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Il vino fa bene o no alla salute? La polemica sull’etichetta salutista dell’Irlanda
Il parere favorevole e contrario degli esperti italiani
Da Bruxelles è arrivato il via libera, alla norma irlandese secondo la quale sulle etichette delle bottiglie di vino e alcolici bisognerà indicare i rischi per la salute, come per le sigarette.
Per Dublino, il forte consumo di alcolici è un’emergenza sanitaria nazionale e giustifica etichette che dovranno contenere: un avvertimento sui danni del consumo di alcol, un monito sul suo legame diretto con tumori mortali, la quantità di alcol in grammi (invece che in percentuale), le calorie, un pittogramma (uguale a quello già in uso) sui rischi per la gravidanza, e un link a un sito web su alcol e salute.
Con la decisione di Bruxelles l’esempio irlandese potrebbe essere seguito da altri Paesi e la Commissione europea ha infatti annunciato iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici nell’ambito del piano per battere il cancro.
Nel piano per battere il cancro del 2021, la Commissione ha annunciato proposte per ridurre il “consumo dannoso” di alcol, tra cui proprio l’etichettatura obbligatoria con elenco degli ingredienti, dichiarazione nutrizionale e avvertenze per la salute. Su quest’ultima questione nel febbraio 2022 l’Europarlamento si è spaccato, raggiungendo un faticoso compromesso dicendo sì a maggiori informazioni sulle bottiglie ma senza riferimenti ad avvertenze sanitarie.
Il via libera alla norma irlandese crea le premesse perché altri Paesi possano adottare un’etichetta del genere, come raccomandato anche dall’Oms, ma ha scatenato una serie di polemiche. Diversi Paesi, come l’Italia, la Francia e la Spagna, si sono opposti alla misura, perché crea frammentazione nel mercato interno ed è sproporzionata, soprattutto in vista di un confronto a livello Ue in materia.
Ma cosa dicono gli esperti italiani?
D’accordo sulla scelta dell’Irlanda di equiparare alcol e sigarette e di indicare nell’etichetta degli alcolici gli avvertimenti sui rischi per la salute, è la professoressa Antonella Viola, ricercatrice e docente all’Università di Padova. La professoressa Viola in un’intervista al Corriere della Sera ha affermato che il vino fa male e chi lo beve ha il cervello più piccolo. “studi recenti hanno analizzato le componenti della struttura cerebrale, dimostrando che uno o due bicchieri di vino al giorno possono alterarle. Insomma, chi beve ha il cervello più piccolo”, ha sottolineato l’esperta.
Sugli effetti negativi legati al consumo di alcol tra cui anche la riduzione della dimensione del cervello non si è fatta attendere la risposta di Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che in prima battuta su Instagram ha postato una foto con in mano un calice di vino rosso. “Antonella Viola ha detto che il vino rimpicciolisce il cervello ed è paragonabile all’amianto per i suoi danni. Si è definita astemia anche se si concede un calice solo nei ristoranti stellati. Ha raggiunto livelli di scienza elevatissimi. Inarrivabili per chi ama il vino. Cin Cin!!”.
Sul tema vino e salute, Bassetti all’Adnkronos Salute ha dichiarato: “Credo sia molto difficile affrontare questo argomento in maniera totalmente scientifica. È certamente più facile farlo in Irlanda, che non in Italia”, osserva dicendosi dubbioso sull’esito di questo tipo di messaggi nel nostro Paese. “E’ anche una questione culturale. Veniamo da un Paese in cui la cultura del vino è insita nel nostro Dna. Io, personalmente – ammette il medico – una bottiglia di Masseto, di Sassicaia o di Brunello di Montalcino, con la sua bella etichetta con stampato sopra ‘L’alcol nuoce gravemente alla salute’, dico magari anche no. Secondo me anche quelle bottiglie sono opere d’arte, su cui eviterei di fare quelle scritte”.
No alla demonizzazione assoluta per il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. “Il vino sicuramente rappresenta un rischio per la salute nel momento in cui lo si consuma in modo non congruo. Ritengo che una demonizzazione totale come sempre non abbia senso. E che, come sempre, sia necessario praticare il buonsenso, perché il resveratrolo presente nel vino rosso, ad esempio, ha un’azione positiva e immunostimolante e quindi serve ragionevolezza”. “Di sicuro, però – sottolinea – è giusto lanciare un messaggio sui superalcolici e su altri prodotti magari destinati ai giovani”, fra i quali non prevale un’attenzione all'”elemento qualità, ma che a volte puntano solo allo ‘sballo'” e in questo senso “è necessario evidenziare i rischi per la salute, il pericolo di incidenti e quant’altro”.
Anche il presidente nazionale di Assoenologi Riccardo Cottorella ha rilasciato qualche dichiarazione. “Il simposio che Assoenologi ha organizzato a Napoli e che ha visto la partecipazione di medici e scienziati ‘veri’ da ogni parte del mondo, ha detto che il consumo moderato e intelligente di vino fa bene alla salute”. “Che il bere moderato e consapevole – ha aggiunto – non è dannoso per la salute umana ce lo hanno detto gli esperti con relazioni e ricerche dettagliate, non viene acclarato da noi enologi che non siamo certo medici”, ha sottolineato Cotarella.
“É stato ribadito quanto sia importante uno stile di vita sano che trova la sua massima espressione nella famosa dieta mediterranea che è patrimonio mondiale dell’Unesco – ha detto ancora il presidente – dieta che prevede, appunto, anche l’uso moderato di vino durante i pasti”. “Senza voler fare polemica con nessuno – ha spiegato il presidente – credo che serva senso di responsabilità prima di sentenziare su un tema tanto delicato quale è la salute umana legata all’assunzione di un alimento, in questo caso il vino, che fa da sempre parte della nostra cultura alimentare e del nostro stile di vita”.