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Il vaccino Johnson & Johnson arriva in Italia. È il quarto siero Anti Covid
“Nessuna deroga, il piano di vaccinazione deve procedure in modo uniforme al livello nazionale secondo le priorità stabilite: prima gli anziani e le persone fragili, i più vulnerabili all’infezione. Più velocemente si concluderà questa fase, prima si vaccineranno le categorie produttive”. Lo ha dichiarato con un comunicato stampa il Commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Nei prossimi giorni si procederà alla distribuzione di oltre 4 milioni di vaccini. Ieri sera sono arrivate all’hub di Pratica di Mare le 175mila dosi di AstraZeneca, una quantità sufficiente per procedere con le 315mila dosi giornaliere che passeranno a 500mila nel secondo trimestre grazie ad una disponibilità di 45milioni di dosi.
Previsto l’arrivo nel Lazio per il 19 aprile del quarto vaccino, quello di Johnson & Johnson, approvato dall’Ema dopo Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Dopo la prima tranche da 180mila dosi, secondo l’ultimo aggiornamento del piano vaccinale arriveranno nel nostro Paese nel secondo trimestre 7,3 milioni di dosi, cui seguiranno 15,9 milioni di dosi nel terzo trimestre e 3,3 milioni nel quarto, per un totale di 26,5 milioni di dosi entro il 2021.
Il vaccino Janssen – l’azienda americana che ha prodotto il siero J&J – è l’unico monodose disponibile. Può essere conservato in frigorifero e può essere somministrato a tutte le persone con un’età superiore ai 18 anni. L’efficacia del prodotto – spiega l’Ema – è stata dimostrata in uno studio clinico che ha coinvolto oltre 44mila persone dai 18 anni in sui negli Stati Uniti, in Sudafrica e nei Paesi dell’America Latina. A metà dei partecipanti è stata somministrata una singola dose di vaccino e all’altra metà un placebo. Lo studio ha rilevato una riduzione del 67% del numero di casi Covid sintomatici dopo 2 settimane nelle persone che hanno ricevuto il vaccino Janssen (116 casi su 19.630 persone), rispetto alle persone a cui è stato somministrato placebo (348 persone su 19.691). Questo significa che il vaccino ha avuto un’efficacia del 67%, spiega l’Ema. Gli effetti collaterali riscontrati durante gli studi clinici sono nella norma, ma la stessa Ema ha da poco iniziato controlli aggiuntivi per indagare meglio sulla sicurezza del prodotto a seguito della segnalazione di 4 eventi tromboembolici.
Il siero della J&J utilizza una tecnologia diversa da quella dei vaccini a Rna prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna. È un vaccino a vettore virale, come AstraZeneca: un frammento di Dna corrispondente alla proteina Spike, la chiave con cui il virus Sars-CoV-2 entra nelle cellule, viene inserito in un virus innocuo per l’uomo e opportunamente modificato. Il virus infetta le cellule umane e il Dna viene così letto e tradotto in proteina. Quest’ultima è l’antigene contro cui poi monta la risposta immunitaria.
Intanto all’Istituto Spallanzani di Roma è stato anche firmato un accordo per le sperimentazioni sul vaccino russo Sputnik V. “Il primo obiettivo è verificare se il vaccino Sputnik produce gli anticorpi in grado di bloccare le varianti”, ha detto ai microfoni del Tg2 Francesco Vaia, direttore sanitario INMI Spallanzani di Roma.