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Fare da mamma alla mamma: la “doula”, un sostegno emotivo e pratico per la donna
L’etimologia della parola ‘doula’ proviene dal greco e significa “colei che serve la donna”. È una figura non sanitaria, di sostegno emotivo-pratico in gravidanza, nel post-parto e fino al primo anno di età del bambino. Si ispira al ruolo che tradizionalmente svolgevano le nonne, le zie, le sorelle maggiori e che nel tempo si è perso. È molto diffusa in Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Sud Africa, Grecia e altri Paesi del Nord Europa, ma poco in Italia. Secondo alcuni studi realizzati in Inghilterra, è emerso che partorire con l’aiuto della doula riduce del 50% il ricorso al taglio cesareo; del 25% la durata del travaglio; del 60% la richiesta di analgesia epidurale; del 30% il ricorso all’anestesia; migliora l’interazione madre-neonato e aumenta la soddisfazione della donna per l’esperienza del parto. Quali sono le sue funzioni? In che modo assiste una donna durante il bellissimo percorso verso la maternità?
Per conoscere meglio la straordinaria figura della doula e il suo ruolo, abbiamo intervistato Eleonora Fornelli, the Hugging Doula, attualmente impegnata negli Emirati Arabi Uniti ma, come ha dichiarato nel corso dell’intervista, è “a disposizione per raggiungere le mamme bisognose d’aiuto, per far vivere con serenità la fantastica esperienza della maternità, fino ad una distanza di 8 ore d’aereo per periodi di 2 settimane”.
Cosa fa esattamente una doula?
“La doula è una professionista che ha come ruolo quello di affiancare la donna durante il periodo di trasformazione da donna a mamma. È una figura di sostegno emotivo, psicologico e pratico. Io definisco la mia professione come “fare da mamma alla mamma”. Il suo ruolo si differenzia nella fase pre e post-parto. La doula pre-parto affianca la donna durante la gravidanza, aiutandola a raccogliere le informazioni necessarie per fare le proprie scelte in modo consapevole e per arrivare al parto rilassata e cosciente delle proprie capacità fisiche. Generalmente la doula incontra la gestante, preferibilmente con il proprio partner, un paio di volte prima della data presunta del parto in modo da instaurare con la coppia un rapporto di fiducia e intimità. Nel corso degli incontri vengono affrontati i vari argomenti dal punto di vista emotivo e pratico, non medico, che riguardano la gravidanza, il travaglio e il rientro a casa. Mi concentro sulle aspettative della coppia, sulle possibili paure della mamma e nel praticare esercizi di rilassamento utili durante il travaglio e il parto. Quando la data presunta del parto si avvicina, la doula è reperibile 24 ore su 24. Il compito fondamentale è quello di dare un sostegno continuativo dall’inizio del travaglio fino alle ore successive al parto. Alcuni studi hanno rilevato che la futura mamma affiancata dalla doula vive con più serenità il travaglio, con una minore percezione del dolore e poco uso di farmaci conservando un ricordo positivo del parto stesso. Oggi, purtroppo, ci sono donne che vivono in maniera traumatizzante l’esperienza del parto. È nostro compito quindi quello di aiutarle a prepararsi all’evento senza paure e con maggiore fiducia in se stesse.
La doula post-parto, invece, è esperta di maternage, ha il compito di informare su tutte le pratiche di accudimento che aiuteranno a rinforzare il bonding tra mamma e bambino. È un valido sostegno nella fase iniziale dell’allattamento per evitare che la neo mamma non abbia delle inutili complicazioni che possano indurla a smettere di allattare. Il rientro a casa spesso spaventa: la mamma ha paura dell’ignoto in quanto torna a casa con un “nuovo coinquilino” che dipende completamente dai genitori. In questa fase la doula è il “tutor” che indirizza la coppia a creare un rapporto con il neonato, rispettando sempre però le loro scelte. Il nostro lavoro consiste nel provare a fornire “il primo vademecum per la gestione del bambino”, per conoscerlo e avere anche il tempo per riposarsi. Inoltre, siamo sempre a disposizione per chiarire dubbi, incertezze e timori. La neo mamma non deve mai sentirsi sola”.
Durante il travaglio quali sono le sue competenze e in cosa si differenzia dall’ostetrica?
“La doula si aggiunge alla figura dell’ostetrica e del ginecologo, ma non è un operatore sanitario. Il nostro ruolo è quello di supportare e stare accanto alla donna durante il travaglio ricordandole le tecniche praticate durante gli incontri per attenuare il dolore delle contrazioni. Lavoriamo in squadra con l’equipe medica, creiamo un ambiente accogliente e pratichiamo dei massaggi particolari per facilitare il rilascio di ossitocina, mentre le ostetriche e il ginecologo si occupano degli aspetti medici”.
Quando una donna si rivolge alla doula e qual è il rapporto che si instaura?
