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Giornata del Fiocchetto Lilla per combattere i disturbi del comportamento alimentare
Secondo le ultime stime, in Italia sono circa 3 milioni i giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, fra questi 2,3 milioni sono adolescenti. Il 95,9% delle persone colpite da anoressia – il disturbo più pericoloso dal punto di vista della mortalità che è intorno al 5-10% – sono donne e il 4,1% uomini.
Chi soffre di disturbi del comportano alimentare, DCA, ha un rapporto alterato con cibo, peso e immagine corporea, tutti fattori che generano una riduzione dell’autostima con conseguenze sulla qualità della vita.
Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’anoressia e bulimia, oggi si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla e sono oltre 120 gli incontri organizzati in tutta Italia tra ambulatori specializzati del servizio pubblico, ospedali, sedi di associazioni, teatri. Tra le strutture aderenti all’inziativa, l’ospedale Meyer di Firenze che si è tinto di lilla. “I disturbi alimentari – si legge nella nota – sono da alcuni anni oggetto di attenzione crescente da parte del mondo scientifico a causa della loro diffusione tra le fasce più giovani della popolazione e delle cause spesso complesse e dovute alla coesistenza di più fattori”.
Anche a Roma, presso il Policlinico Gemelli di Roma, un team multidisciplinare ha incontrato pazienti e familiari per discutere e informare su anoressia, bulimia, binge eating e altri disturbi del comportamento alimentare, che colpiscono oltre ai giovani anche adulti, soprattutto donne.
I disturbi del comportamento alimentare, DCA, sono patologie complesse che se non diagnosticate e curate precocemente possono avere delle serie conseguenze sulla salute del paziente.
“Una diagnosi tardiva – ha spiegato il dottor Dante Zini, Direttore della Struttura Dipartimentale di Medicina Interna, Obesità e DCA dell’Ospedale Civile di Baggiovara – aggrava le conseguenze dei disturbi del comportamento alimentare, rende più difficile il trattamento e può determinare tempi molto più lunghi di malattia. Le conseguenze di AN, BN e BED sono sia fisiche che psicologiche e in epoche molto delicate della vita, per esempio nella fase dello sviluppo adolescenziale, e possono ripercuotersi sugli anni futuri. Non voglio trasmettere un messaggio di allarmismo eccessivo e di pessimismo inutile, vorrei anzi dire che è legittimo essere fiduciosi sul buon esito di una buona terapia. Ma certo occorre essere tempestivi nella terapia, mettere in atto terapie appropriate secondo l’esperienza internazionale e presso Centri esperti che assicurano una terapia multidisciplinare, con presenza di medici e nutrizionisti, psicologi, psichiatri. Non tutte le terapie sono appropriate, è necessario dirlo. Il primo interlocutore con cui esprimere le preoccupazioni per un proprio caro è il Medico di Medicina Generale o il Pediatra di Libera Scelta”.
Come spiegato, i disturbi del comportamento alimentare sono patologie complesse ed è un fenomeno molte volte sottovalutato sia da chi ne soffre, che dalla famiglia.
