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Endometriosi e chirurgia robotica Da Vinci
Un’equipe multisciplinare dell’ospedale Civile di Boggiovara ha eseguito un intervento per limitare le conseguenze di una grave forma di endometriosi.
Malattia silente con gravi conseguenze dal punto di vista fisico e psicologico, in una sola parola: endometriosi. È una malattia cronica caratterizzata da una presenza anomala in altri organi – ovaie, tube, peritoneo, vagina, vescica, intestino, il colon retto e l’appendice – del tessuto che di solito riveste la parte interna dell’utero (l’endometrio). “Durante il ciclo mestruale – spiega il dottor Carlo Alboni, direttore del centro endometriosi dell’ospedale Civile di Boggiovara – questo tessuto si comporta come l’endometrio e quindi provoca sanguinamento e conseguente infiammazione acuta e cronica. Le lesioni infiltrano letteralmente la parete degli organi colpiti e generano quadri di tenaci aderenze dentro la pelvi che possono compromettere anche la fertilità. La diagnosi precoce è importante perché consente di gestire la paziente migliorando la sua qualità di vita e riducendo il rischio di danno della funzione degli organi in cui si annida. È, però spesso, una diagnosi difficile perché i dolori vengono di frequente scambiati per semplici dolori mestruali o dolori addominali non specifici e quindi sottovalutati”.
In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni.
Per combattere la patologia è importante la diagnosi precoce e laddove si è sviluppata è necessario l’intervento chirurgico per limitare le conseguenze. All’ospedale Civile di Boggiovara è stato eseguito recentemente un intervento con l’aiuto della robotica Da Vinci, proprio per risolvere una grave forma di endometriosi su una paziente di 29 anni che ha consentito di evitare le più gravi complicanze di questa patologia. L’intervento è stato effettuato dall’equipe di Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie, diretta dalla dottoressa Micaela Piccoli e quella del Centro Endometriosi, diretta dal dottor Carlo Alboni. Il robot Da Vinci consente tramite due consolle a due equipe di intervenire in contemporanea sul paziente, in modo mini-invasivo.
“Nel caso specifico – riferisce Alboni – grazie al robot abbiamo potuto operare insieme ai chirurghi generali. Noi abbiamo eseguito la rimozione delle lesioni endometriosiche dalle strutture di sostengo dell’utero, dal peritoneo e dallo spazio fra la vagina ed il retto (sede, peraltro, che più spesso genera sintomi dolorosi soprattutto durante la defecazione ed i rapporti sessuali). Utilizziamo la magnificazione dell’immagine tridimensionale e la precisione del Robot anche per eseguire la tecnica chirurgica (nerve-sparing) che ci permette di preservare le sottili strutture nervose che garantiscono il corretto funzionamento degli organi pelvici (vescica, retto, utero e vagina). Grazie alla mini-invasività dell’intervento, quindi, la giovane ha visto preservare la propria capacità di funzione degli organi coinvolti e riproduttiva”.
La paziente ora sarà seguita dal centro del Policlinico poiché la gestione della malattia endometriosica non si conclude assolutamente con l’atto chirurgico ma necessita di costante monitoraggio e adattamento della terapia a seconda delle necessità della paziente. Il rischio di recidiva della endometriosi profonda intestinale è molto basso ma in generale si definisce comunque un rischio legato alla cronicità della malattia.
“La paziente – specifica la dottoressa Micaela Piccoli – con una storia di dolori addominali ricorrenti, non ancora inquadrati correttamente, è giunta da noi per un addome acuto da sospetta appendicite. Durante l’intervento di appendicectomia laparoscopica, ci siamo resi conto della presenza di altre lesioni sul peritoneo e sul colon-retto compatibili con un quadro grave di endometriosi, che l’esame istologico sulle biopsie eseguite ha poi confermato. Grazie alla lunga collaborazione con i ginecologi sulle patologie endometriosiche, siamo in grado di riconoscere le lesioni sospette anche quando del tutto occasionali. Abbiamo, quindi, attivato il percorso diagnostico con i ginecologi e, avuta la conferma di un’endometriosi pelvica profonda posteriore, del peritoneo prevescicale e del retto (parte terminale del colon), abbiamo programmato l’intervento congiunto. Noi ci siamo occupati del retto che era infiltrato profondamente da questo tessuto eseguendo una resezione intestinale che, grazie al robot, è stato possibile portare a termine ricanalizzando subito l’intestino, senza alcuna colostomia o ileostomia di protezione, cioè un sacchetto che derivi temporaneamente le feci. La tecnologia robotica con la sua mininvasività, la magnificazione dell’immagine, la precisione del gesto chirurgico, la possibilità di lavorare in più specialità, consente non solo di essere radicali nel rimuovere la patologia, ma soprattutto di rispettare l’integrità della persona e garantirle un’ottima qualità di vita fin da subito dopo l’intervento.”