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“I diritti dei minori: quale diritto alla salute per i bambini?”
Il diritto alla salute costituisce uno dei diritti fondamentali di ciascun essere umano, qualunque sia la sua razza, la sua religione, le sue opinioni politiche, la sua condizione economica e sociale; è un diritto che riconosce la dignità della persona, che deve essere salvaguardato anche attraverso l’azione dei pubblici poteri.
La salute è un bene prezioso per la persona e la collettività, da promuovere, conservare e tutelare, dedicando mezzi, risorse ed energie necessarie al fine di mettere tutti nelle condizioni di poterne fruire in eguale misura e tutelare i soggetti deboli e marginali.
Ma quanto l’obiettivo del diritto alla salute per tutti sia sfocato e lontano, in primo luogo per motivi sociali, economici e politici, è sotto gli occhi di tutti. Molte popolazioni del mondo non hanno accesso alle risorse necessarie per soddisfare i bisogni fondamentali, in modo particolare per quanto riguarda la salute.
Nonostante negli ultimi decenni siano stati compiuti importanti progressi in materia di tutela dei diritti, anche per quanto riguarda i minori, di fatto in molti Paesi del mondo i diritti già acquisiti sulla carta non vengono rispettati, vengono ignorati gli accordi sottoscritti e milioni di bambini vengono privati sia dei loro diritti specifici, sia di quelli che appartengono a ogni essere umano.
Una bambina venuta alla luce oggi può sperare di vivere più di 80 anni se nata in alcune parti del mondo, ma meno di 45 anni se nata in altre. All’interno dei diversi Paesi ci sono drammatiche differenze nella salute che sono strettamente legate al grado di svantaggio sociale. Il diritto di accesso alla sanità è ancora negato a gran parte delle popolazioni nelle “periferie del mondo”.
La salute e il benessere dei bambini, sanciti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989 (artt. n. 6, 24 e 27), fanno riferimento a molteplici aspetti, fisici, psicologici, sociali, economici e ciò che determina principalmente la differenza nell’assicurare tale diritti sono la povertà, l’isolamento sociale e le discriminazioni persistenti non solo nei paesi poveri (Africa sub-sahariana e Asia meridionale), dove spesso intervengono anche conflitti, crisi, carestie, scarsità d’acqua e politiche che ignorano sistematicamente i bambini e le loro famiglie, ma anche nell’area dei paesi dell’Unione Europea e dell’OCSE, cosiddetti “paesi ricchi”.
Si conta che un miliardo di persone non ricevono le cure sanitarie di cui avrebbero bisogno né hanno accesso alle medicine di base, e milioni di bambini continuano a vivere – e a morire – in condizioni inaccettabili. Nel 2015, in base alle stime, 5,9 milioni di bambini sono morti prima di compiere i cinque anni, soprattutto per malattie prevenibili e curabili in modo rapido e non troppo costoso.
Un bambino può vivere appieno i propri diritti se la sua famiglia accede a sistemi di sicurezza sociale che garantiscano l’ambiente famigliare. Situazioni di svantaggio economico, negazione delle opportunità e difficoltà sociali vissute nei primi anni di vita incidono sul benessere e sulla salute di ogni persona. Curare gli aspetti della salute, dello sviluppo fisico, sociale, emotivo e cognitivo nei primi anni di vita influenza lo stato di salute, la partecipazione e il contributo culturale ed economico alla società nell’età adulta. Un investimento in questo senso è possibile se la famiglia è inserita in un contesto politico che la sostiene. A livello globale i Paesi che investono sull’infanzia e sulle famiglie godono del migliore stato di benessere e hanno i livelli più bassi di diseguaglianza nel campo della salute.
Il diritto alla salute dei bambini nell’ambito dell’ospedalizzazione non è stato tradotto giuridicamente dalla Convenzione Internazionale sui Diritti per l’Infanzia; la prima Carta Europea dei bambini in ospedale fu redatta da 12 associazioni europee nel 1988 a Leida, la carta di Each. In Italia bisogna arrivare al 2013, quando un gruppo di lavoro multidisciplinare, al quale hanno aderito un insieme di istituzioni, enti e associazioni che operano nel campo dei diritti dei minori e della sanità pediatrica, ha presentato al ministero della Salute un documento, il “Codice del Diritto del Minore alla Salute e ai Servizi Sanitari”, che rappresenta un notevole passo avanti verso la garanzia dei diritti dei minorenni in campo pediatrico sanitario. Il Codice, composto da 22 articoli, ha lo scopo di assicurare l’assistenza sanitaria e la cura dei minori nel pieno rispetto delle loro esigenze globali, individuandone le problematiche e sostenendoli nella gestione della malattia.
Il Codice è un passo avanti significativo, perché definisce i diritti irrinunciabili di salute per tutti i piccoli degenti e mette insieme per la prima volta in un documento condiviso la duplice esigenza di disporre di un’assistenza tecnologicamente avanzata in tutti i presidi dedicati all’infanzia, ospedali e territorio, al pari di una concreta umanizzazione e dell’ascolto necessario al paziente e ai familiari.
Ma l’obiettivo più ambizioso del Codice è la diffusione della cultura del Diritto del minore alla Salute nella società, partendo dal presupposto che il “superiore interesse del minore” debba essere il criterio determinante in ogni questione che lo riguardi e debba quindi essere applicato non solo in ambito sanitario, ma anche sociale, amministrativo, politico, economico, legale, ambientale, all’istruzione, ai media.
La salute è il bene più prezioso di cui l’umanità possa disporre e lo è ancora di più se riferito ai bambini che sono proprio il futuro dell’umanità; ecco perché è fondamentale tutelare, diffondere, preservare questo diritto fondamentale.