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La sanità: prevenzione, prossimità, protezione
Il dibattito sulla sanità è continuo e serrato e le opinioni sono le più disparate, mentre dalle colonne del nostro periodico abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenere che il modello a tre pilastri, quali pubblico, integrativo e privato richiede, forse, solo qualche correttivo minimale, essendo l’impostazione determinatasi nel nostro Paese sicuramente adeguata e corretta da un punto di vista giuridico, legislativo, sociale, fiscale ed economico e può consentire di realizzare un modello sanitario all’avanguardia.
Preferiamo, quindi, lasciare a coloro che sostengono, molto spesso per interessi di parte, il motto di bartaliana memoria “l’e’ tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”, le sterili polemiche e le richieste di interventi non necessari, per concentrarci sul futuro.
Siamo convinti, infatti, che in campo sanitario sia necessario non una modifica organizzativa, giuridica, sociale, ma piuttosto una rivoluzione copernicana del pensiero corrente tale da consentire di mettere sempre più al centro dell’operato il diritto alla salute di ogni individuo.
Per attuare questa rivoluzione copernicana, i primi valori sui quali è indispensabile effettuare rapidamente un cambiamento di paradigma sono i concetti di prevenzione e cura.
Oggi la sanità si occupa di curare chi si ammala anche con importanti successi, con significativi investimenti tecnologici e con costante professionalità, ma il vero successo sarà sempre più legato ad evitare che le persone si ammalino.
Prevenire con percorsi specifici in campo alimentare, con precisi programmi di attività fisica, con un utilizzo mirato dei prodotti naturali, con esami diagnostici accurati e con la genetica, questa è la vera sfida che la sanità deve affrontare nel terzo millennio.
Il secondo valore sul quale è necessario attivare modelli organizzati è il concetto di accessibilità e di prossimità all’individuo.
Oggi la sanità prevede una serie di passaggi burocratici e formali da seguire per curarsi, ma la vera opportunità offerta dallo sviluppo tecnologico è quella di portare la sanità dove ci sono l’individui e non costringere gli individui ad andare verso la sanità, semplificando processi e metodologie ove tutto questo, in una logica di attuazione dei piani di prevenzione sanitaria, sarà ancora più indispensabile.
Approssimarsi all’individuo per consentirgli di apprendere quali sono i processi di prevenzione più adatti, spiegare e diffondere la cultura stessa della prevenzione, facilitare l’accesso ai sistemi di monitoraggio sarà la seconda importante sfida in campo sanitario.
Il terzo valore sul quale è necessario intervenire è quello della protezione, in quanto è vero che il diritto alla salute è un diritto di tutti, ma non bisogna dimenticare che c’è chi ha più diritto di altri per un semplice principio etico: i bambini, gli anziani, i malati cronici, coloro che sono affetti da patologie importanti, le fasce deboli della popolazione, devono essere protetti più degli altri.
Oggi la sanità, per un principio di uguaglianza sociale, dedica tempo ed attenzione a tutti quasi in ugual misura, ma detto che chiunque ha diritto alla cura, c’è una bella differenza tra un individuo malato di bronchite ed un bambino con una patologia cardiaca grave.
Proteggere la comunità nel suo insieme significa creare sempre più centri specializzati focalizzati su singole patologie ove risiedano competenze e capacità tali da risolvere con successo il problema grave là dove esiste, questa sarà la terza importante sfida utile a creare un modello sanitario evoluto e socialmente equilibrato.
Sicuramente la rivoluzione copernicana sopra rappresentata costituisce un passaggio epocale e non possiamo minimamente pensare che lo Stato, quale entità giuridica, sociale ed economica, possa procedere solitario su questa strada.
Dobbiamo pretendere che la sanità pubblica si concentri sempre di più sulla protezione delle fasce deboli della popolazione offrendo loro capacità mediche specifiche, competenza, strumenti diagnostici evoluti, per garantire cure adeguate tramite centri specializzati presenti su tutto il territorio nazionale, trasformando ancor di più le strutture sanitarie pubbliche in località di protezione sanitaria reale e concreta.
Ma dobbiamo contestualmente promuovere sempre di più il concetto della mutualità affinché gli enti di sanità integrativa, quali i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso e le Casse di Assistenza Sanitaria, unici enti abilitati a gestirla, si spingano sempre più sulla strada della prevenzione, creando percorsi adeguati e personalizzati, e sulla via della prossimità, realizzando strutture di facile acceso sempre più vicine alla popolazione, perché proprio il principio mutualistico sul quale si fondano è il valore sul quale costruire.
Infine dobbiamo utilizzare anche le competenze di chi offre prestazioni e coperture privatistiche affinché supporti con le proprie metodologie ed i propri strumenti questo processo evitando, però, le invasioni di campo che avvengono quando enti privati, che hanno come obiettivo l’utile economico, si vestono da enti di sanità integrativa, che basandosi sul concetto di mutualità hanno come obiettivo la salute dei propri associati.
Invece quindi di invocare modifiche delle regole esistenti, di veicolare concetti basati su inconsistenti diritti corporativi, di difendere interessi economici privati, dobbiamo occuparci tutti di supportare la rivoluzione copernicana della sanità del nostro paese, che peraltro è un processo già in atto, perché questo è l’unico modo per prevenire le patologie che hanno necessità di cure, farsi prossimi ad ogni individuo, proteggere i cittadini, salvaguardando nel contempo anche l’equilibrio economico del nostro grande paese e delle famiglie creando il sistema sanitario del futuro.