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Inquinamento: una minaccia per la salute dei capelli
I capelli sono una parte importante del nostro organismo e come tale devono essere tenuti in buona salute. Mediamente sono circa 100.000 e 150.000 i capelli che ognuno ha sul proprio cuoio capelluto.
Il capello è composto all’85% di cheratina, 0.1% di melanina, 3% di lipidi, il 12% acqua. La sua struttura si compone di tre parti: il fusto, ossia la parte visibile, costituita da cellule completamente cheratinizzate che hanno perso il nucleo e le loro funzioni vitali; la radice che si trova sotto la cute ed è collegata al fusto erettore del pelo; il bulbo, alloggiato nella parte più profonda del follicolo in cui il capello nasce e si sviluppa.
Da cosa è costituito il fusto? Dal midollo, dalla cuticola e dalla corteccia.
Il midollo è lo strato interno e costituisce la colonna centrale del fusto. In esso si trovano cellule che degenerano velocemente alternate da bolle d’aria.
La cuticola è invece lo strato esterno ed è costituita da più strati di cellule sovrapposte che formano le squame del capello. Tali cellule, appiattite e allungate, vengono chiamate cheratinociti perché ricche della proteina cheratina.
La cheratina è la parte fondamentale del capello ed è formata da carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno e zolfo. Come tutte le proteine è una lunga catena di aminoacidi. Se non è disponibile in quantità sufficiente, i capelli diventano più fragili e quindi meno resistenti alle aggressioni esterne.
La corteccia invece è la parte intermedia e contiene la melanina, responsabile del colore dei capelli. Oltre a rappresentare la porzione più importante del fusto è anche la prima parte a subire danni in caso di utilizzo di prodotti aggressivi o agenti atmosferici.
È stata condotta a Seoul, in Corea, in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Naturali dell’Università delle Donne Sookmyung, del Dipartimento di Dermatologia dell’Ospedale Yeouido di Santa Maria e dell’Università Cattolica, e pubblicata a marzo scorso, una ricerca che dimostra come l’inquinamento dell’aria nell’ultimo decennio abbia aumentato, tra gli altri, anche i problemi alla cute con conseguente caduta dei capelli.
Come proteggere i nostri capelli dall’inquinamento? Quali sono le armi di prevenzione che abbiamo a disposizione?
Abbiamo intervistato la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma.
Quali sono le maggiori conseguenze dell’infiammazione del cuoio capelluto da parte delle polveri sottili?
“Le polveri sottili possono causare irritazione del cuoio capelluto con arrossamento, prurito, desquamazione furfuracea, eccessiva secrezione sebacea, tricodinia (sensazione di indolenzimento del cuoio capelluto) e provocare la perdita di capelli diffusa su tutto il cuoio capelluto o a tipo alopecia androgenetica cioè con diradamento frontoparietale e assottigliamento del capillizio. È stato ipotizzato che tali particelle possano servire come carrier di agenti chimici e metalli che si localizzano nel mitocondrio e generano le specie reattive dell’ossigeno (ROS).
Oltre alla produzione di radicali liberi, si osserva il rilascio di citochine proinfiammatorie (TNFalfa, IL1alfa, IL8) e di metalloproteasi che degradano il collagene. Da non sottovalutare anche l’inquinamento domestico e il fumo di sigaretta che per la loro azione ossidativa possono peggiorare o mimare una caduta di capelli di tipo androgenetico”.
Oltre all’inquinamento quali sono le altre cause? Anche lavarsi i capelli con acqua “trattata” può causarne la caduta?
“È ormai noto che utilizzare detergenti troppo aggressivi è un’azione che può indebolire la funzione ‘barriera’ del capello, con maggiore penetrazione di agenti nocivi e irritanti. Anche le acque troppo ricche di carbonato di calcio, di magnesio solfato e di cloro possono danneggiare il capello, rendendolo più sottile. Infine, la contaminazione di metalli pesanti anche nei cosmetici può danneggiare la capacità rigenerativa del bulbo pilifero”.
I rischi sono maggiori in periodi specifici dell’anno e in determinati Paesi del mondo?
“La quantità di inquinanti emessa non è costante nel corso dell’anno, è maggiore nella stagione invernale e nei luoghi con molto traffico, perché si aggiungono le emissioni da parte degli impianti di riscaldamento. Un’influenza determinante sulla concentrazione di sostanze inquinanti hanno inoltre le condizioni meteo-climatiche che possono o meno favorire la loro dispersione in atmosfera (vento, pioggia, nebbia). In estate, d’altra parte, il forte irraggiamento solare provoca spesso la formazione dello smog fotochimico, ovvero le sostanze organiche volatili, emesse dagli autoveicoli e dalle industrie, e gli ossidi di azoto, che colpiti dall’intensa radiazione luminosa reagiscono tra loro per formare ozono e una gran varietà di altri composti, spesso dannosi.
