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Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro pubblici e privati
All’unanimità il Governo ha dato l’ok al Green pass obbligatorio dal 15 ottobre. Al via la raccolta firme per promuovere un referendum per abolire il certificato verde obbligatorio.
“Con il decreto, in vigore dal 15 ottobre, estendiamo il Green Pass a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato. È una strategia che punta sul vaccino come chiave per aprire una nuova stagione”. Queste le parole del ministro della salute Roberto Speranza nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati. La decisione è stata presa “per due ragioni molto importanti” ha aggiunto il ministro Speranza “la prima per rendere i luoghi di lavoro più sicuri, perché il green pass aiuta a rendere questi luoghi più sicuri, l’altra per rendere più forte la campagna di vaccinazione”. Una campagna di vaccinazione che procede molto rapidamente e da oggi è anche partita ufficialmente la somministrazione della terza dose alle persone più fragili, circa 3 milioni di cittadini.
Il green pass diventerà quindi obbligatorio, con il decreto-legge operativo dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, quando è prevista la scadenza dello stato d’emergenza, in tutti i luoghi di lavoro e andrà ad incidere direttamente sulla vita di 23 milioni di italiani di cui 14 milioni e 700mila impiegati nel settore privato. Per gli inadempienti non ci sarà il licenziamento, ma la sospensione dello stipendio.
Lavoro pubblico
Sono tenuti a essere in possesso dei Certificati Verdi ed esibirlo per accedere ai luoghi di lavoro, i lavoratori dipendenti delle Amministrazioni pubbliche. L’obbligo riguarda inoltre il personale di Autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. Inoltre, l’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa (o formativa, come per esempio gli stagisti) presso le pubbliche amministrazioni.
Chi effettua i controlli?
Sono i datori di lavoro ad essere tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.
Le sanzioni
Il decreto prevede che il personale che ha l’obbligo del Green Pass, se comunica di non averlo o ne risulti privo al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della Certificazione Verde; dopo cinque giorni di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e la retribuzione non e’ dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.
Per coloro che sono colti senza la Certificazione sul luogo di lavoro è prevista la sanzione pecuniaria da 600 a 1.500 euro e restano ferme le conseguenze disciplinari. Per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole e che non abbiano predisposto le modalità di verifica è invece prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro.
Lavoro privato
Sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta i Certificati Verdi coloro che svolgano attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato.
Anche per il settore privato dipendente spetta ai datori di lavoro assicurare il rispetto delle prescrizioni. Entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche. I controlli saranno effettuati preferibilmente all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro inoltre individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni.
Per non penalizzare ulteriormente chi non vorrà o non può vaccinarsi, il decreto introduce i tamponi antigenici rapidi a prezzo calmierato per tutti nelle farmacie che hanno aderito al protocollo d’intesa: gratis per chi non si può vaccinare, 8 euro per i minori e 15 euro per tutti gli altri.
L’obbligatorietà del green pass ha portato alta l’attenzione dell’opinione pubblica e c’è chi ha dato il via ad una raccolta firme per promuovere un referendum per abolire il Green pass obbligatorio. Tra i promotori Carlo Freccero, Ugo Mattei, avvocato del foro di Salerno Olga Milanese e il presidente emerito della Cassazione, Paolo Sceusa.
Giovedì scorso è stata depositata presso gli uffici della Cassazione la richiesta di procedere alla raccolta firme per il referendum abrogativo delle disposizioni di legge sul Green Pass. La raccolta ha detto l’avvocato Olga Milanese è stata pensata “con l’aiuto del prof. Luca Marini, del prof. Francesco Benozzo, del Presidente Paolo Sceusa, del dott. Carlo Freccero, il prezioso sostegno del prof. Ugo Mattei e l’entusiastico appoggio di tanti studenti universitari e rappresentanti della società civile”. Una iniziativa che servirà a “dare voce ai milioni di italiani che, da quasi due anni, sollevano dubbi e interrogativi sulla gestione dell’emergenza sanitaria e che ormai assistono quotidianamente alla crescita di un clima di odio e di violenza alimentato anche dalle Istituzioni”, ha chiarito il professor Luca Marini, su studiocataldi.it.
L’obiettivo è raggiungere 500mila firme entro il 30 settembre, secondo quanto stabilito dalla legge. In che modo? “Le votazioni – ha spiegato Milanese – avverranno con tre modalità: online, tramite sottoscrizione dei quesiti con firma digitale sul sito referendumgreenpass.it e tramite raccolta fisica delle firme”.
Sul sito www.referendumnogreenpass.it sono spiegate le ragioni del no e come procedere alla firma “del primo referendum ideato, organizzato e promosso da studenti universitari e da comuni cittadini sulla base di risorse culturali, professionali e finanziarie offerte dai promotori stessi e dalla società civile”.