Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
La vaccinazione per la prevenzione contro la meningite
La meningite è un’infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. Il termine meningite asettica si riferisce genericamente a tutti i casi di meningite in cui nessuna infezione batterica può essere dimostrata. È generalmente dovuta a virus ma può essere anche il risultato di infezioni batteriche che sono già state parzialmente trattate, con scomparsa dei batteri dalle meningi, o da infezione presente in uno spazio adiacente alle meningi (sinusite ad esempio). La forma batterica invece è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.
La sepsi ad esempio, infiammazione sistemica causata dalla presenza dell’organismo nel sangue, può essere una conseguenza molto grave della meningite. La sua severità (a secondo del patogeno) può andare da una modesta febbricola che si risolve spontaneamente, sino a quadri con shock settici che possono evolvere in esito fatale.
In Italia dal 1994 è attivo un sistema di sorveglianza nazionale dedicato alle meningiti batteriche che negli anni successivi si è ampliato a includere tutte le malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo (i batteri più frequentemente responsabili di sepsi). La sorveglianza è coordinata dall’Istituto superiore di sanità ed è estesa a tutto il territorio nazionale.
Il quadro clinico di una meningite acuta è costituito dai seguenti sintomi:
- irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale)
- febbre alta
- mal di testa
- vomito o nausea
- alterazione del livello di coscienza
- convulsioni.
La sintomatologia varia in base all’agente di causa, alla velocità di insorgenza e allo stato del paziente: a volte, nei bambini piccoli possono essere presenti solo alcuni sintomi specifici, come irritabilità e sonnolenza. Gli esami per l’individuazione del microrganismo responsabile vengono effettuati su un campione di liquido cerebrospinale o di sangue.
Possiamo suddividere l’età in cui si può manifestare la malattia in tre fasce principali:
- Nei neonati prematuri e in quelli fino a tre mesi di età, i più comuni sono gli streptococchi di gruppo B (sottotipi che normalmente si trovano nella vagina e sono principalmente riscontrabili durante la prima settimana di vita) e quelli che più frequentemente si trovano nel tratto digestivo, come l’Escherichia coli e lo Streptococcus agalactiae. Anche la Listeria monocytogenes (sierotipo IV b), può colpire i neonati e si manifesta solitamente in forma epidemica.
- I bambini più grandi sono più soggetti alla Neisseria meningitidis (meningococco), Streptococcus pneumoniae (pneumococco, sierotipi 6, 9, 14, 18 e 23) e quelli sotto i cinque anni da Haemophilus influenzae di tipo B. Con l’introduzione della vaccinazione i casi di meningite causati da quest’ultimo batterio si sono ridotti moltissimo. Una percentuale compresa tra il 2 e il 30% della popolazione è portatrice sana e asintomatica di meningococchi nel naso e nella gola, questo non determina un aumento del rischio per la contrazione di meningiti o altre malattie gravi. La trasmissione del germe solitamente avviene per via respiratoria e il rischio di sviluppare la malattia sembra essere maggiore in persone che hanno acquisito l’infezione da poco, rispetto a chi invece è portatore da più tempo. Lo pneumococco, oltre alla meningite, può causare polmonite, infezioni delle prime vie respiratorie e otite.
- Negli adulti, la Neisseria meningitidis e lo Streptococcus pneumoniae insieme provocano l’80% dei casi di meningite batterica, con aumentato rischio di coinfezione da Listeria monocytogenes negli individui oltre i 50 anni. In seguito all’introduzione del vaccino contro lo pneumococco, l’incidenza della meningite pneumococcica è drasticamente diminuita, sia nei bambini sia negli adulti. Estremamente rara è la meningite da Escherichia coli nell’adulto.
Trattamento:
La meningite batterica generalmente viene trattata con terapia antibiotica. L’identificazione del batterio che causa la malattia è importante sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire se è necessaria la profilassi dei contatti.
Prevenzione e vaccinazione
Dagli anni Novanta è ormai comune la vaccinazione contro Haemophilus influenza e b, che in Italia rientra tra quelle previste per tutti i nuovi nati. Sono disponibili sul mercato anche i vaccini contro alcuni ceppi di pneumococco e alcuni sierogruppi di meningococco.
Per alcune forme di meningite, la vaccinazione può essere una prevenzione efficace. Inoltre qualche accorgimento comportamentale può rivelarsi utile.
Le meningiti batteriche e virali sono contagiose, tuttavia non lo sono come il comune raffreddore o l’influenza. Possono essere trasmesse attraverso le goccioline di secrezioni respiratorie, durante uno stretto contatto come il bacio, uno starnuto o un colpo di tosse verso qualcuno, ma la meningite non può essere diffusa semplicemente respirando l’aria in cui sia stata presente una persona affetta. La meningite virale è generalmente causata da enterovirus e si diffonde solitamente attraverso la contaminazione fecale. Il rischio di infezione può essere ridotto utilizzando accorgimenti comportamentali.
La contagiosità del meningococco risulta essere bassa, tuttavia il meningococco può essere responsabile di focolai epidemici. Per evitare la trasmissione, si consiglia un trattamento profilattico con antibiotici per tutte le persone che hanno avuto contatti stretti con i malati. Al contrario, la meningite da pneumococco si presenta in forma sporadica per cui la profilassi antibiotica non è consigliata. Nei casi di meningite da Haemophilus influenzae di tipo b, è invece indicata la profilassi antibiotica per chi ha avuto contatti stretti.
