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Festa della donna: una mimosa per la ricerca
In occasione della Giornata Internazionale della donna, in programma venerdì 8 marzo, i volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo torneranno per la prima volta quest’anno sulle piazze della Romagna dopo la pausa successiva all’intenso periodo natalizio.
Chi acquisterà la mimosa solidale presso una delle dieci sedi cittadine, o in uno dei numerosi banchetti sparsi sul territorio, non farà solo un pensiero gradito a tutte le madri, le mogli, le compagne, le amiche, ma sosterrà un importante servizio gratuito pensato per le pazienti che combattono strenuamente, ogni giorno, la loro personale battaglia contro la malattia.
Come avviene tradizionalmente, infatti, il ricavato delle mimose solidali andrà interamente destinato al Progetto Margherita che consiste in un incontro durante il quale le donne, che accedono al servizio, scelgono una parrucca grazie al supporto di un parrucchiere volontario che mette a disposizione la propria professionalità e il proprio tempo e di un volontario, che mette a proprio agio la paziente offrendo ascolto e accoglienza, e rivolto a tutte le donne che devono affrontare il delicato momento della caduta dei capelli a causa della chemioterapia. Si tratta infatti di un effetto collaterale complicato da gestire emotivamente, con forti ripercussioni sul benessere psico-fisico di una paziente. Solo nel 2018 sono state 451 le donne che hanno usufruito del servizio. Un dato notevole, che fa ben capire l’importanza di questo servizio per le pazienti. Sono tante le donne che temono più le terapie che potrebbero salvar loro la vita della malattia stessa, cosa che le rende meno collaborative nei confronti del percorso di cura, con effetti fortemente negativi sulla prognosi e sulla loro qualità di vita.
Come sottolineato, la caduta dei capelli rappresenta un momento particolarmente difficile da accettare, che possiede ripercussioni pesanti sul benessere psico-emotivo di una paziente: riflettersi allo specchio e vedersi calve significa guardare sé stesse e scorgere solo la malattia; identificare la propria persona con il cancro; perdere la propria femminilità, la propria identità. “Secondo un articolo comparso di recente su L’Espresso – spiega il Direttore Generale Ior, Fabrizio Miserocchi – il costo di una parrucca oncologica varia dai 500 euro per un modello sintetico a ben 1.500 euro per un toupet organico con capelli veri: un vero e proprio lusso, in un momento in cui la famiglia è anche gravata dal costo di terapie mediche salvavita costose. Per questo il Progetto Margherita è tanto importante e per questo dobbiamo cercare di espandere la sua portata il più possibile: una donna non può vedersi costretta a scegliere tra la propria bellezza e una cena, una gita, tutte quelle piccole cose che dovrebbero rappresentare la normalità”.
Tuttavia lo Ior rivolgendosi ad alcune realtà oncologiche del territorio ravennate si è spinto oltre la semplice parrucca, donando al Day Hospital Oncologico dell’Umberto I di Lugo, condotto dal Claudio Dazzi, il Paxman Scalp Cooler, dispositivo di Praesidia del valore di 35mila euro circa che cerca di scongiurare proprio l’alopecia da chemioterapia attraverso l’ausilio di un casco refrigerante che, applicato sul capo della paziente mentre si sottopone al trattamento, riduce l’apporto di farmaco al bulbo pilifero restringendone i vasi sanguigni.
“Finora abbiamo trattato 62 donne – ha spiegato il dottor Dazzi – Di queste, 35 pazienti sono riuscite a portare a termine il trattamento senza dover ricorrere alla parrucca. Questo significa che il casco refrigerante ha funzionato nel 56% dei casi, una percentuale in linea con gli altri istituti dove l’apparecchiatura viene utilizzata. Solo 5 donne sono state costrette a interrompere il trattamento per intolleranza: problemi più che altro legati a sensazioni di freddo o cefalea. Possiamo dunque affermare che il casco refrigerante rappresenta un valore aggiunto per la vostra struttura: è la riprova dell’attenzione con cui il nostro reparto si prodiga nel voler non solo guarire il tumore, ma anche curare la persona.