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Gli italiani e la Sanità Integrativa
Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il 33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità integrativa.
Abbiamo le risorse ma non le conosciamo, possiamo utilizzarle ma non sappiamo come funzionano e non c’è nessuno che ce lo spieghi. Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di conoscenza per quanto concerne tutto il mondo del welfare, il quale potrebbe e dovrebbe affiancare l’SSN sofferente e appesantito, a partire dalla sanità integrativa che ad oggi conta più di 11 milioni di assistiti, alla previdenza complementare che invece registra oltre 6 milioni di iscritti. La spesa out of pocket intermediata in Italia, ovvero quella gestita attraverso assicurazioni integrative o strumenti simili, risulta essere una tra le più basse d’Europa con il 13,4% del totale della spesa sanitaria privata, ecco quindi che assume un’importanza fondamentale l’integrazione degli strumenti del welfare privato con quello pubblico, in modo da fornire operatori privati specializzati e qualificati sia per prestazioni sanitarie che assistenziali, attraverso servizi resi decisamente accessibili con strumenti integrativi rendendoli più adeguati.
Per rimediare a questa scarsa comunicazione e conoscenza del mondo sanitario integrativo, alcune Società di Mutuo Soccorso e Fondi Sanitari integrativi hanno introdotto una nuova figura, il Promotore Mutualistico, figura apposita a svolgere operazioni di tipo informativo, di diffusione e di connessione tra esigenze degli utenti e le soluzioni possibili che il welfare offre sul piano sanitario assistenziale. L’informazione è fondamentale, consente agli utenti di conoscere le diverse alternative e possibilità presenti, avendo così un panorama completo dei servizi e modalità con cui accedervi, per decidere quindi quale sia la soluzione migliore in base alle proprie esigenze. Da un’indagine realizzata dal Censis risulta che al 27% degli intervistati è accaduto di dover pagare un ticket su una prestazione sanitaria superiore al costo che avrebbe sostenuto se avesse acquistato la prestazione nel privato pagando l’intero costo di tasca propria. Questo dimostra il grande squilibrio attuale tra pubblico e privato che, a causa dei grandi tagli fatti al settore sanitario, provoca confusione e rende complessa anche l’erogazione del servizio e le cure.
Fonte dati statistici “Censis Centro Studi Investimenti Sociali”.