Su questo particolare argomento la Fondazione Censis ha realizzato un’indagine su un campione nazionale di 1.100 genitori (550 madri e 550 padri dai 22 ai 55 anni) con figli da 0 a 12 che ha consentito di approfondire l’informazione ma anche le opinioni, gli atteggiamenti, le propensioni relative a questa tipologia specifica di vaccinazione, ed il loro impatto sui comportamenti e le scelte di prevenzione delle famiglie italiane.
La vaccinazione per la prevenzione della malattia: comportamenti ed opinioni
Si tratta dunque di una malattia che viene percepita come grave e di cui si ha un certo timore, per questo è importante guardare ai comportamenti ed agli atteggiamenti degli intervistati riguardo alla vaccinazione dei figli contro la meningite. Secondo l’indagine effettuata, il 76,9% dei genitori intervistati ha vaccinato i propri figli o ha intenzione di vaccinarli o ne ha vaccinato almeno uno (anche se non ha vaccinato o ha intenzione di vaccinarne altri), solo il 14,1% non ha vaccinato o non ha intenzione di vaccinare contro la meningite i propri figli. Infine, il 9,0% non era a conoscenza del vaccino contro la meningite.
Va considerato che i vaccini da più tempo disponibili introdotti contro la meningite in età pediatrica sono tre. In particolare la vaccinazione contro la meningite legata all’Haemophilus influenzale di tipo B è stata introdotta in Italia nel 1995 e inclusa nel Calendario Nazionale delle Vaccinazione nel 1999, e sono noti i dati di copertura forniti dal Ministero della salute: al 2013 la copertura per questa tipologia di vaccino al 24° mese di vita è stimata al 94,6%. Il vaccino antipneumococcico è stato introdotto nel calendario vaccinale nel 2006 e per quanto riguarda la vaccinazione contro la meningite da Meningococco sono disponibili dal 2006 i vaccini contro il sierotipo C e successivamente il vaccino quadrivalente contro i sierogruppi ACYW, mentre quello contro il sierotipo B è disponibile dal 2014.
In particolare la vaccinazione anti Hib (Haemophilus Influenzae tipo B) è una vaccinazione raccomandata ed ormai quasi sempre somministrata come esavalente insieme ad altri vaccini obbligatori, cioè anti difterite, tetano, poliomielite, epatite B e ad uno raccomandato, l’antipertosse. Questo può contribuire a spiegare come i genitori non sempre siano consapevoli di aver vaccinato contro la meningite i propri figli mediante l’esavalente. Il 61,3% di coloro che hanno vaccinato i propri figli o intendono farlo, afferma che i vaccini sono stati prescritti dal pediatra, il 37,8% che il vaccino è stato proposto dal servizio vaccinale della ASL. Con percentuali residuali i rispondenti indicano che i vaccini sono stati consigliati da amici e conoscenti o di aver ricevuto l’indicazione a vaccinarsi contro la meningite da tv, stampa o internet.
Emerge inoltre che il 41,2% dei genitori ha vaccinato o vaccinerà i propri figli contro la meningite proprio a causa della paura che questa malattia suscita, mentre il 27,6% crede nella prevenzione delle malattie attraverso la vaccinazione, il 13,2% non sa fornire una motivazione, il 12,5% ha vaccinato o vaccinerà i figli perché il vaccino è gratuito, circa il 9% perché è stato proposto dalla ASL ad un prezzo conveniente, il 6% conosce qualcuno che ha vissuto un caso di meningite ed il 4% ritiene giusto utilizzare i nuovi strumenti che la ricerca scientifica mette a disposizione per combattere le malattie.
Nel grafico sottostante vengono riportate le motivazioni per le quali non sono stati vaccinati i figli o non si ha intenzione di farlo.
Emerge purtroppo che come motivazione principale rispetto alle altre, la sfiducia nei confronti dei vaccini prevale sulla paura di contrarre la meningite e correre in contro a conseguenze anche gravi.
A questo punto bisogna sottolineare che la prevenzione è fondamentale, Il vaccino può essere somministrato ai bambini a partire dai 2 mesi di vita, anche insieme alle altre vaccinazioni dell’infanzia. Dallo scorso anno, in cinque regioni (Basilicata, Puglia, Liguria, Toscana e Sicilia), il vaccino è raccomandato a partire dai due mesi d’età, in alte tre (Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige) dai sei mesi e in tutta Italia è fruibile in forma gratuita per i lattanti. Nei bambini della prima infanzia il vaccino contro la meningite ha dimostrato un profilo di sicurezza e di tollerabilità simile a quello di diverse altre vaccinazioni di routine.
In Italia la frequenza è di circa trecento casi ogni anno, ma ad esempio nel Regno Unito e negli Usa è dieci volte superiore. Insomma il vaccino è semplicemente fondamentale alla prevenzione di una grave malattia come potrebbe essere la meningite e usufruire di questa opportunità dovrebbe essere un dovere nei confronti della salute dei nostri bambini.