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Il fiore del benessere e della passione: la passiflora
In natura esistono numerose tipologie di fiori le cui caratteristiche e proprietà sono ancora ignote o parzialmente conosciute.
Tra queste rientra la passiflora, una pianta rampicante originaria dall’America centro-meridionale che presenta molteplici proprietà.
La passiflora fu introdotta per la prima volta in Europa nel 1610 da Emmanuel de Villegas, padre agostiniano che rientrava dal Messico. Era rimasto affascinato da una pianta che produceva un fiore straordinario chiamato dagli indigeni granadilla e della quale mangiavano il famoso frutto della passione.
Il missionario era rimasto colpito dal fiore in quanto ad esso associava la passione e la crocifissione di Gesù Cristo: la corona di filamenti colorati che circonda l’ovario rappresentava la corona di spine; i 5 stami, le 5 ferite di Gesù; i 3 stigmi, i 3 chiodi; i 5 petali ed i 5 sepali gli apostoli rimasti fedeli a Gesù; l’androginoforo la colonna della flagellazione ed i viticci i flagelli.
Appena rientrato in patria fece vedere la pianta a Padre Giocomo Bosio, e ne fu talmente affascinato che scrisse, nello stesso anno, un “Trattato sulla Crocifissione di Nostro Signore” con la prima descrizione del fiore che venne chiamato Passione incarnata. E, infatti, il nome del genere, adottato da Linneo nel 1753 è passiflora, dal latino passio che significa appunto “passione” e flos, “fiore”.
Le foglie e le parti aeree della passiflora contengono alcaloidi, fitosteroli, acidi fenoli, cumarine, eterosidi, cianogenici e flavonoidi. In particolare, questi ultimi svolgono un’azione sul sistema nervoso centrale, soprattutto a livello della zona del midollo spinale, adibito al controllo dei movimenti e dei centri del sonno.
Solo di recente è stato dimostrato che questi principi attivi sono capaci di legarsi ai recettori delle benzodiazepine situati nel cervello, dimostrando in tal modo l’azione calmante della pianta che la rende uno dei fitoterapici maggiormente utilizzati nei disturbi della sfera nervosa.
Le proprietà della pianta sono, pertanto, principalmente sedative e ansiolitiche, riuscendo così a combattere l’insonnia attraverso la stimolazione di un sonno fisiologico senza risvegli notturni e con la mancata produzione di un forte senso di intorpidimento mattutino, ed effetti narcotici o assuefazione.
La passiflora quindi, risulta essenziale in caso di:
- Stress, ansia e senso di angoscia.
- Forme di nevrosi isterica, fobica, ossessiva e post traumatica.
- Disturbi della menopausa, come nervosismo, irritabilità, depressione, tachicardia, dispnea e vampate di calore.
- Attacchi di cuore.
Questa pianta appare molto affascinante grazie ai suoi particolarissimi fiori composti da una corona di filamenti dai colori brillanti e variegati, così elaborati da sembrar dipinti dalla fantasia.
La Passiflora, inoltre, produce anche frutti squisitamente dolci; in pochi forse sanno che il frutto di questa pianta è il Maracujà, chiamato anche Frutto della passione.
Tuttavia, nonostante i numerosi benefici precedentemente descritti, la passiflora può presentare degli effetti collaterali e controindicazioni. A causa del suo potenziale effetto ossitocinico dovuto alla presenza di armaline può provocare contrazioni uterine, quindi se ne sconsiglia l’assunzione a gestanti. Si sono evidenziate interazioni della Passiflora con farmaci ansiolitici tanto da poterne potenziare gli effetti collaterali e indesiderati.