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Gentilezza: crescono gli Assessorati del “Grazie”!
Politica e gentilezza potranno mai stringersi la mano? Luca Nardi, 39enne ideatore dei Giochi nazionali della gentilezza e anima dell’associazione “Cor et amor” ritiene che in fin dei conti non si tratta di una relazione così scoppiettante e che diversi sono i punti in comune tra le due sfere del quotidiano. Da un lato la sfera politica, l’ambito amministrativo presente in ogni Paese del mondo e grazie al quale un popolo riceve delle norme vivendo su un determinato territorio; dall’altra, la gentilezza, una virtù che appartiene a pochi ma che – precisa lo stesso Nardi – “è conveniente apprendere sin dalla tenera età”.
“Permesso, grazie, scusa, queste sono le tre parole della convivenza: se si usano, la società va avanti”. È stato papa Francesco a parlare della cultura della gentilezza per la prima volta. Una cultura di cui quasi nessuno di fatto conosceva le caratteristiche almeno fino a pochi anni fa, quando nel 1998 è stato celebrato per la prima volta il World Kindness Day. La data non è stata scelta casualmente, in quanto coincide con la giornata di apertura della Conferenza del “World Kindness Movement”, il movimento mondiale per la gentilezza, svoltasi a Tokio nel 1997 e conclusasi con la firma della Dichiarazione della Gentilezza. Nella giornata del 13 novembre, pertanto, ci si dovrebbe sentire spinti, più di altre volte, a riflettere sulla bontà dei propri gesti e delle parole dette. Effettivamente basterebbe ben poco affinché il mondo fosse più gentile. A riscoprire l’importanza della gentilezza sono stati proprio i politici che nell’ambito dei Comuni hanno introdotto un nuovo Assessorato, ovvero quello dedicato alla gentilezza. Sono in tutto 70 gli assessori alla Gentilezza in Italia, nominati nelle proprie amministrazioni (oltre 8 mila comuni italiani), sia a nord che a sud del Paese, in una sorta di “comunità gentile bipartisan” di cui fanno parte esponenti di forze politiche diverse. L’idea è partita proprio da “Cor et Amor” di Luca Nardi.
Come nasce l’idea di questa nuova delega molto umana ma che di politico ha ben poco?
Come Associazione siamo partiti con l’idea di circondare di gentilezza i bambini perché così cresceranno come adulti gentili sorretti da una serie di valori. Abbiamo creato la Giornata mondiale dei giochi della gentilezza che ha coinvolto quest’anno, sull’intero territorio nazionale, quasi 50 mila bambini. Sport, iniziative, ambito ricreativo, un girotondo attorno ai più piccoli dal punto di vista della formazione sociale. Da qui, era il 26 maggio, giorno dell’ultima grande tornata elettorale delle amministrative, ha preso avvio la delega alla gentilezza.
Era necessaria?
“Cor et Amor” è un’associazione di promozione sociale composta da educatori, psicologi, figure che operano generalmente nell’ambito dei servizi sociali, che negli ultimi tempi hanno riscontrato un peggioramento di welfare nel Nord-Ovest della nostra penisola. Con ogni probabilità, il consolidarsi della crisi economica e gli enormi mutamenti globali hanno condizionato ciò che fino a qualche anno fa funzionava, e bene. Tra i nostri obiettivi c’è l’integrazione del welfare con azioni sociali a costo zero, servendoci della gentilezza al fine di creare un welfare indipendente dalla crescita economica.
Un’utopia o un piano realmente realizzabile?
Creiamo i presupposti con azioni. Non è un semplice corso di cortesia ma azioni pratiche che si avvalgono di piccole modifiche semplici a livello comportamentale e di proposte che finiscono sui banchi dei consigli comunali: pensiamo a gesti grandi come ascoltare le esigenze del territorio, pratici come istituire parcheggi per future mamme ma anche piccoli, come cogliere dei fiori dal proprio giardino per decorare il Comune in vista di un matrimonio. Siamo in un momento storico in cui è quanto mai necessario rispolverare gli antichi e saldi valori della società di ieri: un tempo tra le persone intercorreva un rapporto umano, oggi invece le persone sono sempre più distratte e sole anche a causa della tecnologia.
Ci sono azioni che mettono in pratica questa delega?
A Roccalumera (Messina) per esempio sono state organizzate visite alle case di riposo per far sentire meno soli gli anziani ospiti. C’è anche in programma la creazione di un “angolo della gentilezza”, dove lasciare appesi abiti per i più bisognosi. Ispirandosi al “caffè sospeso” di Napoli, invece, a Lonate Pozzolo (Varese) l’Assessore Melissa Derisi ha lanciato la “Solidarietà SoSpesa” che prevede diverse iniziative, tutte allo scopo di aiutare chi ne ha più necessità. Per esempio, col “Quaderno sospeso” si possono devolvere fondi alle cartolerie per acquistare materiale scolastico per i bambini di famiglie meno abbienti. Lo stesso accade con i medicinali grazie al “Farmaco Sospeso”.
La delega alla gentilezza ha accattivato molte Amministrazioni comunali. Quante sono oggi e per quale ragione nell’elenco non sono presenti grandi Comuni?
Ad oggi sono oltre 70 le Amministrazioni comunali che hanno sposato la nostra proposta. La prima è stata Rivarolo Canavese. In realtà si parla di un vero e proprio poker piemontese dal momento che questa nuova delega è stata immediatamente istituita da quattro comuni: Igliano (Cn) Omegna (Vco), Rivarolo Canavese (To) e Salerano (To). Abbiamo presentato una proposta agli organi di informazione locali e la notizia è rimbalzata agli amministratori che l’hanno fatta propria. Abbiamo bisogno proprio di questo, della fiducia anche solo di un singolo affinché un sogno si avveri. Oggi la delega è presente su tutto il territorio nazionale e i Comuni che l’hanno adottata sono di ogni colore politico perché la gentilezza è qualcosa sopra le parti.
Una dichiarazione che stride se pensiamo a parti politiche che innalzano muri e non creano ponti. Non trova?
Questo tipo di delega richiede scelte semplici che gradualmente possono condizionare in meglio l’operato di una Giunta: attenzione verso gli altri e verso ciò che accade intorno a sé; condivisione di beni o risorse e rispetto per l’ambiente. Per questa ragione ogni mese sottoponiamo all’attenzione delle Amministrazioni che hanno creduto in noi diverse azioni da mettere in pratica più o meno subito. Sei anni fa, quando abbiamo inventato i Giochi della gentilezza, in molti ci guardavano con scetticismo e l’ironia non mancava. Quest’anno abbiamo ottenuto una piccola vittoria con oltre 48 mila bambini e ragazzi che hanno aderito all’iniziativa in tutta Italia. Lo facciamo perché ci crediamo. Io sono un padre motivato solamente a lasciare alla propria figlia una società migliore di quella che ha trovato.
Tornando alle grandi città, come spiega la scarsa adesione?
Tra le più grandi che hanno adottato la delega alla gentilezza annoveriamo Trani e Grosseto. Si tratta di una delega partita dalle piccole Amministrazioni cittadine: a primo impatto può essere rischiosa perché viene interpretata come qualcosa di superfluo e di irrisorio. Adesso che si svilupperà questo tipo di cultura, sono convinto che si allargherà alle città più grandi.