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Green Pass, cosa prevede la nuova normativa. Sanzioni per gli over 50 non vaccinati contro il Covid-19
Ieri è entrata in vigore la nuova normativa che impone il green pass semplice per entrare in molti uffici ed esercizi commerciali. Cambia anche la durata del certificato verde che passa dai 9 ai 6 mesi di validità.
Il green pass base – che si ottiene con il vaccino, se si è guariti dal Covid, o con un tampone negativo effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 ore se rapido – sarà necessario per andare negli uffici postali, in banca o dal tabaccaio. Non solo. Anche per entrare negli uffici pubblici, negli uffici finanziari e nei negozi. Praticamente ovunque. O quasi. Il green pass non servirà per entrare in tutti i negozi che vendono in prevalenza prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari). Libero anche l’accesso ai mercati all’aperto, nei negozi per il commercio al dettaglio di prodotti surgelati. Il governo ha chiarito che l’accesso libero a tutti questi “esercizi commerciali consente l’acquisto di qualsiasi tipo di merce, anche se non legata al soddisfacimento delle esigenze essenziali e primarie”. Anche le esigenze di sicurezza e di giustizia saranno sempre garantite – andare in una caserma, ad esempio, per sporgere denuncia – senza bisogno di esibire il certificato verde.
Cosa succede se qualcuno dovesse accedere senza green pass ai servizi e alle attività dove è obbligatorio? Va incontro ad una sanzione da 400 a 1.000 euro. La stessa sanzione si applica al soggetto tenuto a controllare il possesso del Green pass se omette il controllo.
Dal 15 febbraio, inoltre, il nuovo decreto introduce l’obbligo di green pass rafforzato o super green pass per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età che accederanno ai luoghi di lavoro. “L’obbligo non sussiste in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2; in tali casi la vaccinazione può essere omessa o differita. L’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il differimento della vaccinazione”.
Obbligo vaccinale over 50
Sempre da ieri 1° febbraio, sono scattate le sanzioni per tutti gli over 50 (salvo chi ne è esentato per motivi di salute) che non saranno vaccinati contro il covid. Per chi non sarà in regola con l’obbligo vaccinale sarà prevista una sanzione di 100 euro una tantum. La sanzione sarà irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.
L’importanza dei vaccini per combattere Omicron e Omicron2
“I vaccini ci hanno reso più forti e salvato migliaia di vite e permesso ai Paesi di far ripartire le loro economie”. Lo ribadisce il ministro della Salute Roberto Speranza che sottolinea l’importanza della campagna vaccinale.
I vaccini continuano a svolgere un ruolo molto importante, dal momento che gli immunizzati hanno meno probabilità di essere infettati e di trasmettere una delle due sottovarianti, rispetto ai non vaccinati. A confermalo uno studio danese sulla sottovariante Omicron 2 identificata come BA.2. Secondo lo studio, condotto su oltre 8.500 famiglie della Danimarca, la variante Omicron 2 sarebbe “più contagiosa” rispetto a quella originale (BA.1) e in grado di infettare maggiormente anche le persone vaccinate, ma non sembra provocare effetti più gravi rispetto alla ‘versione base’ di Omicron.
A fine gennaio Omcron 2 è stata identificata in 9 Regioni italiane. “La variante Omicron è ormai largamente predominante nel nostro Paese, si rileva in più del 95% dei casi, e in alcuni casi è stata anche rilevata la presenza della variante Omicron 2 che però non differisce molto nelle caratteristiche rispetto a Omicron 1”, ha detto il direttore della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, Gianni Rezza.
La variante BA.2 appartiene allo stesso ceppo di Omicron, ma si distingue dalla ‘sorella maggiore’ per alcune mutazioni della proteina Spike. “Le varianti di Omicron si diffondono più velocemente perché sembrano essere migliori nello sfuggire all’immunità indotta dal vaccino (e in parte anche dalle infezioni). E questo perché le varianti di Omicron hanno molte più mutazioni nella proteina Spike del virus, rispetto alle varianti precedenti”. Ha detto Seppo Meri, insegnante di Immunologia all’università di Helsinki. “A questo proposito le differenze tra BA.1 e BA.2 non sono così grandi, sebbene ci siano alcuni cambiamenti di amminoacidi nella proteina S. La maggiore differenza tra BA.1 e BA.2 è stata riportata nel gene ORF1ab. Cosa significhi, è ancora una questione aperta. Il grande complesso proteico codificato da ORF1ab è coinvolto nella replicazione del virus e nell’elaborazione proteolitica delle proteine virali”. Quanto alla sintomatologia legata a Omicron, l’esperto ha affermato che “BA.1 sembra causare una malattia leggermente meno grave rispetto alla variante Delta, il che è un segno positivo”.