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Fine dello stato di emergenza: al via l’eliminazione graduale delle restrizioni covid-19
Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il dl sulle riaperture. Cosa cambia dal 1° aprile
Dopo due anni di restrizioni a causa della pandemia da Covid-19 si entra in una nuova fase. L’1 e il 30 aprile sono le due date da tenere a mente per quanto riguarda le novità sulle misure anti-covid.
Il Consiglio dei ministri si è riunito il 17 marzo e ha approvato all’unanimità il decreto riaperture con provvedimenti importanti che eliminano quasi tutte le restrizioni.
Il 31 marzo cesserà lo stato di emergenza e verrà sciolto il Cts. “Per fine marzo, con la fine dello stato d’emergenza, scioglieremo il Cts”, il cui operato, ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa “continuerà con l’Iss e il Css. Devo ringraziare tantissime persone per il risultato ottenuto, anche a nome del governo. Tra questi “Locatelli e Brusaferro e tutti i membri del Cts, presenti e passati. Il Cts, se uno esamina la situazione che si è sviluppata, ha dato un supporto straordinario a decisioni difficilissime, anche un supporto psicologico, perché forniva pareri che davano la possibilità di assumere decisioni sulla base della scienza e non delle sensazioni. È un aspetto essenziale per chi le decisioni doveva prenderle e per chi in Parlamento doveva votarle”.
Dal 1° aprile il percorso per il graduale ritorno all’ordinario prevede: la fine del sistema delle zone colorate, il graduale superamento del green pass, l’eliminazione delle quarantene precauzionali.
Mascherine
Dall’11 febbraio non è più obbligatorio indossare le mascherine all’aperto. Fino al 30 aprile viene reiterato l’obbligo di mascherine ffp2 negli ambienti al chiuso quali i mezzi di trasporto e i luoghi dove si tengono spettacoli aperti al pubblico. Nei luoghi di lavoro sarà invece sufficiente indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
Green pass
Dal 1° aprile non sarà più necessario essere in possesso del Green pass per salire su tram, metro e bus locali. Resta l’obbligo di mostrarlo, fino al 30 aprile, solo per i trasporti a lunga percorrenza.
Super green pass
Stop all’obbligo di super Green pass per l’accesso al lavoro degli over 50 dal 1° aprile.
Sui posti di lavoro ci si potrà recare con Green pass base, anche superati i 50 anni d’età, e dal 1° maggio verrà eliminato l’obbligo.
Resta l’obbligo del Green pass rafforzato fino al 30 aprile per i servizi di ristorazione al chiuso, centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso.
L’obbligo di vaccino resta solo per il personale sanitario e delle Rsa fino a fine anno, decade dunque per il comparto scuola e per quello della sicurezza, dove era stato finora previsto.
Impianti sportivi: ritorno al 100% all’aperto e al chiuso dal 1° aprile;
Scuola
Per quanto riguarda la scuola il decreto prevede nuove misure in merito alla gestione dei casi di positività.
Scuole dell’infanzia – Servizi educativi per l’infanzia
In presenza di almeno quattro casi tra gli alunni nella stessa sezione/gruppo classe, le attività proseguono in presenza e docenti, educatori e bambini che abbiano superato i sei anni utilizzano le mascherine FFP2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo. In caso di comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo all’ultimo contatto, va effettuato un test antigenico rapido o molecolare o un test antigenico autosomministrato. In quest’ultimo caso l’esito negativo del test è attestato con autocertificazione.
Scuole primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado e sistema di istruzione e formazione professionale
In presenza di almeno quattro casi di positività tra gli alunni, le attività proseguono in presenza e per i docenti e per gli alunni che abbiano superato i sei anni di età è previsto l’utilizzo delle mascherine FFP2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo. In caso di comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo all’ultimo contatto, va effettuato un test antigenico rapido o molecolare o un test antigenico autosomministrato. In quest’ultimo caso l’esito negativo del test è attestato con autocertificazione.
L’isolamento
Gli alunni delle scuole primarie, secondarie di primo grado, secondarie di secondo grado e del sistema di istruzione e formazione professionale, in isolamento per infezione da Covid, possono seguire l’attività scolastica nella modalità di didattica digitale integrata accompagnata da specifica certificazione medica che attesti le condizioni di salute dell’alunno. La riammissione in classe è subordinata alla sola dimostrazione di aver effettuato un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo.
“Come avevo anticipato alla fine dello scorso anno – ha sottolineato il premier Mario Draghi in conferenza stampa – l’obiettivo del governo era un ritorno alla socialità e la riapertura economica, riconquistare la socialità tra i ragazzi, che tornassero a scuola, limitare l’uso della Dad. Credo che i provvedimenti approvati oggi riconoscano che è uno stato a cui siamo arrivati”.
“Grazie al vaccino sono stati evitati quasi 80mila decessi nel solo 2021 – ha specificato – la pandemia è stata superata sulla base di vaccini e tanta gente non è morta perché è stata vaccinata”. Ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa.
Il 18 marzo si è celebrata la giornata nazionale delle vittime del Covid-19.
“La data del 18 marzo 2020 rimane incisa nella memoria degli italiani. Una immagine, quella dei mezzi militari che a Bergamo trasportavano le vittime falcidiate da un virus allora ancora sconosciuto, che racchiudeva il dramma dell’intera pandemia. Alla memoria delle vittime ci inchiniamo. Nel dolore dei loro familiari si riconosce l’intera comunità nazionale”. Ad affermarlo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “In questa giornata simbolica – ha sottolineato Mattarella – che il Parlamento ha scelto di istituire abbiamo l’occasione per ricordare i tanti che non ci sono più e, insieme, l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali. Scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare. A tutti loro va la nostra gratitudine”.