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La sanità integrativa: un importante servizio di welfare aziendale
Quando si parla di “welfare aziendale” si fa riferimento, innanzitutto, ad una condizione che rendi soddisfatti tutti gli attori della filiera, quindi il sindacato, il lavoratore, l’azienda e l’economia locale.
Le ragioni che possono indurre una specifica impresa ad introdurre un piano di welfare sono molteplici, ovvero fidelizzazione dei lavoratori, conseguimento di una maggiore produttività, riduzione del turnover, attrazione di numerosi talenti, vantaggi fiscali e miglioramento dell’immagine e della reputazione aziendale.
Sotto il profilo fiscale è l’art. 51, comma 2 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi che cataloga obbligatoriamente le somme e i valori percepiti in relazione al rapporto di lavoro dipendente che, in tutto o in parte, sono esclusi dal reddito imponibile. Questa disposizione è importante perché permette di individuare particolari servizi che possono essere ricondotti nei cosiddetti piani di welfare aziendali, servizi che il datore di lavoro ha la possibilità di erogare per sostenerne il potere d’acquisto e per migliorare la qualità della vita personale e familiare dei propri dipendenti. Risulta importante evidenziare che le iniziative promosse dal datore di lavoro per il piano di welfare non possono mai mutare la retribuzione monetaria del dipendente in beni o servizi che concorrono a formare il reddito del lavoratore dipendente.
La Legge di Stabilità 2016 ha ampliato efficacemente la categoria delle erogazioni con finalità soprattutto sociali, educative e assistenziali fiscalmente agevolate. La novità attuata dal provvedimento è stata ampliata dalla successiva norma (Legge di Stabilità 2017) che ha innalzato le soglie per accedere alla tassazione agevolata e convertire il premio di produttività in beni e servizi di welfare.
Tramite la recente Legge di Bilancio 2018, il Legislatore ha introdotto il trasporto pubblico all’interno del paniere di prestazioni di welfare previste dall’art. 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) continuando, quindi, a sostenere economicamente le imprese che hanno intenzione di introdurre beni e servizi di welfare come strumenti integrativi della retribuzione.
Pertanto, con questa nuova disposizione tutte le altre norme fanno un essenziale passo in avanti, perché considerano degli elementi che vanno a migliorare lo status dell’azienda e la vita dei propri dipendenti. Sono fattori, infatti, che incidono sul clima generale di una società determinandone, conseguentemente, uno sviluppo sano e duraturo. Interventi che impattano in maniera consistente sulla cultura organizzativa di un’azienda accelerando i meccanismi di digitalizzazione e innescando quel particolare circolo vizioso in cui il benessere dei lavoratori alimenta la produttività e viceversa.
Oggi il buon andamento di un’impresa dipende anche dall’innovazione dei processi, dal miglioramento concreto degli ambienti di lavoro e dalla pianificazione di un welfare integrativo di qualità. A tal proposito, il welfare aziendale viene sempre più speso inteso come uno strumento capace di facilitare e sostenere uno scambio virtuoso tra il miglioramento del benessere e del reddito dei lavoratori e una maggiore efficienza produttiva dell’impresa, una diminuzione dell’assenteismo e un rafforzamento dell’engagement tra impresa e collaboratori.
Oltre alla possibilità di garantire spostamenti pubblici senza costi aggiuntivi, gli altri principali benefit potenzialmente a disposizione delle imprese e dei lavoratori spaziano dall’assistenza sanitaria integrativa ai buoni pasto, dai servizi di trasporto collettivo casa-lavoro all’istruzione, dal sostegno a familiari anziani e/o non autosufficienti alle assicurazioni per la presenza di malattie gravi, dai contributi previdenziali e assistenziali ai fringe benefits, in italiano beneficio accessorio ovvero un tipo di salario retributivo corrisposto a particolari categorie di lavoratori dipendenti, riportato nella busta paga, in aggiunta alla retribuzione monetaria, nonché dai voucher ai mutui e finanziamenti.
In particolare, uno dei servizi di welfare aziendale più ambiti tra i dipendenti è quello della sanità integrativa, ossia tutta quella serie di agevolazioni che consentono ai dipendenti di ottenere i rimborsi sulle spese sanitarie sostenute, sfruttando le convenzioni con strutture sanitarie e specialisti privati a cui il proprio datore di lavoro aderisce. Giocano un ruolo cruciale le mutue sanitarie, soluzioni reali per tutelate i lavoratori in caso di infortuni e malattie assistendone, allo stesso tempo, le famiglie nei momenti di difficoltà lavorativa.
Sussistono anche i fondi sanitari, enti, casse e società di mutuo soccorso che raccolgono contributi di assistenza sanitaria a favore dei lavoratori dipendenti. Questi fondi da una parte tutelano il lavoratore, dall’altra sgravano l’azienda da costi e tasse aggiuntive. Le mutue hanno il ruolo di gestire i fondi per le aziende.
È bene precisare che le aziende di grande dimensione sono quelle più disposte ad eseguire politiche di welfare aziendale, mentre le piccole medie imprese (PMI) stentano ancora a riconoscere del tutto i vantaggi offerti dai piani di welfare aziendale che si rilevano ben strutturati e molto efficaci.