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Incendi in Italia. La Coldiretti denuncia il dramma vissuto nel Parco nazionale del Vesuvio
L’Italia brucia. Dalla Campania ai terreni di Peschici sul Gargano in Puglia fino alla costiera ligure e alla città di Milano, non c’è tregua per il paesaggio dello stivale che oramai da settimane è in preda a roghi provocati dalla mano dell’uomo. A seguito delle fiamme che per giorni hanno distrutto il parco nazionale del Vesuvio, in Campania, moltissimi animali ne hanno risentito. Sono infatti cinquanta milioni le api morte a causa dell’incendio che ha colpito il Parco, con le fiamme che hanno distrutto le arnie e cancellato la produzione di miele e polline. Lo denuncia la Coldiretti dopo le segnalazioni giunte dagli apicoltori dell’area vesuviana, in particolare nella zona di Ercolano.
Si tratta di una vera e propria strage destinata ad aggravarsi nei prossimi giorni a causa degli effetti del fumo sugli sciami sopravvissuti. Gli esperti del Conaproa (Consorzio nazionale produttori apistici) in Campania calcolano una perdita ulteriore di almeno il 20% di insetti che hanno perso l’orientamento e quindi morti. Il rogo che ha assalito violentemente il Vesuvio ha coinvolto peraltro anche i nuclei di fecondazione, “vere e proprie casseforti genetiche su cui questi apicoltori lavorano da decenni”. Le fiamme, inoltre, hanno distrutto le arnie anche nelle zone di Licola e ad Agnano. L’incendio colpisce – sottolinea Coldiretti – un comparto già fortemente messo in crisi dalla siccità. I roghi che stanno colpendo l’intero territorio nazionale – rileva la Coldiretti – rappresentano un gravissimo danno economico e ambientale tanto che ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco. Per ogni ettaro di macchia mediterranea bruciato muoiono in media 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili.
Dubbi sulla cause naturali dei roghi nel Lazio. Se da una parte la flora e la fauna del Parco del Vesuvio hanno subito gravi danni irreparabili, dall’altra anche il Lazio si trova in ginocchio a causa di roghi di diversa e discutibile origini e la stessa città di Roma è minacciata da una preoccupante nube tossica dopo l’incendio avvenuto martedì 25 luglio in zona Magliana. Il rogo ha interessato anche un cantiere nautico che si occupa di manutenzione di piccole imbarcazioni e, secondo quanto si apprende dai vigili del fuoco, sono bruciati anche materiali di risulta come pneumatici, frigoriferi abbandonati e eternit. Sulla zona si è sollevata una colonna di fumo nero considerata inquinante.
Da parte sua, la sindaca Virginia Raggi, in riferimento alla situazione cui versa la Pineta di Castel Fusano che brucia da giorni, ha chiesto un supporto del governo per fronteggiare l’emergenza. “La pineta di Castel Fusano è nuovamente in fiamme. Le squadre per spegnere questo ennesimo incendio sono al lavoro. Serve un controllo 24 ore su 24 del territorio perché – se si tratta di incendi dolosi – non si può soltanto intervenire con gli spegnimenti. E’ necessario un supporto del governo per controllare il territorio e salvare la pineta di Castel Fusano. La situazione è grave”. “Sono ormai otto giorni che lavoriamo per tenere sotto controllo la situazione – precisa Raggi -. Ci sono forti dubbi sulle cause naturali di questi focolai che si estendono su un fronte di 600 metri. L’arresto di due presunti piromani la scorsa settimana ci fa mantenere la guardia alta”.