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Disvalore e valore del virus
Editoriale di Roberto Anzanello, presidente di Health Italia, per Health Online 36
Non è sicuramente il momento di fare dei bilanci in merito agli effetti sanitari, sociali ed economici della pandemia causata dal Covid-19, però è possibile fissare dei punti focali che potranno essere sviluppati in futuro.
Ogni battaglia, e questa del Coronavirus è sicuramente una grande battaglia, offre due possibili punti di vista: quello strategico descrivibile da chi osserva “dall’alto” l’evoluzione del combattimento e quello tattico spiegabile da chi operando “sul campo” vive il combattimento dall’interno.
Per comprendere più approfonditamente e sempre rifacendosi ai temi di guerra, una prima similitudine si ha con la descrizione della battaglia di Waterloo (cosi determinante per l’umanità) vista con queste due visioni nel libro omonimo con due ricostruzioni: la prima stesa da Walter Scott nella sua monumentale Vita di Napoleone Bonaparte, l’altra in un lungo racconto della giornata campale, costruito nella forma di una visita al campo di battaglia, contenuto nei Miserabili di Victor Hugo; due versioni tanto differenti anche nei toni e nei sentimenti, che suggeriscono in generale la doppiezza della storia stessa.
In questo momento dobbiamo quindi essere consapevoli che siamo a questo punto della storia dell’epidemia: ci sono due versioni, due modi di vedere la battaglia al virus, due valutazioni da fare.
La valutazione tattica ci mostra alcuni aspetti importanti quali, in primis, l’impegno, la forza, la professionalità, lo spirito di sacrificio del personale medico e paramedico, a volte cosi tanto criticato e bistrattato, che in questa situazione ha mostrato tutto il proprio valore.
In seconda istanza possiamo constatare la tenuta del modello sanitario italiano che sta consentendo di intervenire a favore di tutti i cittadini colpiti senza discriminazioni o differenze legate ad aspetti sociali ed economici, come sta accadendo, al contrario, in altri paesi.
In terza istanza dobbiamo sottolineare la capacità evolutiva del sistema imprenditoriale del nostro paese che, modificando le catene produttive, mettendo a disposizione le proprie soluzioni tecnologiche, riconvertendo i propri modelli evolutivi sta sviluppando rapidamente tutta la propria potenza di fuoco contro il virus invasore.
Sicuramente ci sono stati degli errori anche a livello tattico, in alcuni ospedali, in molte RSA, in certi contesti sociali, ma comunque possiamo dire che a tatticamente il sistema sta tenendo e reagendo.
La valutazione strategica, invece, ci mostra altri aspetti significativi quali, per prima cosa, la scarsa capacità di previsione del sistema politico per affrontare una situazione annunciata dagli esperti, dagli scienziati, dagli accadimenti precedenti (la SARS ad esempio), che ha determinato una continua rincorsa alle soluzioni piuttosto che una programmazione delle stesse.
In secondo luogo, dobbiamo anche evidenziare la scarsa coerenza del tessuto produttivo e sociale che per scegliere l’uovo oggi invece della gallina domani ha sottovalutato l’impatto economico della pandemia quando l’applicazione di alcune soluzioni, poi definite per decreto, avrebbe potuto garantire una minore diffusione del virus.
Infine, non possiamo che sottolineare la miopia di coloro che gestiscono il potere della burocrazia che, per mantenere inalterato il proprio status, hanno ingabbiato il paese in una serie di norme, regole, processi farraginosi che, come catene, hanno impedito alle aziende ed ai cittadini una reazione forte contro l’invasore.
Certamente, anche a livello strategico, ci sono state delle scelte corrette, alcune fin coraggiose, ma nell’insieme dobbiamo prendere atto che il paese da questo punto di vista è stato ed è deficitario.
E allora che insegnamenti immediati ne possiamo trarre?
Due insegnamenti fondamentali che determinano due compiti da svolgere tutti insieme come cittadini italiani.
Il primo compito che abbiamo fin da oggi, e dobbiamo farlo subito perché ancora possiamo incidere sulla battaglia in corso che sarà ancora lunga, è quello di richiedere con forza che la strategia (fallimentare) si adegui alla tattica (vincente), aumentando da oggi il corpo sanitario, ripensando subitaneamente l’iter autorizzativo dei medici e degli infermieri, investendo forzatamente sulla ricerca medica, incentivando immediatamente la tecnologia sanitaria, rafforzando tempestivamente la sanità integrativa, aprendo da subito alla telemedicina.
Ma non solo, dobbiamo anche pretendere come cittadini di questo paese che le catene del valore produttivo vengano rafforzate, che la burocrazia fine a se stessa venga eliminata, che i valori sociali vengano rafforzati.
Il secondo compito che abbiamo, e che possiamo svolgere appena passata questa sciagura, sarà quello di pretendere che le strategie dirette al futuro traggano insegnamento da quanto accaduto, perché l’emergenza potrebbe ripresentarsi non solo in campo sanitario ma anche magari in ambito climatico o, forse, nel contesto economico e quindi sarà necessario avere strategie adeguate da un punto di vista sanitario, economico, sociale, climatico e geografico.
Dovremo quindi assolutamente pretendere che chi sceglieremo per governare ascolti prontamente le valutazioni degli scienziati, valuti la possibilità che l’emergenza possa arrivare (e se fortunatamente non arrivasse sarebbe solo meglio), progetti la gestione delle criticità, investa sul futuro.
Oggi dobbiamo affrontare questa epidemia che rappresenta un disvalore enorme, ma dobbiamo impegnarci da subito tutti socialmente, economicamente, politicamente, sanitariamente affinché le scelte di domani possano essere un valore a tutela di tutti noi, perché solo insieme ed in questo modo ce la faremo oggi ed eviteremo di dovere combattere anche domani.