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Lavorare nella sanità non assicura benessere: 4 operatori su 5 presentano disturbi
Il settore della sanità torna sotto i riflettori questa volta partendo proprio dall’interno e analizzando le condizioni di lavoro degli addetti dagli infermieri ai medici per finire nelle stanze del personale amministrativo. Stando al nuovo report curato dalla Fp Cgil, Inca e Fondazione Di Vittorio (Fdv), dal titolo “Le condizioni di lavoro e di salute nel settore sanitario”, nella sanità sarebbe piuttosto diffusa la presenza di rischi per la salute e la sicurezza dovuti sia all’organizzazione del lavoro, compreso il lavoro notturno e gli straordinari, sia di rischi fisici e ambientali, come quelli legati al sollevamento di pesi e pazienti. In questa dettagliata fotografia delle malattie professionali e degli infortuni sul posto si lavoro quello che emerge è che tutti presentano criticità fisiche e psichiche, a partire dai medici che ravvisano costantemente difficoltà alle mani.
Lavoro notturno e straordinari. Nello specifico, il lavoro svolto nel corso della notte al momento interessa un lavoratore su tre ma, nell’arco della complessiva storia lavorativa del campione di riferimento (circa 900 addetti), ha riguardato il 76,5%. Il lavoro straordinario è, d’altra parte, svolto da poco più della metà dei rispondenti e la gran parte degli interpellati svolge mansioni che prevedono la movimentazione di pazienti o di altri pesi, anche con carrelli. Considerando l’insieme di questi fattori di rischio, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari sono le professioni più interessate. Sulla base di questi risultati, l’84,5% degli infermieri e il 79,7% degli operatori socio-sanitari dichiara che le condizioni di lavoro hanno avuto un impatto sulla propria salute.
Lo studio dell’Oms. Un elemento questo anche riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità che dopo decenni di studi ha introdotto per la sanità il “born out”, un vero problema associato alla professione i cui sintomi sono spossatezza sul luogo di lavoro, cinismo, isolamento o in generale sentimenti negativi ed efficacia professionale ridotta. Il risultato dunque è una sindrome che porta a stress cronico impossibile da curare con successo. Il nuovo elenco dei disturbi medici, che entrerà in vigore nel gennaio 2022, contiene molte altre aggiunte, inclusa la classificazione del “comportamento sessuale compulsivo” come disturbo mentale, sebbene si fermi prima di aggravare la condizione insieme a comportamenti di dipendenza. Per la prima volta inserisce i videogiochi fra i “disturbi da dipendenza”, insieme al gioco d’azzardo e alle droghe come la cocaina. La condizione di transgender viene spostata dalla lista dei disturbi mentali a quelle delle “condizioni relative alla salute sessuale”.
I sintomi. Pertanto, i problemi per la salute fisici e psicologici – tornando al rapporto della Cgil – sono comunque diffusi trasversalmente tra le professioni e solo il 21,9% non ha indicato alcuna sintomatologia dolorosa a fine turno. Emerge soprattutto la rilevanza dei disturbi muscolo-scheletrici, con problemi alla schiena, alle spalle, alla testa e al collo, che sono presenti in modo rilevante tra le varie professioni, seppure con diversa intensità. Considerando la presenza di patologie di lunga durata, ovvero superiori a un anno, per l’insieme del campione, i disturbi lombo-sacrali e quelli lombari interessano rispettivamente il 18,7% e il 18,2% dei rispondenti, le cervicali il 15,9%, i dolori alle spalle l’11% circa e i dolori dorsali il 9,5%. Nel dettaglio, considerando i disturbi di lunga durata insieme ad altri rilevati alla fine dei turni, gli infermieri e assimilati sono il gruppo professionale che dichiara più problemi muscolo-scheletrici, con un insieme differenziato di patologie: dolori dorsali, lombari e lombo-sacrali, cervicali e alle spalle. Per gli operatori socio-sanitari, gli ausiliari e i tecnici si rilevano problemi simili, con patologie alla schiena e alle spalle, con una maggiore incidenza di problemi alle spalle per gli operatori. Il personale amministrativo registra dolori alla schiena e al collo, con una presenza più diffusa di cervicali e una incidenza elevata di casi di addormentamento delle mani. I medici sono un gruppo professionale che, pur manifestando come gli altri rischi di problemi alla schiena, registra una presenza diffusa di problematiche alle mani, con dolore ai movimenti.