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Happy mother’s day, un giorno speciale dedicato alle mamme
Nasce il servizio “Mamme oltre il tumore” per le pazienti oncologiche che desiderano un figlio. Health Online ricorda quali sono gli ultimi aggiornamenti del Ministero della Salute in merito agli esami da effettuare durante la gravidanza.
Domenica 14 maggio: festa della mamma. Originariamente la data era fissa, si celebrava ogni 8 maggio, ma si è poi deciso di stabilirla ogni seconda domenica del mese di maggio.
La Festa della Mamma si celebra in tutto il mondo in onore della figura materna e della maternità. E’ il giorno in cui festeggiamo con amore le nostre madri, coloro che ci hanno dato la vita e che sono sempre accanto a noi. Anche se ogni giorno è la Festa della Mamma, oggi in occasione della celebrazione internazionale, Health Italia augura a tutte le mamme di trascorrere una giornata all’insegna dell’amore e ricorda alle future mamme quali sono gli ultimi aggiornamenti da parte del Ministero della Salute in merito alla lista delle prestazioni sanitarie per gli esami in gravidanza.
Per le pazienti oncologiche che desiderano un figlio, è da poco nato il servizio “Mamme oltre il tumore” dell’équipe di Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria dell’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino diretto dalla professoressa Chiara Benedetto.
Il servizio, a disposizione di tutti i Centri della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, è un vero e proprio percorso diagnostico-terapeutico per le giovani pazienti affette da neoplasie maligne, con particolare attenzione ai temi della preservazione della fertilità e della gravidanza e con un approccio superspecialistico integrato del Gruppo Multidisciplinare Cure di cui fanno parte medici, psicologi e biotecnologi.
“Mamme oltre il tumore” è dedicato a diverse categorie di pazienti: donne di età inferiore ai 40 anni affette da tumore, che desiderino preservare la propria fertilità prima di sottoporsi a terapie oncologiche che comportano un rischio elevato di compromissione della fertilità, donne alle quali sia stato diagnosticato un tumore durante la gravidanza e donne che, guarite dal cancro, desiderino iniziare una gravidanza.
“Con questo nuovo ambulatorio – ha scritto in una nota la Città della Salute – si avrà un percorso codificato per la gestione ottimale di queste donne, che consentirà di migliorare l’assistenza, ottimizzando al contempo l’utilizzo delle risorse professionali senza comportare costi aggiuntivi per l’Azienda. Sarà un vero e proprio percorso diagnostico-terapeutico per le giovani pazienti affette da neoplasie maligne, con particolare attenzione ai temi della preservazione della fertilità e della gravidanza e con un approccio superspecialistico integrato”.
Nel 2016 in Italia circa 5mila donne sotto i 40 anni hanno scoperto di avere il cancro, spesso ancor prima di essere diventate mamme, ma solo il 10% di loro ha avuto accesso alle tecniche di preservazione della fertilità.
“Il desiderio di diventare genitori dopo la malattia è stato sottovalutato troppo a lungo – ha spiegato la professoressa Chiara Benedetto – Grazie ai progressi delle terapie oncologiche, una quota crescente di queste pazienti guarirà definitivamente. Proprio per questo motivo è fondamentale che, prima di iniziare i trattamenti antitumorali, vengano offerti i vari metodi disponibili per tutelare la possibilità futura di avere un figlio. Altra tematica molto delicata è rappresentata dalla diagnosi di tumore durante la gravidanza che nel nostro Paese si stima possa riguardare circa 500 donne all’anno”.
Il numero di tumori diagnosticati in gravidanza è in crescita in tutto il mondo, è stato spiegato nella nota, ed il primo fattore sotto accusa è l’età sempre più elevata delle madri, “perché l’incidenza del cancro aumenta proprio con l’avanzare degli anni”. I tipi di tumori più frequenti sono gli stessi che si ritrovano nelle pazienti della stessa età, per lo più tumori della mammella seguiti da tumori ginecologici, soprattutto del collo dell’utero e dell’ovaio, linfomi, leucemie e melanomi.
Il simbolo della battaglia contro i tumori femminili è “L’Azalea della Ricerca” dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, AIRC, una pianta colorata e distribuita in oltre 3600 piazze il giorno della festa della mamma, a fronte di una donazione di 15 euro. L’Azalea da più di trent’anni è diventata un prezioso alleato per la salute delle donne, consentendo di destinare risorse fondamentali per finanziare i migliori progetti di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili.
I tumori ginecologici interessano, circa 15.000 pazienti. Mentre per endometrio e cervice uterina la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante arrivando rispettivamente al 77% e al 71%, resta ancora molto da fare per combattere il tumore all’ovaio, su cui si stanno concentrando gli sforzi di molti ricercatori.
“Il carcinoma ovarico purtroppo è spesso un male silente, che non dà campanelli d’allarme e si presenta in fase avanzata, quando il tumore è già particolarmente aggressivo. E’ una neoplasia difficile da diagnosticare precocemente, con un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci”, ha spiegato Anna Bagnato, ricercatrice AIRC, alla guida del laboratorio di Modelli preclinici e nuovi agenti terapeutici dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. “Ogni anno, a livello mondiale, sono circa 225 mila le donne colpite da questa forma di cancro e il 45% di loro sopravvive oltre i cinque anni. Molto spesso, infatti, la malattia si ripresenta e non risponde più ai farmaci. Per questo oggi la ricerca è focalizzata sulla messa a punto e sull’identificazione di nuove combinazioni di farmaci capaci di abbattere la resistenza del tumore. Questo è anche uno degli obiettivi del mio lavoro. Un secondo filone di ricerca molto promettente, e che in futuro potrebbe rivelarsi un obiettivo vincente, è quello degli studi incentrati sull’immunoterapia che mirano a stimolare la risposta immune dei pazienti”.