“E’ difficile, per chi non conosce queste malattie – ha detto Zini – comprenderle e comprendere la grande sofferenza reale di cui soffrono questi pazienti. I disturbi alimentari sono caratterizzati da aspetti psicologici specifici, da comportamenti disfunzionali e da complicanze fisiche e psicologiche gravi, fino alla morte, che auto-mantengono la malattia. Spesso questi aspetti specifici si accompagnano ad aspetti generali di fragilità psicologica: perfezionismo, intolleranza alle emozioni, bassa autostima, difficoltà nelle relazioni. Tipicamente queste malattie hanno una componente psicologica ma anche una componente fisica, che è parte integrante della malattia stessa. Le ragazze con anoressia nervosa (AN) non stanno ‘facendo i capricci”, ma soffrono realmente per un aspetto psicologico specifico, uno stato mentale continuo e ossessivo di preoccupazione ed autovalutazione basata sulla propria immagine corporea (si vedono grasse, vogliono dimagrire anche se sono sottopeso, si sentono in valore solo se riescono a controllare peso e alimentazione), sul desiderio di magrezza e di controllo assoluto della alimentazione. Questo impedisce loro di essere libere e di vivere gli interessi normali e belli della loro vita. Non solo, le porta a gravi comportamenti finalizzati al calo del peso: restrizione alimentare, attività fisica eccessiva e compulsiva, con conseguente magrezza anche “estrema”. In alcuni casi (le cosiddette varianti “binge” e “purging”), alla restrizione possono accompagnarsi perdite di controllo alimentari e vomito. Questi comportamenti causano gravi complicanze mediche e psicologiche ascrivibili alla malnutrizione o al vomito, anche molto rischiose: una terapia adeguata deve necessariamente comprendere sia la terapia medica, che quella nutrizionale e la psicoterapia. La malnutrizione, inoltre, in un circolo vizioso, mantiene vivi gli aspetti psicologici specifici della malattia: noi diciamo che è un “fattore di mantenimento specifico”. Un fattore che rende difficile la cura è che le ragazze normalmente non vogliono curarsi (il disturbo è “egosintonico”), perché ritengono che i loro comportamenti diano loro sensazione di valore e sicurezza. Oggi si stanno diffondendo inoltre alcune varianti dei disturbi del comportamento alimentare, come la “vigoressia”, legata a nuovi stili di vita, concentrazione dell’attenzione sulla cura del corpo, volontà di un corpo muscoloso (il mondo delle palestre, soprattutto nel sesso maschile), e l’“ortoressia”, favorita da ideali estremi di salutismo.
La bulimia nervosa (BN) può seguire nel tempo la AN, a volte insorge come tale. E’ pure caratterizzata da preoccupazione per le forme del corpo, ma soprattutto dalle perdite di controllo alimentari, che definiamo “abbuffate”, mangiate eccessive e compulsive, spesso in solitudine, a cui seguono comportamenti di compenso: eliminativi, come vomito e uso di diuretici o lassativi, o non eliminativi, l’attività fisica eccessiva e compulsiva. In considerazione delle abbuffate, il peso in genere è meno gravemente compromesso. Le abbuffate lasciano la paziente in uno stato di grande sofferenza, vergogna e prostrazione. A volte la ragazza ha difficoltà nella autoregolazione emotiva e anche di altri comportamenti. E’ da sottolineare che la BN causa sofferenza non meno grave che la AN.
Riassumendo: AN: nucleo psicologico con desiderio di magrezza, calo del peso e controllo del peso e dell’alimentazione, nonostante il corpo già magro; comportamenti di restrizione alimentare e attività fisica estrema; complicanze della malnutrizione, che automantengono la malattia.
BN: Alla preoccupazione del corpo e ai comportamenti di restrizione, si accompagnano perdite di controllo (abbuffate) e comportamenti di compenso (vomito, abuso di diuretici e lassativi, attività fisica estrema). Il “disturbo da beinge eating” (BED): Non c’è la preoccupazione estrema sul corpo, ma la malattia è caratterizzata dai comportamenti di abbuffata, senza comportamenti di compenso, e conseguente tendenza all’obesità”.
Qual è l’età di insorgenza e quali sono i sintomi che possono far pensare ad un esordio di un disturbo del comportamento alimentare?
“L’AN insorge più frequentemente fra i 12 e i 30 anni, ma oggi alcuni casi insorgono prima, altri vengono al medico successivamente, magari dopo anni di sofferenza. L’età di insorgenza della BN è in genere spostata di 3-4 anni più avanti. Il BED insorge in età mediamente più avanzata 15-40 anni, può far seguito a AN o BN. Ma in alcuni casi insorge in bambini già alle elementari e in età più avanzata e addirittura dopo i 50-60 anni e in donne dopo la menopausa”.
E’ importante quindi che venga individuato il disturbo alimentare e curato seguendo dei percorsi specifici . Su tutto il territorio nazionale sono presenti delle strutture residenziali, per conoscerle si può visitare il sito disturbialimentarionline.it, realizzato dal Ministero della Salute o chiamare il numero verde 800180969.