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Droga e psichiatria. 40 mila i giovani tra i 15 e i 24 anni a rischio
Troppo spesso si ritiene che i giovani assumano droghe o sostanze stupefacenti di varia natura con l’arrivo della stagione estiva, quando vivono la vita notturna nei locali più In a contatto di tanti altri loro coetanei. In verità uno dei dati più drammatici degli ultimi anni è che cocaina, cannabis ‘rafforzata’ e anfetamine, nelle loro ormai infinte varianti, sono troppo facili da trovare, troppo ‘democratiche’ per il loro basso costo, pertanto ragazzi di tutte le età, a partire dai 12 anni, ne fanno uso. Sono le nuove droghe psicoattive che fanno letteralmente ‘impazzire’ i giovanissimi, complice anche un cattivo uso del web e una scarsa educazione scolastica e familiare. Annualmente, infatti, sono 40mila gli accessi nei pronti soccorso psichiatrici per i disturbi causati da tali sostanze.
Del fenomeno se ne è occupata la psichiatria che ha chiesto un aiuto e risorse per supportare le sempre maggiori richieste di emergenza nei più giovani, ma non solo, che giungono ai dipartimenti di salute mentale. Uno studio sui clienti di cinque club romani informa che su 273 utenti di età compresa da 18 e 30anni, il 78% riportava pregresso utilizzo delle cosiddette ‘nuove sostanze psicoattive’ (NPS), mentre l’89% riportava utilizzo corrente di cocaina. “La comorbilità fra un disturbo mentale e un disturbo da uso di sostanze usualmente definita come condizione di ‘doppia diagnosi’ – spiega il presidente Sip Bernardo Carpiniello – rappresenta un’evenienza particolarmente frequente”. I numeri, precisa inoltre Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze al Fatebenefratelli-Sacco di Milano, “dicono che nell’ambito dell’urgenza psichiatrica serve intervenire molto in fretta. I servizi devono essere impostati e coordinati per rispondere alle nuove emergenze e nuovi bisogni”.
Avere un disturbo mentale, pertanto, aumenta significativamente il rischio di uso patologico di sostanze e, viceversa, il consumo di sostanze è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di una patologia mentale. Un binomio esplosivo che nei prossimi anni vedrà i reparti dedicati ai disturbi mentali impegnati in una nuova battaglia. Per questo gli psichiatri chiedono un piano per far fronte alle conseguenze mentali delle droghe. “Chiediamo un cambiamento profondo dell’operatività e dell’organizzazione sanitaria attuale – prosegue il direttore Claudio Mencacci – che affida il settore della cura dei disturbi mentali e dei disturbi da uso di sostanze a servizi separati e indipendenti, quasi sempre operanti in modo scollegato fra di loro”. Le nuove linee guida, secondo gli specialisti, dovrebbero scandire programmi più precisi e aderenti all’attualità, sia per gestire le urgenze sia per gestire i ricoveri ospedalieri (che siano volontari o in trattamento sanitario obbligatorio Tso). Inoltre servirebbero fondi per migliorare i programmi di formazione e preparare gli operatori ospedalieri che spesso non sanno come porsi davanti ai nuovi pazienti, figli delle nuove droghe. Un popolo di ragazzini che si compromettono il futuro per una bravata, che in un attimo cadono nella trappola di stupefacenti troppo facili da trovare, troppo economici. E spesso anche troppo difficili da identificare per il continuo mutamento delle formule chimiche che le compongono.
Sono, dunque, molteplici i rischi che si palesano quotidianamente davanti ai giovani studenti italiani. Pericoli concreti, che possono stravolgere un’intera vita, segnandola per sempre. Sulle pagine del Messaggero si parla di droga, alcol e bullismo, vere e proprie insidie che minacciano i più giovani anche nei luoghi che, come la scuola, dovrebbero essere dei rifugi sicuri. E’ di soli pochi giorni fa la notizia dell’arresto di un adolescente tra i banchi di un liceo romagnolo la cui attività di spaccio è stata segnalata alle forze dell’ordine, prontamente intervenute, dagli insegnanti e dal dirigente dell’Istituto. I genitori, stando a quanto emerge da un sondaggio condotto da Swg, percepiscono soltanto in parte la natura e la dimensione dei problemi, ma si rendono comunque conto che per i propri figli l’adolescenza è oggi minacciata più che in passato. Per il 67% degli italiani il timore più grande è che i propri ragazzi facciano uso di sostanze stupefacenti. A breve distanza, con percentuali che oscillano tra il 30 e il 36%, si piazzano il bullismo e la pedofilia. Le brutte compagnie e il cyberbullismo si piazzano a fine classifica, con percentuali rispettivamente pari al 29 e al 22%.