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La promozione della mutualità
A cura di Roberto Anzanello – editoriale per Health Online 40
Abbiamo più volte avuto modo di sostenere e dimostrare dalle pagine del nostro periodico come la strada maestra per sostenere un sistema sanitario nazionale socialmente inclusivo ed economicamente sostenibile passi per il necessario rafforzamento della sanità integrativa. La vigente normativa conferma il ruolo principale di Fondi Sanitari, Casse di Assistenza Sanitarie e Società Generali di Mutuo Soccorso quali enti senza scopo di lucro con caratteristiche idonee ad affiancare il sistema sanitario pubblico. In particolare, per le Società di Mutuo Soccorso, il legislatore è intervenuto nel 2012, con il d.lgs 179/2012, per adeguare le originarie disposizioni della legge istitutiva del 1886, in un percorso coerente con le esigenze di un sistema sanitario pubblico del quale sono sempre più evidenti i limiti. E tale percorso si completa con la recente Riforma del Terzo Settore (il c.d. settore no profit), lg. 117/2017, dove si collocano di diritto gli enti che godono della qualifica di Società di Mutuo Soccorso. Il ruolo degli enti di sanità integrativa è quello di supportare, integrare, ampliare, tramite il modello mutualistico, i servizi sanitari forniti dal sistema pubblico, contribuendo così a garantire il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Oggi sono ormai più di 10 milioni i cittadini italiani che in forma collettiva, tramite la propria azienda o la propria associazione di categoria, oppure in forma individuale, per se stessi e/o per i propri familiari, hanno aderito alle varie forme di sanità integrativa. Di conseguenza il tema si sposta oggi dal piano legislativo, ormai ben definito, al piano della comunicazione, per garantire a tutti i 60.367.471 di cittadini italiani la possibilità di conoscere le proposte di protezione sanitaria offerte dalla sanità integrativa. In questo contesto si necessita evidenziare, ancora una volta, il concetto per il quale un diffuso utilizzo della sanità integrativa fondata sui principi della mutualità consentirebbe sempre di più alla sanità pubblica di destinare le risorse economiche disponibili, limitate per definizione (ed a prescindere dal MES), alle fasce deboli della popolazione ed alla sanità territoriale. Per raggiungere questo obiettivo si devono concentrare gli sforzi e destinare risorse intellettuali ed economiche alla rappresentazione diffusa delle possibilità esistenti, sia per le imprese che per i cittadini, in modo tale che imprenditori, famiglie ed individui comprendano adeguatamente le valenze offerte dalla sanità integrativa. Rappresentare, spiegare, diffondere i concetti portanti della mutualità operata dagli enti no profit abilitati dal legislatore a gestire la sanità integrativa diviene l’obiettivo primario, principalmente in questo particolare e difficile contesto pandemico che ha messo e sta mettendo a dura prova la sanità pubblica. In questo ambito, assume un rilievo particolare il modello messo in campo da alcuni enti di sanità integrativa per diffonderne le possibilità di utilizzo e la cultura mutualistica, tramite figure professionali preparate e competenti, quali il Promotore della Salute, il Promotore Mutualistico od il Promotore della Mutualità. Oltre che socialmente corrette, come suggerisce l’evidenza dei fatti, legislativamente coerenti con le norme esistenti, come ben spiegato da insigni giuristi ed anche in linea con il dettato dell’articolo 45 della nostra Costituzione, queste figure professionali assumono un’importanza strategica per veicolare i concetti che stanno alla base del modello mutualistico in una logica di utilità sociale. Infatti, è indispensabile per il futuro della sanità del nostro Paese che professionisti, competenti e formati, rappresentino agli imprenditori per i loro dipendenti, alle famiglie ed agli individui le valenze della mutualità, le forme di protezione proposte dagli enti e le possibili soluzioni percorribili per utilizzare correttamente la sanità integrativa. Appare quindi difficile comprendere come, inopinatamente, possa accadere che tali figure professionali vengano, da qualche voce fuori dal coro e comprensibile solo se riferita ad una mancata conoscenza della normativa vigente o ad interessi lobbistici di parte, criticate ed osteggiate, considerato che il loro ruolo è coerente con la Costituzione e le norme. Con buona pace delle ingiustificate ed incoerenti critiche dobbiamo, come sempre, evidenziare il punto cruciale: la diffusione della sanità integrativa è una priorità sociale, economica e sanitaria che tutto il Paese dovrebbe supportare e sostenere per raggiungere l’obiettivo di avere un modello sanitario inclusivo, efficiente ed economicamente sostenibile.