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In arrivo il picco influenzale: a letto circa 5 milioni di italiani
Era stato annunciato prima delle vacanze di Natale che con l’arrivo del nuovo anno, si sarebbe verificato il picco influenzale. Per metà gennaio si prevede che almeno 5 milioni di italiani, soprattutto anziani e bambini, saranno colpiti dalla tanto temuta influenza di stagione.
Secondo Silverio Scotti, Segretario Nazionale della Federazione medici di medicina generale (Fimmg) già in questi giorni il numero delle visite negli studi, rispetto agli scorsi anni è aumentato di circa il 30%. “Dal 2 al 4 gennaio – ha detto – negli ambulatori dei 45mila medici di base sono state visitate quotidianamente circa 51 persone, contro una media abituale di 30/35. In questi giorni, i nostri studi sono sovraffollati da persone con virus influenzali e si tratta soprattutto di anziani e pazienti cronici”.
Per Scotti il vaccino è un’arma importante per contrastare l’influenza stagionale. “Il dato positivo – ha riferito – è che quest’anno stiamo assistendo a un leggero aumento di vaccinati nella popolazione over-65, ma la percentuale è ancora bassa”.
E’ ormai noto che a favore del vaccino anti influenzale, soprattutto per le categorie a rischio, è il prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano il quale ancora una volta ha ribadito che “se è vero che l’influenza non deve destare preoccupazione nella popolazione sana, essa può portare conseguenze gravi nei soggetti più a rischio. In tal senso, il vaccino costituisce, senza dubbio, un salvavita per le categorie più fragili: i bambini piccoli, gli over 65 e coloro che sono affetti da patologie croniche sia di natura respiratoria che cardiaca. Gli anziani, anche se in buona salute, hanno una ridotta capacità di risposta agli stimoli antigenici ed è quindi importante scegliere per loro un vaccino in grado di potenziare la risposta immunitaria. Nei vaccini adiuvati, oltre all’antigene, cioè quella sostanza che è propria dei batteri o dei virus verso la quale dobbiamo innescare la difesa, contiene anche altre sostanze adiuvanti, che aiutano il sistema immunitario a reagire in maniera più efficace alla presenza del virus. La prevenzione è l’arma vincente, perché offre sempre la grande opportunità di poter condurre una vita in salute, attiva e indipendente”.
In questo periodo non solo gli ambulatori sono stati presi d’assalto, ma anche gli ospedali, che per far fronte alle criticità hanno rafforzato il personale medico adottando strategie e accordi con i medici di base. E’ il caso degli ospedali San Martino e Villa Scassi di Genova, dove la Regione, durante la settimana tra Natale e Capodanno, ha stipulato un accordo con la Federazione dei medici di Famiglia (Fimmg) che ha visto impegnati i medici nel visitare i pazienti in codice bianco e verde al Pronto soccorso.
Anche l’Ospedale Civile di Baggiovara e il Policlinico di Modena, presso i quali sono stati circa 2.006 i pazienti che si sono rivolti ai Pronto Soccorso, hanno preso le dovute precauzioni per fronteggiare le previste difficoltà ed è stato così attivato da tempo un meccanismo (in gergo chiamato “cingolo”) che prevede una riserva giornaliera di posti letto.
Come hanno detto Marco Barozzi, Direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Baggiovara e il dottor Antonio Luciani, Direttore del Pronto Soccorso del Policlinico: “la vera criticità di questo periodo non sono tanto gli accessi, il cui incremento non è significativo, ma i ricoveri, il cui aumento finisce per intasare il Pronto Soccorso perché la struttura deve assorbire un numero di pazienti più alto, persone spesso fragili che necessitano di ricoveri più lunghi. Vista questa situazione è fondamentale ricordare a tutti di recarsi al Pronto Soccorso quando è strettamente necessario. Il Pronto Soccorso non è un ambulatorio di guardia medica, è una struttura di emergenza e un suo utilizzo improprio finisce per penalizzare chi davvero ha bisogno.”
Uno dei consigli è quindi quello di recarsi al pronto soccorso solo quando è necessario.
Ma come riconoscere quando siamo di fronte alla vera influenza?
A spiegarlo è il prof Pregliasco, secondo il quale l’influenza vera “si riconosce perché causa la presenza contemporanea di tre fattori: febbre elevata (più di 38 gradi) a esordio brusco, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. Questi sintomi perdurano per diversi giorni e, nei soggetti più deboli, possono insorgere gravi complicanze, purtroppo a volte dall’esito addirittura fatale. Per tutte le altre patologie circolanti nei mesi invernali, si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, ugualmente fastidiose, certo, ma non pericolose come può essere l’influenza per alcune categorie o fasce d’età”.
Normalmente l’influenza si risolve in una settimana di riposo, vi sono però categorie a rischio, come i bambini, gli anziani e i pazienti con altre patologie pregresse, ad esempio l’asma, che devono prestare una maggiore attenzione ai sintomi influenzali.
“L’ideale sarebbe stato vaccinarsi – hanno detto Barozzi e Luciani – se questo non è accaduto e ci si è ammalati, il consiglio è non fare gli eroi ma rimanere a casa a letto. Voler andare a lavorare condurre una vita normale, oltre che diffondere l’influenza, espone il paziente, che è comunque debilitato dal virus influenzale, al rischio di altre infezioni batteriche. Questo peggiora così notevolmente una situazione dalla quale ci si riprende, generalmente, con il riposo”.
Tutte le informazioni inerenti la malattia si possono leggere sul sito del Ministero della Salute.
Tante sono le raccomandazioni per prevenire e combattere l’influenza come ad esempio: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce e rimanere a casa, come spiegato da Barozzi e Luciani, per non contagiare le persone con cui si viene in contatto.
Non è da sottovalutare l’importanza dell’alimentazione come prevenzione. A tal proposito la Coldiretti ha stilato una “dieta antigelo” secondo la quale è necessario aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele, proseguendo poi con zuppe, verdure, legumi e frutta. Tutto questo aiuta a rafforzare, con le vitamine, le difese immunitarie. Per la frutta, il consiglio è quello di consumare quella di stagione come Kiwi, clementine, arance che è ricca di vitamina C.
Da prediligere anche il consumo di verdure sempre di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A, come spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, zucchine, carote, broccoletti, perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti che sono di grande aiuto per combattere le conseguenze dello stress del cambio di stagione sull’organismo. Oltre a frutta a verdura, che sono ricche di antiossidanti, per contrastare l’influenza “a tavola” non si deve fare a meno di alcuni alimento quali il latte, le uova e tutti quelli ricchi di elementi probiotici come yogurt e formaggi, il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente efficace nella prevenzione. I piatti a base di legumi (ceci, fagioli, lenticchie, fave, piselli) assumono un ruolo fondamentale nella dieta contro l’influenza perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali.