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Fuoco di Sant’Antonio: arriva il vaccino che tutti ignorano
Dalla credenza popolare all’accertamento scientifico: in passato si curava invocando il Santo, oggi invece è possibile combatterlo attraverso un apposito vaccino ma sono in pochi a saperlo. Si tratta del Fuoco di Sant’Antonio, conosciuto dalla scienza come herpes zoster, e noto nell’antichità anche con il nome di fiamme di Satana, è una malattia virale a carico della cute e delle terminazioni nervose, causata dal virus della varicella infantile (varicella-zoster virus). Per tutti rappresenta una dura esperienza e secondo un’indagine di DoxaPharma per MSD Italia sarebbero circa 30mila le persone affette.
L’herpes zoster non è la stessa malattia dell’herpes simplex, nonostante la somiglianza del nome (sia il virus della varicella zoster sia l’herpes simplex virus appartengono alla stessa sottofamiglia virale degli Alphaherpesvirinae). Il suo nome deriva da due parole greche, “serpente” e “cintura”, che descrivono in modo molto appropriato una malattia dolorosa, come un serpente di fuoco che si annida all’interno del corpo e che a volte ha strascichi lunghi e invalidanti. La malattia è caratterizzata da una eruzione cutanea dolorosa con presenza di vescicole, solitamente limitata ad un lato del corpo, spesso in una striscia.
Tuttavia in moltissimi, la quasi totalità delle persone affette da questa patologia, non sanno che esiste un vaccino per il fuoco di Sant’Antonio, ora previsto in forma gratuita per i 65enni dal nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. L’indagine ha coinvolto oltre 200 persone tra i 60 e i 70 anni: il 40% – informa l’Ansa – ha dichiarato che il dolore provato ha compromesso la vita professionale, con una perdita di circa 13 giorni lavorativi e il 55% ha sottolineato che nella fase più acuta non è stato più in grado di gestire autonomamente diverse attività quotidiane. “Questo dolore ha la particolarità di essere molto resistente alle comuni terapie antalgiche – spiega Sandro Giuffrida, Direttore della U.O.C. di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria – per questo motivo è determinante il ruolo della prevenzione. Ma su questa patologia c’è un gap comunicativo: la percezione del rischio di ammalarsi di Zoster è elevata solo nelle persone che hanno conosciuto la malattia. Chi non ha questa percezione, in genere, non sa nemmeno che esiste un vaccino”. Per veicolare le informazioni un ruolo importante è quello del medico di medicina generale. “Vaccinare tutta la popolazione, con un’attenzione proprio verso le fasce più fragili, è l’unico modo per prevenire le conseguenze associate al Fuoco di Sant’Antonio – aggiunge inoltre Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia – abbiamo la possibilità di farlo con un vaccino in una sola dose, che ha dimostrato efficacia e tollerabilità”.
In Europa, quasi ogni adulto (oltre il 95%) ha contratto la varicella ed è quindi a rischio di sviluppare l’Herpes Zoster. Sono circa 1,7 milioni i nuovi casi registrati ogni anno sul vecchio continente. Non è possibile prevedere chi si ammalerà di Herpes Zoster, ma invecchiando, il sistema immunitario dell’essere umano perde forza consentendo al virus di tornare in attivo: due casi su tre di Herpes Zoster si manifestano dopo i 50 anni 2,3. In Italia si registrano 157.000 nuovi casi ogni anno (quasi 18 casi ogni ora) pari a un’incidenza di 6,3 per 1.000 persone/anno4.
La sintomatologia si presenta attraverso mal di testa, affaticamento, malessere generale, dolore, bruciore, prurito o fitte nell’area cutanea interessata che presenta inizialmente eritema e bolle piene di liquido, che dopo alcuni giorni si aprono e si trasformano in croste. La fase acuta dura da 2 a 4 settimane.