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La centralità delle farmacie conferita dal Ddl Semplificazioni
La parola a Filippo d’Alfonso – Farmacista, Presidente di AFD
Possono somministrare ai maggiori di 12 anni tutti i vaccini, non più solo quello contro il Covid-19, e offrire maggiori servizi in un’ottica di medicina di prossimità: dalla telemedicina alla possibilità di scegliere il proprio medico curante e il pediatra di libera scelta tra quelli convenzionati con il servizio sanitario regionale. Cambio anche per la tradizionale insegna che sarà composta dalla croce verde e dalla scritta “Farmacia dei servizi”. Sono queste le recenti disposizioni sul fronte delle farmacie contenute nel testo del Ddl Semplificazioni contenente misure su telemedicina, servizi aggiuntivi in farmacia, misure di potenziamento in vista del Giubileo 2025 e riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche. Quella della “farmacia” è una storia lunga e articolata che nei secoli ha però mantenuto sempre l’elemento distintivo della prossimità alla persona fino ad arrivare agli anni ’60 del ‘900 quando si è registrata una evoluzione importante che ha dato avvio a una trasformazione radicale di questo presidio. Nel presente la farmacia è diventata un vero e proprio servizio accessorio che, in alcuni casi, ha sostituito l’ambulatorio di quartiere conquistando una centralità urbana soprattutto sul fronte dell’erogazione dei servizi alla persona.
Non a caso, consapevole di questo ritrovato protagonismo civico, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) ha bene accolto le nuove disposizioni dell’Esecutivo che consentono alle farmacie di estendere le prestazioni che potranno essere effettuate dai farmacisti di comunità. “È un importante passo in avanti – si legge nella nota diramata dalla Federazione – per avvicinare la sanità ai cittadini e rendere il servizio sanitario più efficiente ed accessibile, soprattutto sul fronte della prevenzione, anche grazie al rafforzamento della telemedicina e in una logica di collaborazione con i medici e gli altri professionisti sanitari”.
Ne abbiamo parlato con il dottor Filippo D’Alfonso, presidente dell’associazione farmacisti divulgatori, farmacista e dottore in comunicazione scientifica biomedica, perfezionamento in editoria 4.0, docente a contratto di comunicazione sanitaria presso l’Università telematica Unicusano e direttore scientifico del giornale online trimestrale NUTRISALUS.
Dottor D’Alfonso, sempre più si parla della volontà di trasformare la farmacia in un nuovo mondo: che cosa si intende?Con la istituzione della farmacia dei servizi questo presidio sociale di cura e assistenza sta vivendo una fase di piena evoluzione: lo abbiamo visto con la pandemia e nel corso del post-Covid quando la farmacia è diventata un punto di riferimento tra gli operatori sanitari e nei confronti della cittadinanza. Si tratta del primo presidio sanitario e di fatto è un baluardo del Sistema Sanitario Nazionale che va ad erogare i propri servizi attraverso il territorio: le analisi della glicemia, del colesterolo, dei trigliceridi, lo screening della prevenzione, del colon-retto, la raccolta dei campioni che possono fornire un quadro clinico del cliente-paziente. È un presidio in continuo divenire: da classico presidio sanitario sotto casa si sta trasformando in un presidio sanitario multidisciplinare di prossimità.
Il farmacista è in dialogo continuo con la comunità di riferimento. Lei è anche direttore del portale “farmacisti divulgatori” ed è molto attivo anche sul fronte della comunicazione. Le chiedo dunque quali sono i contenuti che oggi devono essere necessariamente trasmessi?
La comunicazione è una componente indispensabile in ogni ambito, in quello medico-sanitario ancora di più. A partire dall’insorgere della pandemia i medici di base si sono sottratti all’emergenza e questo ha provocato un cambio di rotta dei pazienti che hanno reso noi farmacisti veri e propri punti di riferimento. Siamo diventati indispensabili. Oggi non esiste più una comunicazione sanitaria ma parliamo di una divulgazione scientifica rivolta al grande pubblico. “Farmacistidivulgatori” è un portale medico coadiuvato da diversi professionisti, medici, biologi, farmacisti, che creano con l’utente-lettore un rapporto di empatia a 360 gradi. Il farmacista veicola contenuti sempre più attuali: cerchiamo di essere aggiornati, al passo con i tempi, ciascuno nel proprio settore si cala all’interno di quelle che sono le dinamiche evolutive dei vari contesti sociali.
Nel 2000 lei è entrato in un’Accademia presso il Nobile Collegio chimico farmaceutico che tratta la storia della farmacia e delle scienze farmaceutiche. Come è cambiato il ruolo della farmacia in questi venticinque anni?
Il cambiamento è stato nel senso tecnico del termine, si parla di un empowerment del cliente-paziente che si è formato da autodidatta in questo ambito acquisendo nozioni scientifiche tramite i new media e il dottor Google. Sulla base di quanto avvenuto, anche noi professionisti abbiamo dovuto accelerare il nostro stesso processo di aggiornamento. Ogni professionista sanitario è tenuto a confrontarsi con quelli che sono i nuovi temi scientifici, le nuove pandemie, ormai all’ordine del giorno, le patologie trasmesse da agenti virali sempre più agguerriti, e con situazioni ancora più critiche rispetto al passato.
Qual è il farmaco maggiormente richiesto e quali – a suo parere – i bisogni prevalenti dell’utenza?
Oggi registriamo un particolare abuso di antibiotici e un utilizzo comune di integratori che ha lasciato sorgere patologie iatrogene. Il cliente deve fare i conti con la malattia del benessere, il diabete, ma anche con ansia, paura, depressione. La medicina degli ultimi anni si è evoluta verso patologie psichiatriche. Inoltre, sono aumentati gli anti-psicotici deputati al controllo delle patologie psichiatriche. Il diabete ha segnato una crescita esponenziale a causa del consumo di pasti con tanti conservanti, additivi chimici e molti zuccheri aggiuntivi, che hanno determinato patologie e sindromi metaboliche difficilmente controllabili. Infine, molto richiesti, in modo del tutto incontrollato e ingiustificato, sono gli antiacidi dello stomaco.
Come cambierà la farmacia alla luce delle nuove disposizioni contenute nel ddl semplificazioni?
Il discorso è sempre afferente alla farmacia dei servizi: il farmacista è chiamato a collaborare con altre figure professionali sempre più attuali: biologo nutrizionista, psicologo, infermiere. Ci deve essere un dialogo tra il farmacista e il medico in modo da assicurare al cittadino un servizio sempre più moderno. Dobbiamo interfacciarci con servizi aggiuntivi in cui la farmacia è diventata un punto di riferimento e diventerà sempre più importante la ‘farmacia rurale’, dislocata, fondamentale per una popolazione sempre più anziana che vive in territorio montani e distanti dal centro.