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Fumo, dipendenza addio. Come Fare?
Un’agenzia di pubblicità svedese ha recentemente realizzato un cartellone pubblicitario animato per pubblicizzare i prodotti di una catena di farmacie che coadiuvano i fumatori nel difficile percorso che li porta ad abbandonare le sigarette.
Il cartellone è stato dotato di un rilevatore di fumo ed è stato posizionato in una piazza di passaggio di una città svedese; ogniqualvolta un fumatore si avvicina al cartellone con una sigaretta accesa, il personaggio in esso rappresentato comincia a tossire rumorosamente attirando l’attenzione dei passanti.
Un’idea certamente originale, che tenta di combattere una delle dipendenze più diffuse al mondo: il tabagismo.
Il tabagismo rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale ed è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie.
Secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo, oltre che la principale causa di morte evitabile.
Si stima che circa 6 milioni di persone perdono la vita ogni anno per i danni derivanti dal tabagismo, con la preoccupante prospettiva di probabili decessi nell’anno 2030 pari a 8 milioni. Solo in Italia, dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno sono causate dal fumo.
I dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità nel corso del 2016 evidenziano che i fumatori nel nostro Paese sono 11,5 milioni, pari al 22,0% della popolazione, di cui 6,9 milioni di uomini (il 27,3%) e 4,6 milioni di donne (17,2%). Il consumo medio di sigarette in un giorno si attesta, come per l’anno precedente, intorno alle 13 sigarette.
Un’ulteriore indagine svolta dall’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (ESPAD) ha attribuito all’Italia un infelice primato: il Bel Paese è lo Stato europeo dove vi è il maggior numero di adolescenti fumatori. La ricerca, condotta nelle scuole di 35 Paesi tra studenti di 15-16 anni, vede l’Italia primeggiare per la percentuale di fumatori adolescenti, seguita da Bulgaria e Croazia, mentre l’Islanda e la Norvegia hanno le percentuali più basse.
Questo preoccupante dato può essere in parte giustificato dal fatto che non sempre i giovani fumatori sono a conoscenza dei pericoli del fumo. Oggi sappiamo che il fumo è ritenuto responsabile non solo di patologie quali il tumore al polmone, ma rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, oltre ad essere uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un soggetto non fumatore.
È quindi estremamente importante realizzare programmi di prevenzione del tabagismo nelle scuole, in modo da ridurre la prevalenza di nuovi fumatori.
Un significativo esempio in tal senso è quello della Regione Lombardia, dove la prevenzione del tabagismo rappresenta, da diversi anni, un’attività di gran rilievo. Infatti, già nel settembre del 2000, la Regione Lombardia ha istituito un Gruppo di studio per la prevenzione del tabagismo, di cui fanno parte esperti appartenenti al mondo sanitario e accademico ed alle associazioni di volontariato. Il Gruppo di studio ha compiti consultivi, propositivi e di verifica dell’applicazione delle Linee Guida per la prevenzione del tabagismo nella regione.
Al fine di promuovere un approccio complessivo ed integrato al fenomeno del fumo di tabacco, la Regione Lombardia sta poi sviluppando tutta una serie di attività nelle seguenti aree di intervento: Scuola, Giovani e Fumo; Ospedali e ASL senza fumo; Fumo e Medici di Medicina Generale; Disassuefazione e Controllo del fumo passivo. Con particolare riferimento alla prima area di intervento, è stato istituito il programma regionale per la prevenzione del tabagismo nell’età evolutiva “Liberi dal Fumo”, articolato in quattro differenti sotto-programmi specifici per tipologia e grado di scuola.
Il programma ha preso in considerazione le raccomandazioni del Centro per la prevenzione ed il controllo delle malattie di Atlanta (USA), che suggerisce di:
- iniziare con l’educazione alla prevenzione del tabagismo dalla Scuola dell’Infanzia e continuare fino alla Scuola secondaria di secondo grado, intensificando gli interventi nella Scuola Primaria e Secondaria di primo grado;
- realizzare programmi di formazione specifici per gli insegnanti;
- coinvolgere genitori e famigliari nel sostegno dei programmi di prevenzione del tabagismo a scuola;
- fornire conoscenze mirate circa gli effetti a breve termine dell’uso di tabacco e far acquisire capacità specifiche per rifiutare la sigaretta.
Tra gli obiettivi che si è prefissata la Regione Lombardia con l’adozione del programma “Liberi dal Fumo” si rilevano la riduzione della prevalenza dei fumatori abituali tra i giovani e degli sperimentatori, oltre all’aumento di specifiche conoscenze sui danni del tabagismo. Ad oggi, la valutazione dei programmi didattici posti in essere ha dato risultati positivi in termini di efficacia, fattibilità e gradimento, fermo restando che al fine di valutare la ricaduta degli interventi di educazione sanitaria in termini di efficacia ed appropriatezza nella popolazione giovanile e per stimare la prevalenza delle abitudini tabagiche dei giovani lombardi, la Regione ha organizzato un sistema di sorveglianza continua in tutto il territorio lombardo.
Non solo i giovani fumatori o sperimentatori, ma anche i fumatori abituali possono contare su diversi supporti che gli consentano di smettere di fumare.
Uno su tutti è rappresentato dagli oltre 300 Centri Antifumo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), del privato sociale e delle sedi della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, collocati in tutte le venti Regioni italiane e gestiti dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità. I Centri sono a disposizione di tutti coloro che intendano intraprendere il percorso di disassuefazione anche tramite incontri ad hoc realizzati con il supporto di counselors, medici e dietisti.
Da ultimo, sul tema è intervenuto anche il legislatore con l’emanazione del D. Lgs. n. 6 del 12 gennaio 2016 che recepisce la Direttiva europea 2014/40/UE sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati. Il D. Lgs. 6/2016 ha disposto l’introduzione sulle confezioni di sigarette delle cd. avvertenze combinate relative alla salute, composte da un testo e da una fotografia a colori oltre al riferimento al numero verde contro il fumo dell’Istituto Superiore di Sanità.
A tale intervento legislativo, seguirà l’attuazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, che prevede tra gli obiettivi nazionali da conseguire la riduzione della prevalenza dei fumatori di almeno il 10% entro il 2018, nonché il miglioramento/consolidamento della tutela dei non fumatori dal fumo passivo con l’incremento almeno del 5% dei valori del rispetto della legge nei luoghi di lavoro.
La battaglia contro il tabagismo continua.