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Il fenomeno della paralisi del sonno
Non si sente ancora parlare spesso di paralisi del sonno, chiamata anche anche blocco ipnagogico, eppure esiste e va controllata.
Si tratta essenzialmente di un disturbo della sonnolenza in cui, nel momento del risveglio o poco prima dell’addormentamento, insorge una vera e propria incapacità temporanea di muoversi e parlare.
Questo stato di paralisi può essere dovuto ad un prolungamento eccessivo della fase di sonno REM o a un suo inizio anticipato.
Le persone più colpite sono, nella maggior parte dei casi, quelle che dormono poco e male. Tuttavia, non è escluso che all’origine ci possano essere alter patologie, tra cui l’arcolessia, una patologia neurologica grave, caratterizzata da eccessiva sonnolenza diurnal causata da un’incapacità del cervello a regolare in maniera fisiologica il ritmo sonno-veglia.
Nel soggetto sano esistono due fasi differenti di sonno: NREM (non rapid eye movement), costituito da sonno leggero e profondo; REM (rapid eye movement) dove si manifestano circa l’85% dei sogni (fonte: AIMS).
A differenza della narcolessia, la paralisi del sonno non presenta ripercussioni sull’individuo visto che è principalmente un episodio raro, che si verifica poche volte nel corso della vita.
In qualche soggetto però, può diventare un fenomeno ricorrente. Al riguardo, si consiglia richiedere prontamente accertamenti relativi allo stato di salute generale o alle abitudini giornaliere e notturne.
Secondo l’Istituto Auxologico Italiano, nei paesi industrializzati circa il 6% della popolazione soffre di questo disturbo fastidioso. L’organismo inoltre, evidenzia che gli individui maggiormente colpiti sono gli adolescenti e gli adulti giovani di età compresa tra i 25 e i 44 anni.
Oltre ad un stretto collegamento con l’arcolessia, la causa principale della paralisi del sonno riguarda essenzialmente il rilascio anomalo di tutti quegli ormoni che determinano l’arresto e il rilassamento muscolari, tipici della fase REM.
I meccanismi ormonali invece di interrompersi al momento del risveglio, proseguono ancora per qualche momento, tanto che l’individuo sofferente è vigile, ma immobilizzato.
Poiché la paralisi del sonno può verificarsi anche prima di addormentarsi, in tali frangenti i processi ormonali delle fasi di sonno si instaurano con leggero anticipo, nonostante la persona sia ancora sveglia.
Sentirsi incapaci di muoversi non risulta essere il solo sintomo della paralisi del sonno. Talvolta, infatti, può capitare che la persona abbia alcune allucinazioni, dette ipnagogiche se si verificano nel passaggio dalla veglia al sonno; ipnopompiche, quando si presentano al risveglio.
L’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva, tende a sottolineare che le allucinazioni vanno distinte dalle illusioni, in cui uno stimolo esterno reale viene erroneamente percepito o interpretato.
Una determinata persona può rendersi conto o meno che sta avendo un’allucinazione. Qualcuno può accorgersi che sta avendo una falsa esperienza sensoriale, mentre qualcun altro può essere convinto che la fonte di tale esperienza sensoriale abbia una sua realtà fisica esterna e non sia soltanto il prodotto della propria mente.