Prima di trattare il tema relativo agli esami ai quali sottoporsi nel corso della gravidanza è importante però evidenziare qual è il tasso di natalità nel nostro Paese. In Italia, secondo i dati Istat, negli ultimi anni si sta registrando un calo delle nascite. L’Istat ha calcolato che in Italia il tasso di fecondità totale, cioè il numero medio di figli per donna, è 1,37, viziato dalle nascite nelle coppie con almeno uno dei partner straniero. Nel 2014 sono nati in totale 502.596 bambini; quelli da genitori entrambi italiani erano 398.540. Il tasso di fecondità scende, dunque, a 1,29 figli. Oggi, rispetto al passato si diventa mamme dopo i 30 anni.
Secondo il rapporto sull’evento nascite Cedap, ovvero il “Certificato di assistenza al parto” del Ministero della Salute relativo all’anno 2014, è emerso che l’età media della madre è di 32,7 anni per le italiane mentre scende a 29,9 anni per le cittadine straniere. I valori mediani sono invece di 33 anni per le italiane e 30 anni per le straniere. L’età media al primo figlio è per le donne italiane quasi in tutte le Regioni superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 28,2 anni.
Cosa dicono i numeri Cedap in merito agli esami alle quali si sono sottoposte, nello stesso periodo, le gestanti durante i 9 mesi di gravidanza?
Nell’87% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,3% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre il primo trimestre di gravidanza è pari al 2,6% mentre tale percentuale sale al 11,5% per le donne straniere. Anche la giovane età della donna, in particolare nelle madri al di sotto dei 20 anni, risulta associata ad un maggior rischio di controlli assenti (3,2%) o tardivi (1° visita effettuata oltre l’undicesima settimana di gestazione nel 12,6% dei casi). Nell’ambito delle tecniche diagnostiche prenatali invasive, sono state effettuate in media 9,2 amniocentesi ogni 100 parti. A livello nazionale alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato nel 28,31% dei casi.
E’ notizia recente che il Ministero della Salute ha aggiornato la lista delle prestazioni sanitarie, senza pagamento di alcun ticket per quello che riguarda gli esami in gravidanza, offerte gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.
Per ottenere le prestazioni è necessaria un’impegnativa con il codice di esenzione per la gravidanza, rilasciata dal medico di medicina generale, dal ginecologo del consultorio familiare o dall’ospedale. Con questa richiesta ci si può presentare ai servizi pubblici o convenzionati per eseguire gli esami prescritti.
Tra le novità, introdotte nell’ambito dell’assistenza territoriale ad accesso diretto, si legge sul sito del Ministero della Salute che le prestazioni offerte per la prima volta, gratuitamente, a tutte le donne sono: corsi di accompagnamento alla nascita e assistenza in puerperio, un eventuale colloquio con lo psicologo in caso di disagio emotivo in gravidanza e/o in puerperio. Per il periodo, che precede il concepimento, è stata introdotta anche una visita specialista in genetica medica, nel caso si renda necessaria una consulenza per valutare il rischio di malattie genetiche familiari, ad esempio a seguito di aborti ripetuti. Per la gravidanza sono state confermate molte prestazioni già previste e, grazie a nuove conoscenze scientifiche, alcune sono state introdotte ex novo, mentre altre eliminate.
Durante il primo trimestre di gravidanza, per la diagnosi prenatale viene offerto a tutte le donne il test combinato con un prelievo di sangue materno e un’ecografia per valutare la translucenza nucale. L’amniocentesi e la villocentesi rimangono gratuite solo per le donne che, indipendentemente dalla loro età, hanno un rischio aumentato, rilevato attraverso il test combinato o dovuto a condizioni familiari. Un Pap-test è offerto alle donne di età superiore ai 24 anni, che non lo hanno eseguito negli ultimi 3 anni, come previsto dai programmi di screening del Servizio Sanitario Nazionale. Un esame colturale delle urine viene offerto per identificare precocemente infezioni renali che potrebbero causare complicazioni della gravidanza. Una ricerca degli anticorpi di alcune malattie che si possono trasmettere attraverso i rapporti sessuali (la Gonorrea, la Clamydia e l’Epatite C) viene offerta alle donne a rischio.
Per quanto riguarda invece il secondo trimestre, al quarto e al sesto mese per le donne a rischio di sviluppare il diabete viene offerto un esame più approfondito (curva da carico con 75 grammi di glucosio ).
Al terzo trimestre è previsto un tampone vaginale che viene offerto a tutte le donne per ricercare un batterio (Streptococco β emolitico gruppo B ) che può causare gravi infezioni neonatali. In caso di risposta positiva del tampone, una terapia antibiotica offerta alla donna previene il rischio di infezione del neonato. L’ecografia del terzo trimestre non viene più offerta gratuitamente a tutte le donne, ma solo a quelle per le quali il medico identifica una patologia materna o fetale per cui è opportuno eseguire un esame ecografico.