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Disturbo di depersonalizzazione e derealizzazione
Depersonalizzazione e derealizzazione pur facendo parte dello stesso disturbo sono due fenomeni distinti.
La depersonalizzazione è caratterizzata da sentimenti di irrealtà, distacco o estraneità verso sé stessi, per cui l’individuo si sente distaccato dal suo intero essere come se non avesse un’identità o addirittura come se non esistessi. Ci si può sentire distaccati anche solo da qualche aspetto del proprio se, per esempio ci si sente staccati dai propri pensieri o dalle proprie emozioni.
La derealizzazione invece è caratterizzata da sentimenti in realtà distacco o estraneità nei confronti delle altre persone degli oggetti o di tutto l’ambiente circostante, per cui la persona può percepire l’ambiente come artificiale quasi come se si trovasse a vivere un sogno o come se ci fosse un velo ho una parete di vetro tra se è il mondo.
Sia nella depersonalizzazione che nella derealizzazione si può assistere ad una alterazione soggettiva del tempo, per cui questo scorre troppo veloce o troppo lento.
La difficoltà nella descrizione di questi sintomi può indurre la persona che ne soffre a pensare di essere matta o di stare impazzendo. In genere un episodio di derealizzazione/depersonalizzazione dura 20-30 minuti ma se una persona vive questa esperienza come qualcosa di spaventante, può causare disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale o lavorativo.
Molto spesso la depersonalizzazione e la derealizzazione sono presenti in chi soffre di disturbo di panico, anzi costituiscono un sintomo degli attacchi di panico.
La cura di questo disturbo passa innanzitutto attraverso un percorso psicoeducativo che consenta a chi ne soffre di comprendere e accettare i sintomi per quello che sono (e non per esempio come una dimostrazione di pazzia o di una psicosi imminente).