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Emergenza droga, psicofarmaci e alcol tra gli adolescenti
A 12 anni non ci si può sballare e finire in ospedale in coma etilico. Eppure, secondo l’ultima relazione al Parlamento del Ministero della Salute relativo ai dati del 2018, dei 38 mila individui arrivati al Pronto soccorso per intossicazione da alcol ben il 17% ha meno di 14 anni e le ragazzine sono di più rispetto ai coetanei maschi. A rilevarlo un’inchiesta del Corriere della Sera. Si chiama binge drinking, l’ultima “moda” tra gli adolescenti che consiste nell’assumere più bevande alcoliche in un intervallo di tempo breve con il fine di sballarsi. “Più si è giovani nell’avvicinarsi all’alcol più si rischia di sviluppare dipendenza”. Le parole del direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di Sanità, Emanuele Scafato.
Una situazione allarmante che desta molta preoccupazione da Nord a Sud del Paese, con fatti di cronaca che confermano l’emergenza. Sempre più spesso purtroppo arrivano nei diversi Pronto Soccorso d’Italia ragazzini di 13, 14 e 12 anni, ubriachi e addirittura in coma etilico, una condizione questa che può portare gravi conseguenze permanenti dal punto di vista neurologico. A Bolzano, ad esempio fra la mezzanotte del 31 dicembre e le 8 del giorno dopo – si legge nell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera – all’ospedale San Maurizio sono stati ricoverati nove minorenni per grave abuso di alcol. Fra loro una ragazzina di 12 anni in coma etilico. “Spaventoso”, è il commento del primario del Pronto soccorso, Mario La Guardia. “Avevano tassi alcolici fino a cinque volte superiori ai limiti di legge”. Limiti che si riferiscono a persone adulte.
Da Nord a Sud: a Napoli la situazione è diventata una vera e propria emergenza sociale dopo aver registrato che ogni fine settimana arrivano in ospedale giovanissimi molto vicini al coma etilico, “rischiando perfino di non cavarsela”. Per cercare di ovviare a questa emergenza è stato organizzato un Comitato genitori no alcol, con un gruppo facebook dedicato che ha già raccolto centinaia di adesioni e che è capeggiato dall’avvocato civilista Gerardo Avallone.
Non solo alcol, ma anche droghe tradizionali e mix di psico farmaci con mini dosi consumate (con leggerezza) dai giovani tra i 12 e 16 anni, addirittura prima di andare a scuola. Lo racconta al quotidiano La Stampa, il Dottor Dominik Mueller, presidente della rete Aise onlus, che da 40 anni gestisce in Lombardia una rete di ambulatori e residenze come ‘Montevideo 19’ a Milano, per adulti e minori affetti da problemi di tossicodipendenza e psicosociali.
“Prima c’erano eroinomani, cocainomani – spiega lo specialista nell’intervista – oggi molti si improvvisano farmacisti, che assumono qualunque sostanza, un mix di tutto quello che capita: canne, droghe tradizionali, perfino viagra e, appunto, anche codeina negli sciroppi per la tosse, rohypnol, xanax, ketamina, psicofarmaci”.
Un mix di droghe e psicofarmaci molto pericoloso, una vera e propria pratica quotidiana. “Ci si sballa ad ogni ora – sottolinea il presidente della rete Aise onlus – e se succede, vuol dire che la situazione è già grave. Vedo ragazzini che a 12 anni hanno perso il controllo, non sono più in grado di concentrarsi, di controllare la rabbia, di reggere lo stress”.
Tra i motivi dello sballo, oltre all’insoddisfazione e l’emulazione, anche per non sentire dolore. “Tanti adolescenti si sballano ancora più tristemente con i farmaci- aggiunge il Dottor Dominik Mueller. “Alcuni li prendono dagli armadi dei genitori, altri li ordinano su internet o se li procurano in Paesi come la Svizzera. Altri imitano i rapper americani che ‘cantano’ il mix tra codeina degli sciroppi e bibite gazzose. Tutti, in ogni caso, lo fanno per non stare male e la provenienza sociale non mette mai al riparo”.
Per quanto riguarda l’assunzione di droghe leggere la situazione non è meno pericolosa anzi, secondo lo specialista “il 10% dei giovani che abbiano assunto cannabinoidi in giovane età risultino con uno stato psichico “fortemente compresso dopo i 18 anni”.
La fotografia scattata dal presidente della rete Aise onlus è preoccupante e i genitori non dovrebbero sottovalutarla. “La frase che sento tutti i giorni è: ‘Ma è solo canapa’. Molti genitori con i figli tra 10 e 20 anni erano giovani negli anni Ottanta, altri tempi, come dicevamo prima. Però adesso si tende a sottovalutare troppo il problema, magari gli stessi adulti si vantano di fumarla, non si rendono conto che è modificata rispetto alla sostanza naturale e ha effetti già da droga vera, soprattutto sugli adolescenti”.