Crescita e innovazione, con queste due parole l’onorevole Patrizia Toia, eurodeputata eletta tra le file Pd, descrive il settore del mutualismo e del welfare in un articolo apparso sulla rivista Valori, nel numero di dicembre-gennaio. Una realtà, spiega, di cui però c’è poca consapevolezza, e che ancora non è pienamente riconosciuta a livello normativo. Ma cosa si fa in Europa, per tutelare le società di mutuo soccorso? Un mondo che offre, a livello europeo, servizi sociali e sanitari a 230 milioni di cittadini, con 180 miliardi di euro di quote associative.
Un mondo antico, ma che sempre di più sta tornando alla ribalta: la crisi economica e finanziaria, ovunque, ha imposto infatti un ripensamento dei sistemi di welfare, e le mutue possono e devono svolgere un ruolo di primo piano. Rappresentano quindi una ricchezza che l’Ue deve imparare a valorizzare e a tutelare.
Su questo ha fatto con precisione il punto l’onorevole Toia: da anni al Parlamento europeo parlamentari di tutti i Paesi e di diversi orientamenti politici lavorano insieme nell’Intergruppo per l’Economia sociale; “personalmente – spiega l’onorevole Toia – ho curato il rapporto di Iniziativa sull’Economia sociale di mercato per un maggiore riconoscimento culturale e giuridico di tutte le realtà del mondo associativo. A marzo del 2013 abbiamo approvato una risoluzione per chiedere alla Commissione europea di presentare delle proposte legislative per permettere alle mutue di operare su scala continentale e transfrontaliera”.
E sono tante le proposte, tra cui quella di promuovere uno statuto della mutua europea, che rimuova gli ostacoli normativi che frammentano i mercati ostacolando l’innovazione e le economie di scala. Uno statuto della mutua consentirebbe anche di introdurre sistemi mutualistici anche in quei Paesi rimasti indietro. Sarebbe un modo per tutelare i valori su cui si basano le mutue, in primis la solidarietà, stabilendo ovunque regole di governance democratiche e trasparenti. “È necessario – sottolinea l’on. Toia – individuare, sperimentare e regolare forme innovative di collaborazione tra Stato e Mercato, tra istituzioni e associazioni di cittadini. I principi etici devono entrare a far parte dei meccanismi di mercato e devono essere riconosciuti”.
E che dire dell’Italia? Nel nostro Paese la spesa pubblica sanitaria è più bassa rispetto ad altri Paesi europei, ed è noto a tutti che il welfare va ripensato, favorendo una opportuna integrazione tra pubblico e privato. Per questo, conclude l’eurodeputata, “il necessario sviluppo e consolidamento delle realtà mutualistiche deve essere un obiettivo perseguito con coerenza da tutti gli attori che compongono il cosiddetto ‘sistema Paese’ a tutti i livelli amministrativi. Dobbiamo essere in grado di farci sentire in Europa per avere una Ue più attenta ai bisogni sociali e alle realtà che ci lavorano”.
Mariachiara Manopulo
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