questo una droga, il gioco d’azzardo, l´alcool – viene utilizzato per modificare il proprio umore, la persona impiega una notevole quantità di tempo per procurarsi la sostanza o passa tanto tempo sotto effetto della sostanza (o del gioco, nel caso della ludopatia), i pensieri sono assorbiti dalla dipendenza, se alla persona viene impedito di consumare la sostanza (o di giocare) l´umore diventa disforico. La dipendenza poi si associ alla tolleranza, quindi la quantità della sostanza o dell’attività necessaria per ottenere lo stesso effetto aumenta nel tempo e la sospensione comporta sofferenza psicologica o fisiologica, con segni come irritabilità, nausea e crampi allo stomaco. Le ricadute, poi, sono più spesso la regola che l´eccezione.
Per quanto riguarda il comportamento sessuale, invece il numero di persone che effettivamente soddisfa tutti i criteri sono davvero pochi . È più corretto allora in questi casi parlare di comportamenti problematici piuttosto che di dipendenza. Aggiungo che nei veri casi di dipendenza, quello che inizialmente dava piacere piacere comincia col tempo (e con l´assuefazione) a non darne più ma nonostante ciò la persona non è in grado di smettere. Invece, per le persone che si spacciano per “dipendenti da sesso” l’atto sessuale rimane comunque piacevole.
- ABBIAMO UN EMISFERO DEL CERVELLO DOMINANTE?
Un’idea popolare suggerisce che l’emisfero destro domini nel cervello delle persone dotate di intuito, mentre l´emisfero sinistro dominerebbe le persone più logiche e analitiche. Il mito persiste in parte perché le dicotomie sono facili da comprendere. In realtà le neuroscienze ci suggeriscono che gli emisferi destro e sinistro sono specializzati in diverse funzioni mentali. Ma l’idea che ciascun emisfero sia specializzato in un set di abilità è scorretta. Prendiamo l´esempio del linguaggio, facoltà a carico di entrambi gli emisferi. Stesso discorso per la percezione, che coinvolge entrambi i lati del cervello. A questo va aggiunto che, in generale, struttura e funzione del cervello variano da individuo a individuo e una divisione emisfero destro-sinistro è davvero semplicistica per cogliere le differenze tra individui.
- ESISTONO DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO?
Ha senso parlare di stili di apprendimento “ visivi”, ” uditivi”, “tattili” o “cinestesici” ? Sebbene possiamo preferire di studiare un concetto attraverso la lettura o piuttosto ascoltando la lezione direttamente dall´insegnante questo non implica che esistano suddivisioni così nette tra stili di apprendimento che utilizzano esclusivamente la vista, l´udito o addirittura il tatto. Ovviamente alcuni individui potrebbero potenzialmente beneficiare da un insegnamento più strutturato ma in generale si è visto che uno stile di apprendimento che coinvolga simultaneamente elementi diversi, come ad esempio una combinazione di parole e immagini, sia in realtà maggiormente efficace rispetto ad uno stile che predilige un solo canale.