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Festa della mamma: gli Health Point aderenti offrono servizi di telemedicina gratuiti
Anche quest’anno ci siamo! Oggi, domenica 13 maggio, in Italia si festeggia la festa della mamma, una ricorrenza che ha origini antiche.
In occasione della giornata sono state organizzate diverse iniziative per la tutela della salute delle mamme, tra queste quella promossa negli Health Point, i centri di telemedicina che consentono di accedere, in modo semplice, rapido, ed economico, ad alcuni servizi – automisurazione, telerefertazione, televisita – con il supporto di un infermiere qualificato e l’utilizzo di dispositivi innovativi, evitando agli utenti tempi lunghi di attesa e la necessità di prenotazione.
Nei centri aderenti, da oggi fino a fine mese, le mamme possono sottoporsi gratuitamente ai seguenti esami:
-valutazione composizione corporea (impedenziometria)
-plicometria
-indice di massa corporea
-pulsossimetria
-misurazione pressione
-Ecg a 1 traccia
-misurazione frequenza cardiaca a riposo.
Per maggiori informazioni, ci si può rivolgere al centro più vicino o a quello di riferimento.
Torna poi l’appuntamento, in 3700 piazze italiane, con l’Azalea della Ricerca di AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, il fiore simbolo della lotta contro i tumori femminili. Questo fiore ha permesso ad AIRC, solo negli ultimi 5 anni, di investire oltre 64 milioni di euro per sostenere 498 progetti di ricerca e 126 borse di studio per studi sulla prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori femminili.
Secondo gli ultimi dati AIOM e AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2017, a 65.800 donne è stato diagnosticato un tumore alla mammella o agli organi riproduttivi. Il cancro al seno è il più diffuso con circa 50.000 nuovi casi: si stima che ne sia colpita 1 donna su 8 nell’arco della vita. È però la patologia per la quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati portando la sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, a crescere dall’81% all’87%. Un traguardo importante, ma ancora lontano dall’obiettivo del 100%. Resta molto da fare, ad esempio, per il tumore triplo negativo che colpisce soprattutto in giovane età, e per il carcinoma mammario metastatico che oggi interessa circa 36.000 donne, alle quali è necessario garantire una sempre migliore qualità di vita con terapie specifiche.
Lo scorso anno i tumori ginecologici hanno, invece, colpito nel complesso 15.800 pazienti. 8.300 sono state le diagnosi di cancro all’endometrio e 2.300 alla cervice uterina: per queste patologie la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante, arrivando rispettivamente al 77% e al 68%. Diversa è la situazione per il tumore dell’ovaio – che ha riguardato circa 5.200 donne – perché è difficile da diagnosticare precocemente, presenta un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci. Per superare questi aspetti critici, i ricercatori AIRC si stanno muovendo in due direzioni: da un lato provano nuove combinazioni di farmaci capaci di ridurre la resistenza e dall’altro, grazie all’immunoterapia, cercano di individuare cellule capaci di stimolare le risposte immuni dei pazienti.
Superare la resistenza ai trattamenti e personalizzare la terapia delle giovani pazienti colpite da tumore al seno è l’obiettivo della biologa Barbara Belletti, scelta a rappresentare i 5.000 scienziati AIRC nell’immagine della campagna dell’Azalea della Ricerca dove è ritratta insieme alle figlie Bianca e Maria Giulia. “Grazie al lavoro di squadra di tanti giovani in laboratorio e al fondamentale contributo dei colleghi clinici in Istituto, io e il mio gruppo di lavoro intendiamo comprendere sempre più in profondità le alterazioni molecolari che sono la causa di una maggiore aggressività nel tumore al seno quando insorge nella donna giovane – ha spiegato Belletti, ricercatrice presso il Centro di riferimento oncologico (CRO) di Aviano, dove per i prossimi cinque anni guiderà un progetto AIRC su questo specifico tema – Lo studio e la comprensione di queste differenze ci permetterà di sviluppare nuove strategie per migliorare la terapia e la prognosi delle pazienti con trattamenti sempre più personalizzati ed efficaci”.
La prevenzione è fondamentale per combattere le neoplasie. In occasione della festa della mamma, per la tutela della salute di tutte le donne, vogliamo ricordare quali sono gli esami di screening e quando è consigliato eseguirli. Innanzitutto, adottare stili di vita sani, seguire un’adeguata alimentazione, ricca di frutta e verdura, evitare di fumare e svolgere un’attività fisica moderata è il primo passo della prevenzione. I programmi di screening per la diagnosi precoce è sicuramente il passo successivo per evitare malattie come il cancro al seno o al collo dell’utero.
A seconda dell’età è consigliabile sottoporsi a degli esami: compiuti i 20 anni le donne possono eseguire una prevenzione “fai da te” attraverso l’autopalpazione del seno, almeno una volta al mese e controllare con il tatto se si sentono dei noduli. Una volta l’anno è comunque consigliabile fare la visita dal ginecologo per i controlli generici.
Al compimento del 30esimo anno si consiglia di aggiungere sull’agenda “rosa” un altro appuntamento, quello con il senologo per la visita senologica,
Il senologo, prima di cominciare l’esame clinico con l’osservazione e la palpazione delle mammelle, raccoglie tutte quelle informazioni utili per la diagnosi definitiva che sono: un’eventuale presenza di casi di tumore del seno in famiglia (nel caso dovessero esserci le donne tra i 40 e i 50 anni dovrebbero effettuare una volta l’anno una mammografia e una ecografia), a che età è comparso il primo ciclo mestruale o a che età è terminato, gravidanze, alimentazione e terapie ormonali.
Dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è ancora più importante perché è proprio tra i 50 e i 70 anni che il rischio di sviluppare questo tumore è maggiore.
Gli esperti consigliano una mammografia ogni due anni almeno fino ai 75 anni perché la vita media si è allungata e si possono ottenere buoni risultati terapeutici anche in pazienti anziane.
Il cancro delle cervice uterina è il secondo più frequente tipo di tumore femminile ed è il primo tumore riconosciuto dall’OMS come totalmente riconducibile a un’infezione.
Il Sistema Sanitario Nazionale, orami da qualche anno ha messo a disposizione per le ragazzine di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, ma anche a tutte quelle che hanno più di 13 anni e che non hanno avuto rapporti sessuali, il vaccino HPV (Human Papilloma Virus). Il vaccino è gratuito fino a 13 anni e non comporta dei rischi.
Il Papilloma virus inizialmente può presentarsi con delle lesioni sulle cellule del collo dell’utero che se non monitorizzate e trattate, nel tempo, potrebbero prima dare origine un carcinoma insitu e poi ad un cervice carcinoma, più comunemente conosciuta come cancro del collo dell’utero. È un’infezione che non dà sintomi ed è possibile scoprirla grazie al HPV-Dna Test e il Pap-test, esame questo che si effettua durante una normale visita ginecologica. È importante sottoporsi al Pap-test una volta l’anno, proprio perché è in grado di individuare precocemente la presenza di alterazioni che potrebbero diventare tumori del collo dell’utero.