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Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato
Barbara Mangiacavalli “Insieme per sostenere il SSN”
Impossibile dimenticare la data del 20 febbraio 2020 quando a Codogno venne scoperto il paziente uno colpito da Covid-19.
A 3 anni da quel giorno il 20 febbraio 2023 si è celebrata la terza Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato. Tale ricorrenza ha voluto ricordare, con le celebrazioni presso l’Aula Magna della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino, i circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari durante la pandemia Covid e i circa 474.000 contagiati. La Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato che a partire dal 2021 si celebra in Italia il 20 febbraio di ogni anno, è promossa dal regista Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol ed è stata istituita con la Legge 13 novembre 2020 per onorare la dedizione e il lavoro e lo spirito di sacrificio di tutti durante uno dei periodi più difficili della storia recente.
Presenti alla cerimonia, oltre alle alte cariche civili, militari ed ecclesiastiche, i presidenti delle federazioni dei consigli nazionali degli ordini sanitari e sociosanitari e i rappresentanti di oltre un milione e mezzo di professionisti che ogni giorno con impegno mettono le proprie competenze umane e professionali al servizio dei cittadini.
“Siamo per onorare la memoria di chi non c’è più e a condividere una Giornata particolare, perché celebra un diritto costituzionale, quello della salute, che trae fondamento dalla Costituzione”. Queste le parole del messaggio letto della Presidente FNOPI – Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche Barbara Mangiacavalli, a nome di tutte le 11 federazioni presenti. La scelta di una donna a rappresentare le federazioni è nata dalla volontà di rappresentare la componente femminile del Ssn. “Siamo rimasti uniti, come lo siamo oggi per celebrare insieme questa Giornata – ha detto – e insieme è l’avverbio scelto per caratterizzare la comunicazione di questo evento, perché riteniamo che sostenere, nella sua interezza e complessità, il nostro Sistema salute, e garantire il nostro Servizio sanitario nazionale sia possibile solo con un impegno costante, competente, multidisciplinare e sinergico. È così che si garantisce il diritto alla salute: diritto fondamentale che appartiene all’individuo e alla comunità, che richiama il diritto a vivere in un ambiente salubre, e che i professionisti sanitari e sociosanitari, grazie alle proprie competenze, calano nella realtà, rendendo possibile la vita sociale e civile del Paese”.
“Oggi è una giornata particolare – ha affermato il ministro della salute Orazio Schillaci – proprio il 20 febbraio di tre anni fa veniva scoperto il primo caso di Covid-19 in Italia, all’ospedale Civico di Codogno. Fu il momento della paura, l’inizio della pandemia che vide in prima linea i professionisti sanitari e sociosanitari, il personale socioassistenziale insieme al mondo del volontariato alle prese con un nemico terribile, sconosciuto, che ha causato purtroppo anche molte perdite tra le donne e gli uomini impegnati a combattere quella che è stata definita una vera e propria guerra. Donne e uomini che hanno saputo dimostrare tutta la loro professionalità e dedizione fino allo sfinimento, fino al sacrificio della vita, garantendo la tenuta del nostro servizio sanitario nazionale”.
Il Ministro ha parlato della necessità di riformare la Sanità mettendo la persona al centro. “Occorre accelerare la riorganizzazione di una sanità pubblica, con al centro la persona e con una assistenza territoriale più forte – ha sottolineato – Considero indifferibile mettere in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare l’incolumità del personale sanitario e sociosanitario, alla luce degli episodi di aggressione fisica e verbale che si ripetono con sconcertante frequenza, in particolare contro le donne”.
Per la giornata del ricordo, nei luoghi simbolo della pandemia, il presidente nazionale della Croce Rossa, Francesco Rocca ha fatto tappa nei luoghi simbolo della pandemia da Covid-19. Prima a Vo’ Euganeo, il paese in provincia di Padova dove il 21 febbraio si registrò la prima vittima del Coronavirus, poi a Calvisano, in provincia di Brescia, dove a marzo Fausto Bertuzzi fu il primo volontario della Croce Rossa a morire, a 49 anni, e ha consegnato la medaglia d’oro alla memoria ai suoi familiari oltre a inaugurare il neocomitato CRI del Garda-Bresciano, con sede a Desenzano del Garda. La terza tappa è stata a Codogno, nel Lodigiano. Ultima tappa a Milano per dare il riconoscimento al volontario Cri Antonio Arosio, ex presidente del Comitato Regionale della Lombardia.
Guarda il video della III Giornata nazionale del Personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale, e del volontariato