Ovviamente le caratteristiche climatiche e il controllo delle aree industrializzate diversifica i livelli di inquinamento ambientale”.
Spesso si confonde l’irritazione da smog e inquinamento con la forfora, è così? Come riconoscerla?
“È possibile grazie all’esame clinico diretto del cuoio capelluto o con tricoscopio, ovvero l’esame con il microscopio digitale a luce polarizzata, entrambi in grado di valutare le modificazioni dello stato di salute del cuoio capelluto e le modificazioni qualitative e quantitative dei capelli.
Le alterazioni da inquinamento del cuoio capelluto non sono specifiche per cui è molto utile la valutazione anamnestica che rivela il cambiamento di città, paese, ambiente lavorativo o mansione lavorativo che possono aver esposto maggiormente il paziente a tali agenti nocivi con insorgenza improvvisa di condizioni quali arrossamento del cuoio capelluto, aumento della secrezione sebacea, edema perifollicolare e desquamazione o cumuli di squame secche perifollicolari con assottigliamento e caduta di capelli diffusa o a tipo androgenetico”.
Ognuno di noi ha una propria struttura del capello. Quali sono i soggetti più a rischio?
“I soggetti affetti da patologie infiammatorie del cuoio capelluto sono i pazienti con fototipo chiaro perché hanno minor difesa contro i raggi ultravioletti, ma anche chi segue diete sbilanciate o chi è già affetto da problemi di alopecia”.
In presenza di irritazione del cuoio capelluto è bene rivolgersi ad uno specialista dermatologo?
“Certamente, perché lo specialista dermatologo è in grado di eseguire una diagnosi clinica anche con l’ausilio del tricoscopio e di consigliare così prodotti per l’igiene e la cura del cuoio capelluto e dei capelli”.
Come proteggere i nostri capelli? Quali sono le accortezze da adottare?
“È importante la protezione dai raggi ultravioletti sia con integratori da assumere per via sistemica durante i mesi estivi o meglio ancora con prodotti fotoprotettivi per contrastare i radicali liberi”.
Anche i lavaggi frequenti sono uno strumento di prevenzione? Lavarsi spesso è un atto dannoso per i capelli o è un falso mito da sfatare?
“In genere è sufficiente lavarsi i capelli 2-3 volte alla settimana soprattutto nei casi di elevata secrezione sebacea. Se è necessario invece un lavaggio quotidiano meglio usare pochissimo shampoo diluito con acqua perché altrimenti il rischio è quello di impoverire la struttura del capello.
I lavaggi possono proteggere i capelli per la rimozione di agenti inquinanti, ma non bisogna esagerare perché si danneggia la guaina esterna del capello. Nei casi specifici di elevato inquinamento ambientale è consigliato il lavaggio con detergenti delicati con agenti chelanti e l’utilizzo di sieri o balsami protettivi da applicare sui capelli (non sul cuoio capelluto). Particolarmente efficaci sono i balsami (leave on, senza risciacquo) a base di olio di cocco, un trigliceride dell’acido laurico con alta affinità per la cheratina e che può aiutare la rigenerazione dei lipidi del fusto del capello che oltre ad agire come barriera è in grado di penetrare, grazie al suo basso peso molecolare, fino alla guaina del capello”.
Quanto un equilibrato regime alimentare aiuta la salute dei nostri capelli?
“È molto importante seguire un sano regime alimentare con cibi che contengono ferro, zinco, vitamine come biotina, vitamina D e vitamina B6, proteine contenenti aminoacidi solforati, di cui è ricca la cheratina, e infine acidi grassi polinsaturi (omega3 e omega6). Una dieta ricca di germogli, vegetali a foglie verdi, legumi, frutta secca può contenere tutto quello che è necessario per avere capelli sani”.
Sono efficaci gli integratori anti caduta?
“Gli integratori antiossidanti, vitamine, ferro, acido folico, biotina, minerali e aminoacidi solforati risultano utili per coadiuvare la ricrescita del follicolo pilifero anche se i dati in letteratura sono spesso contrastanti”.
Alla luce di quanto detto, quali sono i suoi consigli?
“Fare sempre attenzione ai cambiamenti delle condizioni del cuoio capelluto, alla caduta dei capelli con arrossamento del cuoio capelluto, alla desquamazione, all’aumento della secrezione sebacea. In questi casi rivolgersi sempre a un dermatologo.
Utilizzare prodotti per l’igiene dei capelli con detergenti delicati possibilmente testati per il contenuto di metalli, eseguire lavaggi possibilmente non più di 2-3 volte alla settimana con poco shampoo diluito in acqua e usare accorgimenti nel caso di acque con elevato contenuto di calcio e magnesio solfato utilizzando acque demineralizzate”.