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Giornata mondiale del prematuro. L’abbraccio di un genitore: una terapia potente
Anche quest’anno il 17 novembre si celebra la Giornata Mondiale del Prematuro, che mira a portare a conoscenza, sensibilizzare ed informare sulla prevenzione del parto pretermine, sulla nascita prematura e sul percorso di crescita dei bambini che alla nascita sono ricoverati in un reparto di cure intensive.
La Giornata mondiale del Prematuro è stata istituita nel 2008 dall’European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI) e da organizzazioni madri europee partner.
I co-fondatori internazionali LittleBigSouls (Africa), March of Dimes (USA) e National Premmie Foundation (Australia) si sono uniti alle celebrazioni e hanno reso il World Prematurity Day un movimento intercontinentale. Nel frattempo, individui e organizzazioni provenienti da più di 100 paesi partecipano con attività, eventi speciali e si impegnano ad agire per aiutare ad affrontare la nascita pretermine e migliorare la situazione dei bambini pretermine e delle loro famiglie.
Il tema globale della Giornata Mondiale della Prematurità 2022 è: L’abbraccio di un genitore: una terapia potente. Consenti il contatto pelle a pelle dal momento della nascita.
Con il suo lavoro EFCNI richiama l’attenzione sulla sfida crescente della nascita pretermine e sul suo impatto significativo sui bambini, sulle famiglie e sulla società. L’obiettivo è il miglioramento della situazione delle madri e dei neonati in Europa e ridurre le enormi disuguaglianze sanitarie e sociali legate alla nascita pretermine. Per affrontare queste disparità e aumentare lo standard delle cure neonatali, hanno avviato e stanno coordinando il progetto europeo Standards of Care for Newborn Health .
In occasione del 9° Consiglio d’Europa, i ministri della Salute hanno dichiarato che i diritti di ogni bambino a un accesso equo a cure adeguate, orientate all’infanzia e di buona qualità devono essere rispettati. Soprattutto ai neonati pretermine e ai neonati devono essere garantite cure e cure eccellenti e di supporto allo sviluppo. Con lo sviluppo di standard di migliori pratiche, EFCNI intende migliorare continuamente il trattamento e l’assistenza per tutti i bambini e le loro famiglie oltre confine.
Tra gli obiettivi quello di migliorare la salute a lungo termine e la qualità della vita dei neonati pretermine e dei neonati malati. Ciò include anche la fornitura di supporto medico, psicologico, socio-pedagogico e finanziario per i bambini e le loro famiglie.
I dati in Italia
In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale), cioè bambini che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale (Fonte CeDAP 2017), dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020).
L’Italia è tra i Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo di neonati molto prematuri, cioè di peso inferiore a 1500 grammi, con una media di 11,9% rispetto alla media internazionale del 14,6%. Restano però diverse criticità.
In occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, la Società Italiana di Neonatologia sottolinea l’importanza dell’assistenza individualizzata per i prematuri, perché i piccoli non sono tutti uguali e necessitano di un’assistenza tanto maggiore quanto più bassa è la loro età gestazionale, con un approccio individualizzato delle cure. Non solo: per garantire la migliore assistenza, spiegano, il primo passo è quello di ridurre il numero di punti nascita, a favore di quelli più grandi, così da aumentare gli standard di sicurezza. La percentuale di mortalità nei prematuri di peso inferiore a 1500 grammi è passata da oltre il 70% negli anni ’60, a meno del 15% circa negli anni 2000; quella dei neonati di peso inferiore ai 1000 grammi è diminuita da oltre il 90% a meno del 30% nello stesso periodo. Da non sottovalutare, spiegano gli esperti, sono anche i costi per garantire la sopravvivenza e ridurre le patologie e le disabilità permanenti dei neonati altamente pretermine. Per ogni prematuro estremo sopravvissuto, infatti, i costi oscillano tra i 100 e i 300 mila euro a seconda della patologia, cui vanno poi aggiunti quelli per le eventuali complicanze a distanza.
Fondamentale anche garantire ai genitori l’ingresso nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale 24 su 24 e lasciare libere le mamme di stare a contatto col proprio bambino, promuovere l’allattamento al seno, anche per favorire lo sviluppo neurologico del neonato e consolidare il rapporto madre-figlio.
“Ci stiamo impegnando – afferma il presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), Luigi Orfeo – per garantire l’accesso dei genitori senza limitazioni di orari, nelle Terapie Intensive Neonatali (TIN), dove i nati pretermine possono restare per mesi”. Tra l’autunno del 2020 ed il primo trimestre del 2021, la SIN, ha condotto l’Indagine nazionale sull’assistenza neonatale durante la pandemia. Ne è emerso che nel 44% dei casi la durata o la frequenza degli accessi nelle terapie intensive hanno subito una riduzione. “I genitori – aggiunge – non sono semplici visitatori, ma parte integrante delle cure e dobbiamo fare il possibile per promuovere il contatto con i loro piccoli”.
Il 17 novembre da Nord a Sud, centinaia di edifici saranno illuminati di viola, dal Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore a Bologna alla Reggia di Caserta.