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La malattia nella malattia: come influisce la malnutrizione nel paziente oncologico
Le neoplasie rappresentano la seconda causa di morte a livello mondiale. Secondo il rapporto State of Health in the EU: Italy. Country Health Profile 2019 presentato qualche giorno fa a Bari è comunque emerso che in Italia, grazie anche ad un Sistema Sanitario Nazionale efficiente paragonato a quello di 26 Stati membri dell’UE, i tassi di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di malattie oncologiche sono più elevati rispetto alle media europea. Qualche numero: per il tumore alla prostata la sopravvivenza media europea è dell’87%, mentre in Italia la percentuale è pari al 90%, per il cancro al seno è dell’86% nel nostro Paese contro l’83% in Europa.
Il rapporto ha evidenziato anche che circa un terzo dei decessi avvenuti in Italia nel 2017 è attribuibile a fattori di rischio comportamentali, tra cui i rischi connessi alla dieta, il tabagismo, il consumo di alcolici e la scarsa attività fisica. Nello specifico, sul totale dei decessi avvenuti nel 2017, circa il 16% (98.000) è riconducibile a rischi connessi alla dieta (tra cui un basso consumo di frutta e verdura e un consumo elevato di zuccheri e sale). Il consumo di tabacco (compreso il fumo attivo e passivo) è responsabile di circa il 14 % delle morti (oltre 90.000), quasi il 4% (26.000) è attribuibile al consumo di alcolici e il 3% (18.000) alla scarsa attività fisica. Tutte le percentuali sono inferiori alla media dell’Unione europea, ad eccezione di quella relativa alla scarsa attività fisica. Seguire un regime sano ed equilibrato è importante per prevenire le neoplasie ma lo è anche per il paziente oncologico, in quanto la malnutrizione dei pazienti affetti da tumore, può aggravare lo stato clinico diventando essa stessa una malattia nella malattia. Di come e quando la nutrizione influisce nel paziente oncologico se ne parlerà sabato 25 gennaio a Firenze al convegno “La malnutrizione nel paziente oncologico, fisiopatologia, prevenzione e cura”. L’evento, di notevole rilevanza dato l’argomento di interesse internazionale per le implicazioni cliniche che concerne, è patrocinato dall’Azienda Sanitaria Toscana Centro e dall’ordine dei Medici Chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Firenze.
“La scarsa attenzione per lo stato nutrizionale in corso di terapie oncologiche, ampiamente documentata nella letteratura – spiega la dott.ssa Manuela Romano, responsabile scientifica del convegno, Specialista in Gastroenterologia ed esperta in Nutrizione Oncologica afferente al Dipartimento Oncologico dell’ Azienda USL Toscana Centro – determina gravi conseguenze non solo sulla qualità della vita dei pazienti, ma anche sulla loro capacità di aderire ai diversi trattamenti proposti, con una conseguente peggior prognosi”.
Le alterazioni dello stato nutrizionale sono estremamente diffuse nei malati oncologici tanto che la malnutrizione per difetto è considerata “malattia nella malattia”, con cui si stima convivano 33 milioni di persone in Europa (con patologie croniche e oncologiche), con un costo sociale di circa 120 miliardi di euro. “Del resto – puntualizza la dottoressa Romano – anche quando lo stato di malnutrizione viene riconosciuto, spesso non vengono attuate in maniera adeguata le necessarie misure correttive. Appare pertanto essenziale che la valutazione nutrizionale costituisca un elemento imprescindibile nell’approccio al paziente affetto da patologia oncologica. La consapevolezza della prevalenza e delle conseguenze negative della malnutrizione nel malato oncologico non ha ancora raggiunto livelli ottimali, mentre i pazienti, sempre più frequentemente, sono alla ricerca di informazioni su quale sia la corretta alimentazione da seguire. Un corretto e puntuale impiego delle conoscenze avrebbe una ricaduta positiva su questi pazienti con un favorevole impatto sugli esiti della malattia, sulla qualità di vita e sulla spesa sanitaria” .
Esistendo una grande variabilità nella percezione clinica di questa patologia, gli studi clinici Europei ed Extra UE rilevano una prevalenza della malnutrizione compresa tra il 25% e il 70% quindi, con ampia variabilità a seconda del contesto sanitario e degli strumenti utilizzati per valutarne il grado di gravità. Tra i pazienti neoplastici che perdono peso corporeo, infatti, il 20-30% muore per le conseguenze dirette ed indirette della malnutrizione. Frequenza e gravità della perdita di peso variano a seconda del tipo di tumore: l’80% dei pazienti con neoplasia del tratto gastrointestinale superiore ed il 60%di quelli con neoplasia polmonare presentano perdita di peso già al momento della diagnosi.
Se ne evince che la presenza di neoplasia può avere significative conseguenze negative sullo stato nutrizionale del paziente e che la malnutrizione, che frequentemente si instaura, non può e non deve essere considerata un effetto collaterale non prevenibile e non trattabile.
“L’intervento nutrizionale – conclude la dottoressa Romano – deve essere tempestivo e costituire, sin dal primo contatto del paziente con le strutture sanitarie, una parte integrante del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale che costituisce l’insieme delle cure oncologiche, ed essere personalizzato, dinamico e sempre finalizzato a prevenire e correggere la malnutrizione. Inoltre, considerata la patogenesi multifattoriale della malnutrizione (per difetto e per eccesso) nel malato oncologico, è indispensabile considerare le cure nutrizionali come parte integrante di un percorso che abbia come presupposto un approccio multimodale e multiprofessionale”.