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I cambiamenti climatici e gli effetti negativi sulla salute dell’uomo
A seguito dell’ondata di gelo e di maltempo dello scorso maggio e dopo un ottobre che ha servito una Primavera in anticipo, è del tutto chiaro che i cambiamenti climatici sono in atto e che nel prossimo futuro potremmo vivere un’unica mite stagione che non terrà più conto del riciclo Autunno-Primavera-Estate-Inverno. Non ci sono più le mezze stagioni, e non si sbaglia a ribadirlo anche in vista di condizioni climatologiche che condizionano – e non di poco – la salute dell’uomo. Proprio su questo rapporto si concentra la comunità scientifica italiana con la conferenza “ClimRisk19 | Climate Risk: implications for ecosystem services and society, challenges, solutions” avviata oggi, mercoledì 23 ottobre, presso la provincia Autonoma di Trento e che volgerà a conclusione il 25 ottobre, dopo tre giorni di un programma denso e ispirato alla dimensione multidisciplinare del tema dei cambiamenti climatici.
Sono oltre 160 le proposte ricevute per le presentazioni scientifiche, quelle selezionate dal comitato scientifico sono state raccolte in 11 sessioni parallele, 3 keynote speaker di livello internazionale per fare il punto sullo stato della ricerca della fisica del clima, le strategie e le opportunità di adattamento, metodi e soluzioni per affrontare, gestire e prevenire il rischio derivante da disastri naturali connessi ai cambiamenti climatici. L’edizione 2019 è caratterizzata dal desiderio di mettere in chiaro l’assoluta relazione tra il territorio, il clima e la popolazione umana. Risulta infatti fondamentale precisare la dimensione locale dei cambiamenti climatici. “Si tratta – spiegano gli organizzatori della Conferenza – di un tema globale che genera impatti e rischi su scala locale, che interessano direttamente e molto da vicino la vita quotidiana delle comunità. La stretta collaborazione che si è innescata attorno alla Conferenza con molti attori attivi nel territorio quali la Provincia Autonoma di Trento, il MUSE, la Fondazione Edmund Mach, la Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Trento, Trentino School of Management e Trento Film Festival fa sì che l’evento si sia calato nella realtà del territorio integrandosi nella realtà trentina e creando connessioni con gli attori coinvolti dallo studio sul clima”.
I cambiamenti climatici e la crescente esposizione a pericolosi contaminanti ambientali stanno rendendo gli uomini e le donne moderni più vulnerabili ai fattori di rischio di malattia, a batteri e virus e allo stress, come quello dopo un intervento chirurgico. Oltre alle conseguenze dirette, l’uomo subirà le reazioni del pianeta. Per questa ragione per la comunità scientifica è essenziale programmare politiche per contrastare i cambiamenti climatici monitorando lo stato di salute del nostro pianeta. A causa del riscaldamento globale i ghiacciai, la neve e il permafrost stanno diminuendo e continueranno a farlo. Questo comporterà una crescita dei rischi per le persone, con il susseguirsi di frane, valanghe, cascate e inondazioni. Si rileva infatti che i piccoli ghiacciai che sono in Europa, in Africa orientale, nelle Ande tropicali e in Indonesia siano destinati a perdere oltre l’80% della loro attuale massa entro il 2100 in scenari ad alte emissioni. E il ritiro della criosfera di alta montagna influenzerà probabilmente in modo negativo le attività ricreative, il turismo e i beni culturali. Senza contare che, se i ghiacciai di alta montagna si ritirano, possono alterare anche la disponibilità e la qualità dell’acqua a valle, con conseguenze in settori come l’agricoltura e l’energia idroelettrica. Il livello del mare, poi, continua ad aumentare, di 15 centimetri nel XX secolo.