“Solitamente la doula viene contattata dalle famiglie nel secondo trimestre di gravidanza. Tra la mamma e la doula nasce un rapporto affettivo profondo: si aiuta la donna ad allattare, a riorganizzare la vita domestica, a considerare le priorità e le cose che si possono invece rimandare, a sciogliere i mille dubbi e le varie paure. Sono “The Hugging Doula” ossia “la doula che abbraccia” (http://www.thehuggingdoula.com/): accolgo le mie mamme tra le braccia, le sostengo nelle loro scelte e le aiuto a raccogliere le informazioni di cui hanno bisogno per farle in modo autonomo. Le abbraccio fisicamente quando hanno bisogno di sentirsi amate, come si fa con i propri figli. Sono presente nella vita delle mie mamme proprio come una mamma”.
È anche un sostegno per i papà?
“Certamente, i papà hanno un ruolo attivo, per questo motivo tendo sempre a coinvolgerli durante gli incontri. La doula propone gli strumenti necessari per aiutare la propria compagna durante tutto il percorso verso la maternità. Negli anni, la figura dell’uomo è cambiata, rispetto al passato oggi i papà partecipano attivamente anche sotto il profilo pratico, ad esempio alcuni massaggi richiedono la loro presenza e il loro aiuto, come anche durante il travaglio e al momento del parto. Indirettamente poi, per loro, sapere che c’è una figura che supporta la propria compagna sotto il profilo emotivo e pratico è molto importante. Anche la mamma, a livello psicologico, avendo più fiducia nelle proprie capacità e nel vedere coinvolto in tutte le fasi il compagno, vive più serenamente la relazione con il partner e il loro bambino”.
La doula può aiutare una futura mamma nella prevenzione della depressione post partum?
“Gli studi effettuati in questo campo hanno dimostrato che le mamme che si sono affidate ad una doula professionista, hanno diminuito notevolmente il rischio di depressione post partum imparando a gestire l’ansia e la sensazione di abbandono che spesso compaiono dopo la nascita del piccolo. La prima causa della depressione è il sentirsi sole e incapaci di fronte alla faticosa esperienza dell’essere diventate madri. Il compito della doula dopo il parto è quello di assistere la neo mamma e fare in modo che non venga colpita dalla patologia, in caso di possibili rischi, consigliamo di rivolgersi ad uno specialista perché solo il nostro aiuto non è sufficiente”.
Come si diventa una doula? Come nasce l’amore per la professione?
“Doula si nasce, non ci si diventa. In Italia la professione della doula non è ancora riconosciuta e non c’è ancora un corso di studi vero e proprio. Ho iniziato la mia formazione nel 2008 grazie ad un corso promosso dall’Unione Europea per figure professionali di assistenza alla madre e, successivamente, ho frequentato il primo corso organizzato da un’associazione di doule toscane. La passione nasce dal fatto che sin da bambina avevo una predisposizione alla maternità. Sono madre di tre figlie e dopo la prima esperienza ho capito che vivere la trasformazione da donna a mamma in modo sereno e consapevole è fondamentale per riuscire a crescere dei bambini equilibrati e felici. Ho avvertito la necessità di creare qualcosa in grado di aiutare le neo mamme così, dopo la prima gravidanza, in Italia ho fondato “Il Club delle Mamme”, un luogo di ritrovo per confrontarsi con professionisti ed altre mamme e ricevere sostegno, informazioni a 360 gradi e fare attività utili per se stesse e i propri bambini. Dopo un paio d’anni dall’apertura del Club, con la mia famiglia ci siamo trasferiti all’estero e da quel momento ho seguito la mia vera passione: dare supporto alle donne durante la gravidanza, il parto e il puerperio. Ho frequentato il percorso di studi dell’Associazione di categoria Americana DONA International e oggi sono una doula certificata”.
La figura della doula in molti paesi del mondo è molto diffusa, invece in Italia meno, perchè?
“Credo che in Italia la figura della doula sia estremamente necessaria, ma poco conosciuta anche se, rispetto al passato, c’è una maggiore consapevolezza nei confronti della nostra professione. Ormai siamo una realtà che si sta affermando sempre di più e che trova sempre più riscontro tra le mamme e le figure professionali complementari alla nostra”.
Cosa si sente di consigliare alle donne che stanno per diventare mamme?
“Siate curiose e imparate ad ascoltarvi. Durante la gravidanza e il puerperio il sesto senso femminile si affina e diventa più forte. Imparate ad ascoltarvi e a darvi fiducia. Non abbiate paura del travaglio, è una strada, generalmente in salita, più o meno tortuosa, che vi porterà dritte all’incontro più spettacolare della vostra vita, quello con il vostro bambino. Ricordate sempre, sia prima che dopo il parto, di chiedere aiuto, ci sarà sicuramente una doula in attesa della vostra chiamata”.
La doula affianca non solo la famiglia, ma anche gli altri operatori per il benessere della donna e del suo bambino. Doula si nasce, non si diventa. È una donna utile a tutti, è una madre delle mamme, è una “facilitatrice della migliore esperienza di maternità” che accompagna la coppia nel vivere le emozioni del diventare genitori. Anche l’OMS/WHO nel suo documento “Care in Normal Birth” sostiene che “la donna in travaglio dovrebbe essere accompagnata da persone di cui si fida e con cui si sente a suo agio” e tra queste c’è la doula.