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La morsa del freddo. Dalle auto del Papa per i clochard ai -18 gradi di Amatrice
La morsa del freddo non allenta la presa sull’Italia e ancora su gran parte della Penisola le temperature nel corso della notte picchiano sotto zero causando danni a strade ed edifici e provocando ancora nuove vittime. Anas consiglia di evitare spostamenti nelle regioni maggiormente colpite dal maltempo. Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni intanto si è recato dapprima nella sede nazionale della Protezione civile per comprendere la gravità della situazione e predisporre nuove indicazioni e dopo ha raggiunto la mensa dei poveri di via Dandolo a Trastevere, per congratularsi con i volontari della Comunità di Sant’Egidio costantemente impegnati in queste ore. Dalla Sicilia al Trentino Alto-Adige dunque l’Italia è ricoperta da un unico manto bianco di neve che non ha neppure risparmiato quelle città come Napoli e Bari che sono bagnate dal mare. Malgrado questo anche in grandi metropoli come Roma dove la neve non è arrivata, il gelo ha causato non poche difficoltà facendo posticipare l’apertura di scuole e di alcuni uffici pubblici.
Proprio in queste ore, infatti, il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, attraverso i social ha appoggiato la decisione di quelle amministrazioni locali che hanno prorogato di qualche giorno l’apertura delle scuole dopo la pausa natalizia: “lo hanno fatto responsabilmente, per evitare ogni possibile rischio”, ha precisato. Intanto, il presidente della sezione Lazio dell’Associazione dei presidi, Mario Rusconi, ha informato che le scuole sono ridotte al gelo con i presidi, soprattutto di istituti della scuola dell’obbligo, che sono ricorsi ad espedienti come dire ai genitori di vestire i figli per affrontare il freddo” e sottolinea che “il dipartimento ha già acceso a temperatura ridotta i termosifoni e dalle ore 3 di lunedì gli impianti andranno a regime con circa 5 ore di anticipo sull’ingresso degli alunni a scuola”.
Oltre alle difficoltà dovute agli edifici pubblici, una delle preoccupazioni maggiori riguarda i senzatetto e le popolazioni terremotate del Centro Italia che in queste ore hanno affrontato temperature che hanno raggiunto picchi di meno 18 gradi (è questo il caso di Amatrice) e che torneranno a farsi sentire anche nei prossimi giorni soprattutto nelle regioni del Nord, sulla pianura di Piemonte, Lombardia e Veneto.
L’aiuto del Papa ai clochard. Dopo aver saputo che 8 persone sono morte nel giro di 48 ore proprio a causa della grave ondata di gelo il Papa e l’Elemosineria vaticana hanno deciso di aprire i dormitori per tutto il giorno e per la notte intera. A tutti quei clochard che invece non vogliono abbandonare il loro angolo di sempre Papa Francesco ha donato, come lo scorso anno, sacchi a pelo resistenti fino a 20 gradi sotto zero. “Abbiamo messo a disposizione anche le nostre auto dell’Elemosineria – spiega monsignor Konrad Krajewski – perché chi non vuole spostarsi possa dormirci dentro la notte”. “Abbiamo aperto i nostri dormitori per tutti lungo le 24 ore e anche se non ci sono più i posti-letto per dormire, chiunque bussa viene accolto e può restare al caldo, ricevendo thè, caffè e da mangiare”, spiega l’elemosiniere del Papa. Oltre ai dormitori h24 e ai sacchi a pelo speciali, Francesco ha messo a disposizione anche delle automobili per i senzatetto, non sarà infatti un caso se per le strade di Roma si trovino delle vetture targate “SCV”.
Terremotati e gelo. Un inverno duro. Il gelo non dà tregua neppure a quelle regioni del Centro Italia, l’Umbria prima fra le altre, colpite dal sisma nell’agosto e nell’ottobre scorsi. Se infatti in queste ultime ore è tornato qualche pallido raggio di sole che ha placato la neve, il ghiaccio non accenna a sciogliersi viste le bassissime temperature. La polizia stradale non segnala particolari problemi alla circolazione del traffico ma consiglia le popolazioni delle aree interessate di evitare gli spostamenti e di restare in casa il più possibile. La forte nevicata ha interessato principalmente la provincia di Perugia e le zone colpite dal terremoto come Norcia risvegliatasi la mattina del 5 gennaio con 10 cm di neve. Temperature sotto lo zero anche nelle Marche, a Visso, Arquata del Tronto, Ussita, Castelsantangelo sul Nera. 20 cm di neve invece sono invece stati registrati nelle campagne di Camerino dove gli allevatori esprimono grande preoccupazione per i capi di bestiame rimasti pressoché all’aperto a seguito dei crolli verificatisi a seguito dello sciame sismico di agosto o per il considerevole peso della neve. Per Confagricoltura si tratta di danni per milioni di euro che riguardano le colture agrumicole, viticole e frutticole (anche in serra) di Calabria, Sicilia, Campania, gli oliveti di Calabria, Abruzzo, Molise, Puglia, i legumi e le orticole di Campania, Lucania, Puglia, ma anche la zootecnia (bovini, ovini, suini ed avicoli) presente in tutte le regioni centro-meridionali interessate dalla neve, con danni alle stalle e spesso l’impossibilità delle imprese ad operare perché isolate. “La nostra Organizzazione, con le proprie strutture territoriali, è impegnata a monitorare costantemente la situazione. I nostri agricoltori, con i loro trattori, stanno collaborando attivamente con la Protezione civile per superare l’emergenza. Chiediamo – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, dottor Mario Guidi – lo stato di calamità naturale e interventi tempestivi ed adeguati per la piena ripresa delle attività produttive. C’è poi – ha aggiunto Guidi – un’emergenza nell’emergenza che è quella delle zone terremotate di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, dove non si è riusciti a fornire tempestivamente i moduli abitativi per le persone e le tensostrutture per il ricovero del bestiame. Ad esempio nelle sole Marche sono previste 546 strutture da montare per il bestiame e non sono pronte neppure le piazzole dove dovranno pervenire per poi distribuirle. Restano poi i problemi burocratici con l’ente del Parco dei Simbruini che non ha ancora autorizzato la costruzione dei basamenti in cemento armato dove si dovranno collocare le strutture”.