Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
L’assistenza mutualistica: possibili sinergie con il mondo imprenditoriale
L’incessante, rapida evoluzione tecnologica che investe ogni settore rende oggi possibili interazioni fra diverse attività, interazioni impensabili anche non molto tempo fa.
E’ sotto l’attenzione di tutti, per diversi motivi, il progressivo invecchiamento della popolazione, particolarmente evidente in Europa, e significativamente in Italia: ciò è reso possibile dalla prevenzione, ovvero dall’attenzione che la medicina mette in atto per, appunto, prevenire le patologie che il procedere dell’età inevitabilmente rende più probabili.
Oggi sono disponibili sul mercato tecniche e soluzioni tecnologiche di elevata specializzazione che agevolano, se adottate con cautela e attenzione, un invecchiamento più sicuro, evitando la possibilità di insorgenza e sviluppo di patologie, per così dire, debilitanti e invalidanti, il cui costo poi si riflette sia sulla sanità pubblica che sull’assistenza integrativa, in rapida espansione per ovvii motivi.
Queste terapie di prevenzione hanno ovviamente un costo, a volte elevato, che può ostacolarne la fruizione a chi, invece, potrebbe migliorare, o mantenere stabile, nel tempo la propria condizione di salute.
Come riuscire a integrare questa medicina preventiva con le prestazioni mutualistiche, a vantaggio di entrambe?
Nei diversi Sussidi previsti dalle Mutue, si potrebbe introdurre la possibilità di ottenere vantaggi economici nel lo stipulare contratti assistenziali con riduzioni del relativo contributo, mentre l’impresa fornitrice di tali tecnologie e/o terapie, potrebbe ridurne convenzionalmente il costo se abbinato a un contratto assistenziale.
Detto così appare semplice, ma sorgono dei problemi, e di non poco conto: come verificare che una certa modalità di prevenzione sia effettivamente efficace, e non un semplice placebo che non risponde alle finalità preposte, annullando di fatto quelle finalità che sono all’origine della sinergia proposta?
Come verificare che colui che accetta tale prevenzione, la utilizzi poi al meglio, sì da conseguire i risultati previsti, e non si limiti ad approfittare della possibilità del risparmio economico senza poi conseguirne il mantenimento della propria “buona salute”?
E’ una situazione da valutare con molta attenzione, magari interessando un team di esperti (medici, fisici, gerontologi, etc.) che esaminino approfonditamente le nuove tecnologie, le terapie innovative, le eventuali apparecchiature di ultima generazione, verificandone le applicazioni in corso, i risultati ottenuti dalle strutture pubbliche che le usano, dietro autorizzazione del Ministero della Salute, studiando i risultati della ricerca che ne ha permesso la realizzazione, unitamente con la validità dei ricercatori e dei loro studi.
Resta inoltre il problema della verifica del corretto uso di queste tecnologie da parte dei fruitori, studiando le clausole contrattuali che permettano la salvaguardia – necessaria – del previsto raggiungimento del risultato voluto, con attenzione all’equilibrio economico dell’operazione, certamente da perfezionare nel tempo sulla base dell’andamento statisticamente verificabile della complessa operazione.
E’ una sfida, ma è affrontando, e possibilmente superando, le sfide che si merita il successo!